CAPITOLO 28

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ELENA

La porta si apre molto lentamente, mostrando la figura di Ivan.

<Elena è successo qualcosa?> Mi chiede preoccupato, e io con un cenno della testa faccio segno di no.

<Posso entrare?> Vedo una certa indecisione attraversargli gli occhi, ma poi decide di aprire la porta del tutto.

Appena entro nella sua stanza, capisco la sua indecisione iniziale.

Infatti, come entro nella stanza vengo accolta dal saluto della sua guardia personale, Davyd.

<Ciao, Elena tutto bene?> Mi chiede anche lui, facendo la stessa domanda dell'amico.

Mi giro di poco su me stessa, mentre osservo Ivan chiudere la porta.

Nella stanza cala il silenzio, durante il quale i due uomini mi osservano per capire quali prossime mosse attuare.

<Ragazzi tranquilli. Sì, sono stata rapita. Sì, sono stata torturata. Sì, sto avendo problemi con la presenza maschile, ma...

Non credo che ogni volta che vedo un uomo scappi mentre chiamo la polizia. Calmatevi, ok?> Sbotto all'improvviso.

Mi guadagno così una risata da parte di Davyd.

<Questa ragazza inizia a piacermi fin troppo!> Esclama chiedendomi poco dopo, <Whisky?>

<Si ti prego. Se puoi passami direttamente tutta la bottiglia, mi faresti un piacere.> Gli dico, mentre lui ricomincia a ridere.

<Problemi a dormire?> Mi chiede Ivan, mentre Davyd mi versa del whisky in un bicchiere.

<Yep, purtroppo non riesco a chiudere occhio. Ho anche rimesso... Mi dispiace troppo, la cena di tua madre era deliziosa.>

Dico con poca nonchalance, mentre mi porto il bicchiere, passatomi da Davyd, alla bocca per bere un sorso.

Il liquido in poco tempo, mi brucia lungo tutta la mia gola.

I due uomini mi guardano con gli occhi spalancati alla mia rivelazione.

<Sicura che non vuoi qualcosa per dormire?> Questa volta è Davyd a parlare.

<Tranquilli ragazzi in qualche modo ce la farò... Non vorrei introdurre nel mio corpo altre pasticche. Ne ho avute fin troppe in poco tempo.>

Anche a questa affermazione i due mi guardano preoccupati, mentre io sono occupata a versarmi un secondo bicchiere di whisky.

Dopo poco tempo il ghiaccio tra di noi si scioglie, e iniziamo a conversare in modo naturale.

Verso le due di mattina, Davyd si alza per andare a dormire, visto che domani deve trovare nuove informazioni sui cinesi.

Perciò nella stanza, rimango solamente io con Ivan.

<Ma quei due stanno insieme ora?> Gli chiedo. <Chi? Radim e Veronika?> Mi domanda a sua volta.

Io faccio sì con la testa mentre lui mi spiega la loro situazione.

In questi giorni, mentre io ero K.O., Radim e Veronika si sono avvicinati molto. La prima ad averlo fatto è stata la stessa Veronika.

"finalmente si è resa conto che Radim non è un cattivo ragazzo" Penso mentre il mio sguardo è perso nel mio bicchiere, ormai vuoto.

<Credo sia ora che andiamo a dormire Elena, è tardi.> Mi dice Ivan.

Alle sue parole, alzo il mio sguardo verso il suo.

<N-Non ci riesco...> Dico, mentre gioco con il bicchiere che ho tra le mie mani.

<Ho detto "andiamo" Elena. Stasera dormi con me, qui nella mia stanza.>

Forse per la stanchezza, forse per l'alcool, accetto la sua proposta senza alcuna vergogna o ripensamento.

Lui inizia a riordinare il disordine creatosi.

Nel frattempo, io decido di avviarmi verso il letto e mettermi sotto le coperte.

Le luci vengono spente. Rimane accesa solo quella del bagno e quella del suo comodino.

Lui si avvicina al lato opposto al mio del letto, dove anche lui si mette sotto le coperte.

Si gira verso il suo comodino e spegne la lampada sopra di esso.

<Ma la luce del bagno? Non spegni anche quella?> Gli chiedo non capendo.

<Quella la lascio per te, va bene?> Mi dice, facendomi arrossire le guance.

Io mi rigiro dall'altra parte, con la mia schiena verso la sua, e chiudo gli occhi addormentandomi subito dopo.

Durante la notte, ho nuovamente un incubo peggiore di quelli precedenti, forse a causa della stanchezza.

Apro gli occhi di scatto e mi metto a sedere sul letto con la medesima velocità, velocità con cui i miei occhi si riempiono di lacrime.

Dimenticandomi della mia scelta di rimanere a dormire nella camera di Ivan, mi spavento quando si rivolge a me.

<Shhh, Elena. Stai tranquilla non sei più sola. È stato solamente un incubo.>

Mi dice per tranquillizzarmi, mentre mi abbraccia e con movimenti circolari mi accarezza la schiena.

Riesco a calmarmi, e lo ringrazio quando mi passa un bicchiere d'acqua.

Si mette a sedere vicino a me, con la schiena rivolta verso lo testiera del letto, mentre mi mette qualche ciocca di capelli dietro l'orecchio.

<Sei sicura che non vuoi nulla, Elena?> Mi chiede con una voce molto preoccupata.

"mi chiedo perché sia così preoccupato per me. ci conosciamo da poco tempo" Penso, mentre lo osservo poggiare il mio bicchiere sul comodino.

<Non voglio nulla, però grazie per la proposta.>

Lui mi fa un cenno di aver capito, mentre io mi butto con tutto il mio peso sul letto.

Mi porto le mani agli occhi per poi strofinarli, rivolgendomi poi nuovamente a lui.

<Mi dispiace per averti svegliato, non... Anzi sai una cosa, io ritorno in camera mia così tu ti riposi. Domani sarai impegn->

Non faccio in tempo a finire, che le mie mani da sopra la mia faccia, vengono sposate da quelle di Ivan.

<Non pensarci nemmeno. Tu rimani con me, non voglio nemmeno pensare quello che passerai da sola in quella stanza. Nonostante sia vicina alla mia.>

Mi dice, mentre con un poco della sua forza mi fa spostare dalla parte del letto dove stava dormendo, prima che lo svegliassi.

Spegne la luce del mio comodino, accesa prima, e si mette dietro di me.

Tira le coperte su entrambi e avvolge le sue mani attorno al mio corpo.

In modo gentile, mi tira verso il suo corpo, verso il suo petto, e mi stringe con maggiore forza al suo corpo.

Inizialmente sono imbarazzata dalla situazione creatosi, ma poco dopo mi addormento.

Questa volta però non avendo più nessun incubo fino al mio risveglio.

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora