CAPITOLO 30

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ELENA

<Elena svegliati.>

Vengo svegliata da una voce maschile, che inizialmente non ricollego a quella di Ivan.

Mi alzo pigramente a sedere sul letto, mentre mi strofino gli occhi.

Routine che ormai ho iniziato a ripetere a casa dei Volkov da tre settimane.

<Che succede?> Gli chiedo mentre inizio a scendere dal suo letto.

In queste settimane ci siamo avvicinati molto.

Periodo in cui ho iniziato a capire che non voglio solamente dell'amicizia tra me e lui.

Ma ovviamente siamo solo amici, come mi ha detto l'altra volta.

<Oggi viene tuo padre a pranzo da noi. Credo che devi iniziare a prepara le tue cose.> Mi dice Ivan strappandomi dai miei pensieri.

<Perché?> Gli chiedo non capendo.

<Perché,> Mi risponde mentre mi dà uno pizzicotto sul naso, in modo scherzoso.

<Ieri sera Sergei ci ha comunicato che la situazione è stabile, perciò ora puoi tornare a casa.

Ecco perché oggi viene a pranzo da noi.> Finisce di dirmi Ivan, mentre si siede sul lato sinistro del letto.

Io non aspettandomi tale notizia, sorrido felicemente mentre mi avvio verso le grandi finestre della sua stanza.

Solamente quando vedo il suo riflesso nelle vetrate, mi rendo conto che la mia felicità non è condivisa.

Mi giro verso di lui dove il mio sguardo viene catturato dai suoi occhi che vengono attraversati da una leggera tristezza.

"non vuole che me ne vada, magari ho qualche possibilità con lui" Penso.

Continuo a mantenere il contatto visivo che lui, però, interrompe per alzarsi e dirigersi verso la porta.

La apre, si gira di poco verso di me, continua a guardarmi, dopodiché varca la soglia e si chiude dietro di lui la porta.

Ho deciso di rimanere nella mia stanza per tutta la mattinata, dove ho iniziato a preparare le mie cose.

Ormai è pomeriggio, e senza alcun suo avviso vengo raggiunta da Veronika, la quale mi aiuta a preparare i bagagli mentre chiacchieriamo.

All'ora di pranzo, come mi aveva comunicato Ivan, papà arriva a casa dei Volkov, accompagnato da Stephan.

È a pranzo che rivedo Ivan. Durante tutto il pasto non si rivolge a me, mi osserva solo.

Alla fine del pranzo papà e Stephan mi aiutano a portare fuori i bagagli, e metterli nella loro macchina.

Nel frattempo, inizio a salutare tutti, notando l'assenza di Ivan.

Salgo nei sedili posteriori della macchina, mentre papà con il suo braccio destro si siedono su quelli anteriori.

Mentre lasciamo la casa dei Volkov, appoggio il mio viso al finestrino.

Mentre osservo l'intera casa, noto sul balcone della stanza di Ivan lui che urla contro il fratello.

Si ferma quando vede la mia macchina uscire dal loro cancello principale.

"forse è riuscito addirittura a vedermi" Ipotizzo mentre papà continua a guidare verso casa nostra.

Appena arrivo vengo accolta da una Vania molto preoccupata, che rassicuro sin da subito sulla mia condizione.

Gli uomini si ritirano nell'ufficio per discutere di affari, mentre io mi dirigo verso la mia camera.

Una volta entrata mi butto sul letto, pigra ad aprire le valigie e rimettere le cose apposto.

Poco dopo, senza rendermene conto mi addormento.

Durante la permanenza a casa dei Volkov, solo i primi giorni ho avuto i miei soliti incubi riguardanti il rapimento.

Dopodiché sono iniziati a diminuire.

Non ho avuto molto tempo di pensarci troppo visto che ogni volta Ivan mi portava fuori per distrarmi.

Circondata da questo silenzio e ripensando al comportamento di Ivan di oggi, gli incubi non esitano a ritornare.

Mi sveglio di colpo balzando sul letto.

Mi giro di scatto verso la porta quando sento Vania parlarmi.

<Tesoro la cena è pronta.>

<V-va bene vania, scendo tra qualche momento.>

Mentre sento i passi di Vania allontanarsi mi concentro a regolare il mio respiro, però non ci riesco.

Il mio petto inizia a salire e scendere in modo frenetico.

Un dolore poco acuto mi attraversa il petto.

Lo strazio continua fino a quando non mi allontano mentalmente dai brutti ricordi facendo dei respiri profondi.

"il rapimento ha portato a galla ricordi che avevo seppellito da tempo" Penso.

Una volta calmata, mi alzo dal letto e mi dirigo nel bagno della mia camera.

Mi do una veloce rifrescata e scendo giù nella sala da pranzo, dove tutti mi stavano aspettando.

Fortunatamente riesco a nascondere la mia reale condizione, e il mio attacco di panico precedente.

Consumata la cena e alzati tutti da tavola, decido di dirigermi in cucina.

Prendo dalla dispensa alcune bevande e snacks.

Mi dirigo verso il frigo e prendo anche un po' di torta fatta da Vania, oltre a una vaschetta di gelato alla frutta.

Dopo aver preso tutto risalgo in camera mia, nella quale non chiudo un occhio per tutta la notte.

Purtoppo gli incubi si sono perseguiti insieme ai miei attacchi di panico nelle due settimane successive.

Nonostante ciò, sono riuscita a nasconderli a tutti, anche alla mia migliore amica, che mi chiama ogni volta che sente la mia mancanza.

Ormai è venerdì pomeriggio, e io sono intenta a guardare un film, quando a causa della stanchezza, i miei occhi si fanno pesanti e si chiudo di propria volontà.

Come al mio solito mi sveglio all'improvviso, e mi precipito nel bagno a rimettere tutto quello che ho consumato a pranzo.

Appena esco dal bagno, sento una voce maschile passare per il corridoio davanti alla mia camera.

Mi avvicino alla porta per distinguere meglio le voci.

Purtroppo, non capisco cosa dicono, perciò mi allontano e mi dirigo verso la mia scrivania per guardare l'ora sul cellulare.

Ormai è pomeriggio inoltrato, e dalla mia finestra inizio a vedere il tramonto.

Mi metto a cercare il mio pacchetto di sigarette nella mia borsa, quando la porta della mia camera viene spalancata all'improvviso.

Mi giro molto lentamente, e mi imbatto nella figura di Ivan vestito elegantemente.

Tra le sue mani ha un piccolo bouquet di rose rosse.

<Preparati, questa sera vieni a cena con me.>

Rivedere la sua figura dopo tanto tempo, fa diventare i miei occhi lucidi.

"bastardo" Penso mentre gli vado incontro.

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora