CAPITOLO 9

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ELENA

<Il Diamante Nero?> Chiede la moglie del signor Volkov.

Tutti nella stanza si pietrificano. Ora tutti sono realmente preoccupati della situazione.

<Elena potresti farci vedere i documenti tradotti?> Mi chiede mio padre.

Non mi faccio ripetere la richiesta, e cerco nella borsa il materiale richiesto.

"Ivan Volkov. Ivan. quindi è questo il suo nome. devo dire che li si addice.

sono proprio curiosa di sapere più cose su di lui." Penso mentre prendo i due plichi contenenti i documenti, appoggiandoli poi sul tavolo.

Il silenzio di tutti, creatosi per osservare i miei movimenti, viene interrotto da papà.

<Signori, direi allora di finire la nostra pausa e rimetterci al lavoro, visto che ora abbiamo anche il materiale.>

<Morozov ha ragione, così finalmente possiamo mettere una fine a questa lunga riunione.> Dice il signor Volkov.

Mi sento osservata da tutti, e quando voglio iniziare a parlare veniamo interrotti da uno squillo di un telefono, che blocca tutti.

I presenti nella sala si guardano tra di loro, e poco dopo capiamo che il telefono in questione appartiene al Signor Volkov.

Egli prende il telefono e osserva lo schermo, ma non risponde.

Resta a fissarlo, dopodiché si gira verso di me e mi mostra lo schermo del proprio telefono.

Allo stesso tempo mi chiede: <Signorina Morozov, questo numero non mi sembra russo e nemmeno europeo.

Sa per caso da dove potrebbero chiamarmi?

Chiedo, perché lei precedentemente ha detto che studia lingue straniere. Presumo che conosciate anche qualche codice telefonico.>

<Si signor Volkov, presumete il giusto. Infatti, quello che vi sta chiamando è un numero cinese.> Rispondo.

il signor Volkov mi sorride e mi ringrazia con un cenno della testa.

In tutto questo, non mi sono accorta che Ivan aveva posato nuovamente i suoi occhi su di me.

È da quando sono entrata che non mi toglie gli occhi di dosso.

Ho visto anche come mi scrutava. Avrà capito che non sono una semplice donna.

Si sarà anche reso conto che ho seguito un addestramento.

Inoltre, le mie mani sono piene di cicatrici da arma da fuoco, perciò, avrà fatto due più due e si sarà reso conto che so anche sparare.

Poi... Mi sono resa conto come guardava le mie due amichette qui.

Chissà cosa avrà pensato, poi a dire la verità ho anche un seno abbastanza piccolo. Penso, ma vengo risvegliata dai miei pensieri quando Lev Volkov mi pone un'altra domanda.

<Signorina Morozov, vorrebbe rispondere lei, magari riusciamo a ottenere più informazioni.>

<Oh, certo signor Volkov. Però aspettate un attimo che prendo un foglio e una penna per prendere appunti> Rispondo.

<Molto professionale la ragazzina.> Sento una voce maschile criticarmi, mentre cerco nella borsa quello che mi serve.

Una volta preso il necessario, non ci penso due volte e rispondo alla critica ricevuta.

"non mi faccio mettere i piedi in testa in questo modo" Penso.

<Senta signorino Omarov, la prego di portare un po' di rispetto a coloro che stanno lavorando e che vi stanno salvando il culo.>

Mio padre mi guarda con un'occhiata di rimprovero, e quando sto per accarezzarli la mano per rassicurarlo, vengo nuovamente attaccata.

<Senti ragazzina che non sei altro, cerca ti di portarmi rispetto!

E poi tu non stai facendo nulla per e non sei nessuno per salvarmi il culo.>

Questo è bastato per farmi alterare. Mio padre l'ha notato, ma non ha fatto in tempo a fermarmi.

Mi alzo in piedi di scatto, allontanando la sedia dietro di me.

Appoggio le mani sul tavolo, per poi girarmi verso Lazar.

<Senti, tra me e te, sei tu il ragazzino del cazzo Lazar.

E hai ragione io non sto salvando il culo a te, ma a tutte le persone presenti in questa stanza.>

Lazar sta per rispondere, ma viene interrotto dai fratelli Aleksandrovna.

<Cosa intende, Elena?> Mi chiedono.

Quando sto per rispondere, il signor Volkov zittisce noi tutti.

Mio padre poggia la sua mano sulla mia accarezzandomela, facendomi calmare di conseguenza.

Volkov non mi dice nulla. Mi passa solamente il telefono, perciò io lo prendo e rispondo.

La prima cosa che faccio dopo aver risposto metto il vivavoce, avvicino i fogli a me, prendo la penna e mi preparo a scrivere il necessario.

Faccio un cenno a tutti coloro che stanno intorno al tavolo e nella stanza cala il silenzio.

Dall'altra parte sentiamo una voce maschile chiedere: <Signor Volkov?>

Guardo il signor Volkov che mi fa un cenno con la testa.

Significa che ho la strada libera, e posso improvvisare quello che voglio.

Perciò do inizio alla mia recitazione.

<Si pronto? Purtroppo, qui parla la segretaria del Signor Volkov, Irina Romanov.

Il signor Volkov è impegnato in una riunione e ha dimenticato il suo telefono nel proprio ufficio.

Signore, la posso aiutare con qualcosa? Vuole per caso qualche informazione oppure lasciare un messaggio...>

Non faccio in tempo a finire che vengo interrotta dall'uomo al telefono.

<Senta signorina Romanov, voglio parlare con il signor Volkov!>

Alla sua risposta acida io cerco di contenere il malcontento generale, e cerco di ottenere più informazioni possibili.

<Signor Yang è per caso lei? Perché il signor Volkov mi ha fatto scrivere nella sua agenda di stabilire un incontro con lei per il carico di droga della scorsa settimana.>

L'uomo esita per qualche momento poi decide di rispondere.

<Si sono io signorina, scusi per il tono di prima ma ho bisogno di parlare con Volkov di una faccenda abbastanza urgente

Però visto che è in riunione... Qualche informazione me la potrebbe dare lei.

Le sarei molto grato, magari un giorno di questi possiamo andare a cena. Tra pochi giorni dovrei arrivare in Russia.>

Eccolo, è cascato in trappola. Mi ha dato informazioni in più che nessuno dei presenti sapeva.

Alzo lo sguardo e mi ritrovo Ivan che mi sorride e mima una parola con la bocca: "Brava."

Io sorrido a mia volta e ritorno a concentrarmi su questa dannata telefonata.

<Mi dica signor Yang, cosa vorrebbe sapere?>

Lui non esita questa volta, e va direttamente al punto.

<Ha mai sentito parlare del Diamante Nero?>

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora