CAPITOLO 18

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ELENA

I giorni passano molto velocemente, tra allenamenti con Boris e Stephan, e aiutando papà nel suo lavoro.

La fatidica domenica in cui devo uscire con Veronika è finalmente arrivata, e io non sto più nella pelle.

È da tantissimo tempo che non esco con la mia amica per divertirmi.

La mattinata procede molto tranquilla.

Appena mi sveglio, faccio una doccia veloce, mi trucco, mi vesto e infine, mi sistemo i capelli legandoli in una acconciatura semplice.

Esco dalla mia camera e scendo le scale, che portano al piano di sotto, per fare colazione insieme a mio padre.

Appena arrivo in cucina trovo Vania che sta servendo il primo pasto dalla giornata a papà.

<Buongiorno a tutti!> Esclamo a voce alta, salutando tutti.

Infatti, stranamente noto la presenza di Boris e suo fratello maggiore, Stephan, al tavolo.

<Buongiorno Elena.> Mi saluta il maggiore. <Giorno anche a te Ele> Mi dice il minore.

Io rispondo loro con un gesto della testa, mentre mi avvicino a papà e gli dò un bacio sulla guancia, azione che replico ogni mattina.

Mi allontano da lui e mi dirigo verso una sedia libera, in questo caso quella che si trova alla sua destra.

Mentre tutti noi facciamo colazione, convinco anche Vania a unirsi a noi, che dopo alcuni rifiuti, decide di arrendersi e accettare la proposta.

Mentre consumiamo la colazione iniziamo varie discussioni tra di noi, riguardanti vari argomenti, che ci portano alla conclusione di essa.

Io e papà insieme ai due fratelli ci alziamo, e usciamo dalla villa con destinazione il Night Heaven.

Aiuto papà a ricontrollare vari documenti appartenenti alle varie attività a suo nome.

Arriva così l'ora di pranzo, perciò, decidiamo di andare fuori a mangiare insieme.

Dopo il favoloso pranzo a un ristorante italiano molto rinomato, svolto solamente tra me e papà, decidiamo di ritornare al Night Club.

Restiamo al locale, nell'ufficio di papà fino a tardo pomeriggio lavorando.

<Tesoro non sarebbe l'ora per te di andare a casa, e iniziarti a preparare per stasera?> Mi chiede mio padre, facendomi togliere lo sguardo da vari documenti che controllavo.

Alla sua domanda, giro il mio volto verso l'orologio presente nella stanza, e mi rendo conto che ha pienamente ragione.

Dopo tutto sono già quasi le sei. <Credo che tu abbia ragione papà. Credo proprio che debba andare a casa.> Gli rispondo.

<Vuoi che qualcuno di accompagni tesoro?> Mi chiede mio padre, e io faccio di no con la testa.

Anche se stamattina sono uscita insieme a lui e i suoi due uomini di fiducia, sono venuta comunque guidando la mia macchina.

<Tranquillo papà, vado da sola.> Gli dico, mentre frugo nella borsa e cerco le chiavi.

Dopo averle trovate, mi avvicino all'attaccapanni del suo ufficio, prendo il mio cappotto, ed esco salutandolo.

Arrivata a casa saluto Vania come al mio solito, e le chiedo di prepararmi un caffè e portarmelo nella mia stanza.

Dopodiché mi avvio verso la mia camera dove appena entrata, butto tutto sul mio letto.

Preparo tutto quello che mi serve per lavarmi e mi avvio verso il bagno.

Resto nella stanza per quasi un'ora. Infatti, appena uscita, guardo l'orologio e noto che sono le sette di sera.

Io e Veronika ci siamo date appuntamento per le nove, o comunque io dovrei andare a prenderla per quell'ora.

Dopo essermi vestita con un paio di jeans neri a vita alta molto stretti, un top che a malapena copre tutta la mia parte superiore del corpo, inizio a truccarmi.

Dopo il trucco passo all'acconciatura: una semplice coda alta con qualche ciuffetto fuori posto. Con i miei capelli mossi naturali, l'effetto è perfetto.

Mi do un'occhiata veloce allo specchio, e mi rendo conto che al mio outfit mancano degli accessori.

Scelgo di mettere una cintura di pelle e una seconda collana, oltre la mia.

Poi scelgo degli orecchini, per cui prediligo alcuni pendenti di colore oro come la seconda collana.

Con me decido di non portare alcuna borsa o portafoglio, solo il mio telefono al cui interno ho tutto quello che mi serve.

Guardandomi nuovamente nel grande specchio presente in camera, mi rendo conto che mi sono dimenticata di scegliere le scarpe.

Senza pensare due volte, scelgo quelle regalatemi da Ivan che mi sono piaciute sin dall'inizio.

Per completare il tutto scelgo un giacchetto leggero da mettermi, e un altro cappotto da mettere sopra.

Visto che ci saranno degli uomini di papà che ci accompagneranno, decido di non prendere le chiavi della mia macchina.

Dopo che ho finito di preparami, scendo le scale e mi dirigo verso la cucina per salutare Vania.

Dopo ciò esco e mi dirigo verso Boris e Stephan, i quali già mi stavano aspettando, fumando entrambi, fuori dalla villa.

<Quindi sarete voi i nostri chaperon stasera?> Chiedo agli uomini, ed è Stephan che mi risponde. <Ottima scelta, no?> E io scoppio a ridere.

Tutti e tre saliamo in macchina. Gli uomini nei sedili davanti mentre io salgo nei sedili posteriori.

Ci dirigiamo verso la casa di Veronika che dista poco da casa nostra; infatti, in meno di venti minuti arriviamo rientrando anche nel orario prestabilito da entrambe.

È Stephan a scendere e a prendere Veronika, mentre io e Boris rimaniamo dentro la macchina.

Dal mio finestrino riesco a vedere Stephan che parla con il padre della ragazza, dopodiché vedo quest'ultima uscire dalla casa, accompagnata dall'uomo.

Appena Veronika sale in macchina ci saltiamo addosso per abbracciarci.

Nel frattempo, è rientrato anche Stephan, che ha rimesso in moto la macchina.

Per stasera io e Veronika abbiamo scelto un locale che non appartiene alla mafia, il Ten Thirty Eight.

Appena arriviamo, come concordato precedentemente con i due uomini, siamo solo io e Veronika a uscire.

Appena scendiamo dalla macchina sentiamo una voce rivolgersi a noi, la voce di Boris.

<Ragazze qualsiasi cosa noi siamo qui. Se le cose si mettono male fateci uno squillo altrimenti utilizzate i vostri bracciali per darci il segnale per intervenire. Va bene?>

<Va bene Boris.> Rispondiamo in coro mentre iniziamo a dirigersi verso l'entrata della discoteca.

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora