CAPITOLO 12

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IVAN

Tutti quanti noi, la mia famiglia e i Morozov, usciamo dalla sala riunioni.

Per prima facciamo uscire le signore, quindi Mamma, Elena e poi Larisa. Dopodiché escono Papà, Sergei ed infine io e mio fratello.

Arriviamo nell'anticamera, nella quale sono rimasti pochi uomini, che sarebbero le nostre guardie personali.

Elena e suo padre si avvicinano a due uomini, rispettivamente Stephan e Boris.

Due uomini veramente rispettabili nel loro settore.

Stephan è un ex sicario e attualmente braccio destro di Sergei mentre suo fratello, Boris, è molto bravo a far parlare la gente, ed è la guardia personale di Elena.

Elena. Elena è veramente una bellissima donna, in tutto il suo splendore.

Finalmente questa riunione è finita e posso ammirarla dalla testa ai piedi.

Devo riaffermare che sta mettendo a dura prova il mio auto controllo.

Ha un corpo da urlo. Mette i brividi solo a guardarlo. Credo che molte donne siano gelose del suo fisico.

All'improvviso, si gira verso di me e io come un ragazzino mi giro in maniera molto veloce verso la mia guardia personale, Davyd.

Quest'ultimo si mette a ridere mentre mi dà una pacca sulla schiena.

<Quindi fratello dimmi: Chi è, Cosa ci faceva nella sala riunione, cosa fa nella vita, come si chiama e soprattutto... Ti interessa?>

Davyd inizia a guardarsi intorno posando più di una volta, senza farsi notare, gli occhi su Elena.

Mentre lo fa, dentro di me sento una punta di gelosia. Perciò decido di rispondere alle sue domande.

<Figlia di Morozov. Ci ha portato dei documenti tradotti sulla mafia cinese. È una studentessa universitaria. Il suo nome è Elena...>

Non finisco la mia frase, mi avvicino all'orecchio di Davyd, e gli bisbiglio in modo che solamente lui mi senta.

<...E cazzo se mi interessa. Nella sala riunioni ha messo a dura prova il mio autocontrollo.

Non so come mi sono trattenuto di non portarla da qualche parte e prenderla...Cazzo se mi interessa Davyd.>

La mia guardia personale scoppia a ridere come un coglione. La sua risata aumenta quando si gira per guardarmi in faccia.

È cavolo se non dargli ragione. Sto dando dimostrazione che Elena Morozov, mi sta letteralmente fottendo in poco tempo.

Alla risata sonora di Davyd, ci siamo guadagnati entrambi, da mia madre e Larisa, un'occhiata letale che ha fatto il suo dovere.

Ignoro le due donne, e mi giro nuovamente a guardare Elena, e lei capendo la mia situazione, mi sorride facendomi l'occhiolino.

Cavolo, mi sta pure provocando ora. Però una domanda mi sorge spontanea, perché non c'è un contratto per lei.

Morozov, ma anche mio padre non hanno mai parlato di Elena.

Chissà che cosa ha per non dare la sua mano a un uomo del nostro mondo.

Dopo tutto si sa, nel nostro mondo quando una donna non ha almeno un'offerta di matrimonio, significa che c'è qualcosa sotto.

Il non essere più vergine, qualità molto importante, la scappatina di casa con un'altro uomo, il corpo non è un grado di concepire... E cose del genere.

"lei che cosa avrà che non va bene per un contratto di matrimonio?" Mi chiedo fino a quando percepisco la voce di mia madre che mi allontana dai miei pensieri.

<Andiamo a casa ragazzi, ormai si è fatto tardi!> Ci dice con quel suo tono gentile.

A noi si aggregano anche i Morozov, che ci accompagnano fino all'uscita.

Loro, a differenza nostra, hanno fatto andare avanti le proprie guardie personali, rimanendo solamente loro.

Scendiamo le scale a chiocciola, arrivando al piano principale del night club, ancora in pieno movimento.

Dopotutto sono ancora le undici di sera.

Usciamo dal locale e ci dirigiamo al parcheggio posteriore dell'edificio, scoprendo che anche i Morozov avevano parcheggiato qui.

<Elena con chi vuoi ritornare? Con me oppure con il signor Sergei?> Chiede Boris ad Elena, che non tarda a rispondere.

<Se per te va bene papà vorrei venire con te in macchina. Vorrei rispondere alla domanda dell'altra volta.>

<Va bene tesoro, allora dammi le tue borse che le porto in macchina. Intanto tu inizia a salutare i Volkov.> Dice Sergei.

Chissà quale era la domanda fattagli da Sergei.

<Elena hai tu le chiavi della mia macchina, giusto?> Chiede Boris ed Elena non tarda a rispondere.

<Tienile Boris, le avevo prese prima.> Risponde, mentre cerca nella sua borsa.

<Boris hai fatto nuovamente guidare Elena? Dimmi che domani mattina non mi ritrovo con un'altra multa.> Chiede Sergei.

Elena scoppia a ridere, mentre si avvicina a noi ed inizia a salutarci, abbracciandoci e baciandoci sulle guance.

<Cioè?> Chiede invece mio padre.

<Forse non lo sapete, ma io ho la patente e mi piace molto guidare, soprattutto durante la notte.

Qualche volta, anzi, spesso esco a guidare di notte e qualche volta premo troppo il pedale dell'acceleratore.

Perciò papà si ritrova con qualche regalo la mattina.> Ci dice Elena

Tutti noi scoppiamo a ridere e nel frattempo, è ritornato anche Sergei, il quale anche lui inizia a salutarci.

<Io lo ridico Elena, a te non piace guidare di notte, ma correre di notte.

Con questo passo chiudo signori. Buona notte!> Dice Boris, prima di salire in macchina.

Anche Stephan ci saluta, da lontano, e sale anche lui in macchina del fratello minore.

Elena arriva a salutare me. Lo devo ammettere però, aveva ragione. È davvero bassa.

Lei si mette sulle punte per abbracciarmi, e io altrettanto mi piego per aiutarla.

La stringo forte a me e le mie narici vengono riempite da suo odore. Caffè, cioccolata e un po' di...

Nicotina? Non dirmi che questa ragazza fuma anche!

Non faccio in tempo a chiederglielo, che lei si avvicina alla mia guancia e me la bacia, lasciandomi senza parole.

Sergei ed Elena si allontanano, partendo insieme ai propri uomini, mentre io rimangono ancora di stucco.

Mi ha baciato sulla guancia, ma non è stato un semplice bacio è stato...

Non faccio in tempo a finire la frase che mia sorella mi interrompe.

<Qualcuno qui si è innamorato... Questo fratello, viene chiamato amore a prima vista. Eh, sì fratello, esiste.>

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora