CAPITOLO 2

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ELENA

Dall'altra parte sento il mio professore rispondere.

<Si? Chi è?> Chiede lui dall'altra parte.

<Sono la Signorina Morozov, professore, posso entrare?>

Rispondo, nel mentre inizio ad avvicinarmi alla porta, sentendo dei passi avvicinarsi a quest'ultima.

Vedo la maniglia che si abbassa, dopodiché mi ritrovo la faccia del mio professore che mi guarda con aria alquanto divertita.

<Signorina Elena, quante volte le ho detto che non deve bussare alla porta ogni volta? Ancora non mi capacito di questa sua abitudine!

Devo capire perché continua a farlo... Per favore entri e si accomodi alla sua postazione, signorina Morozov.>

<La ringrazio molto professor Smith.> Gli rispondo entrando nell'aula.

Entro nella grande stanza illuminata dai raggi del sole, che penetrano dalle grandi vetrate, e mi dirigo alla mia postazione.

Appoggio la mia borsa sulla mia scrivania, tiro fuori il pc, lo metto sulla scrivania, lo accendo e faccio l'accesso.

Finito la preparazione per il lavoro che devo iniziare e concludere, mi avvicino nuovamente alla mia borsa e frugo all'interno di essa alla ricerca delle mie sigarette.

Una volta trovate ne sfilo una dal suo pacchetto, prendo l'accendino e mi avvio verso una delle tante finestre.

Apro la finestra e una leggera brezza invernale mi accarezza il viso.

Mentre accendo la sigaretta, mi giro verso le persone di questo gruppo e mi metto ad osservarle una per una.

Uno dei miei grandi difetti, oppure pregi, è quello di osservare ogni minima cosa, scrutare con attenzione tutto quello che mi circonda.

Questo va dal luogo in cui mi trovo, agli oggetti che mi circondano, ai dettagli di quest'ultimi...

Arrivando all'osservazione minuziosa delle persone e del loro comportamento.

Il team di traduzione è composto da quattro persone al di fuori di me, Zoe, Ashley, Mark e Alex.

Loro hanno il compito di tradurre il libro dall'inglese al russo, visto che sono madrelingua inglesi e allo stesso tempo stanno studiando il russo.

Il professore Smith, anche lui madrelingua inglese, mi ha dato l'incarico di supervisionare il lavoro di traduzione essendo, invece, io madrelingua russa.

In pratica, dette in parole povere, devo fare poco.

Controllo se le loro traduzioni vanno bene oppure hanno bisogno di qualche variazione.

Oltre alla supervisione di questi ragazzi, che sono più piccoli rispetto a me, perciò, frequentano corsi dei primi anni, mi occupo da sola della traduzione in spagnolo.

Oggi, per fortuna abbiamo poco lavoro.

Mancano solo quattro capitoli da tradurre, così posso scappare a casa e riposarmi.

Finalmente finisco la mia sigaretta e ritorno alla mia postazione.

Gli altri continuano il proprio lavoro e io mi occupo della mia traduzione in spagnolo.

Mentre Ashley mi porta la sua parte di lavoro, il mio telefono posato accanto a me sulla scrivania vibra.

Prendo il telefono, lo accendo e vedo un messaggio da parte di papà.

PAPÀ:

"Hey come va tesoro? spero di non disturbarti.

Potresti, più tardi, passare per il Night Heaven e portarmi i documenti che ho lasciato nel mio ufficio a casa?"

Leggo il suo messaggio ma lo ignoro completamente, concentrandomi sul controllare il lavoro che mi ha appena portato Ashley.

Una volta che ho dato una veloce occhiata al manoscritto tradotto, le faccio segno con la mano di andare.

Ashley prende le sue cose, le mette nella sua borsa e si avvia verso Mark, al quale dà un bacio sulla guancia.

Dopodiché saluta tutti noi ed esce dalla stanza.

Intanto, mentre do una controllata più attenta al lavoro di Ashley, si avvicinano anche Alex e Zoe, i quali, anche loro, mi portano i loro lavori.

Anche loro sistemano le proprie postazioni e si preparano i rispettivi zaini, salutandoci infine prima di uscire dalla stanza.

L'unico che rimane è Mark che vedendolo in difficoltà, decido di alzarmi dalla mia postazione e aiutarlo, così tutti noi finiamo prima questa tortura.

Appena mi avvicino lo spavento. Io e il professore scoppiamo ridere e in seguito si aggiunge anche lui.

<Tutto bene Mark?> Chiedo alla povera anima in pena.

<Tutto bene.> Risponde <Anche se...Sono un po' indeciso su questa parte.> Continua con una voce che implora aiuto e consiglio.

Senza pensarci due volte gli strappo i fogli da davanti gli occhi, li porto alla mia scrivania e li butto su di essa appoggiando infine una mano su quest'ultimi.

<Ora puoi andare dalla tua ragazza, Mark. Grazie mille per il lavoro, il tuo aiuto e la tua partecipazione a questo progetto.> Gli dico mentre do un'occhiata di sfuggita al suo lavoro.

Questo ragazzo è sempre insicuro di sé, ma non sbaglia mai una virgola.

Ogni lavoro che mi ha consegnato sono sempre stati dei capolavori di traduzione.

Non capisco il perché continua a comportarsi così...

Ha veramente un talento per le traduzioni ed è anche molto portato per le lingue.

<Grazie mille Elena.> Mi dice mentre raccoglie le sue cose e, anche lui come i suoi compagni, riorganizza la propria scrivania.

<E buone vacanze estive, ci vediamo in giro. Arrivederci professore!> Continua lui mentre varca l'uscio della porta.

Io faccio un gesto con la mano salutandolo, appoggiata alla mia scrivania e rispondendogli.

<Ancora grazie a te Mark. Buone vacanze anche a te.

Miracolando riposati e divertirti, quest'anno hai studiato per quattro persone!>

Lui mi saluta un'ultima volta con la mano mentre sorride alla mia ironia.

In seguito, si aggrega a me anche il professore.

<Elena, grazie mille per il tuo grande lavoro e impegno in questo progetto scolastico.

Sei stata molto importante per il suo proseguimento. Ora qui finisco io, tu puoi andare pure.>

Mi dice il professore mentre si avvicina a tutti i fogli contenenti i lavori di traduzione raccolti in questi mesi di lavoro.

Non ci penso due volte a farmelo ripetere.

Raccolgo le mie cose dalla scrivania e le butto alla rinfusa nella mia borsa.

Metto a posto la sedia, prendo il telefono dalla scrivania, mi avvicino all'attaccapanni e prendo il mio cappotto lasciato lì da almeno una settimana.

"sono veramente una grande sbadata!" Penso mentre saluto il professore.

finalmente esco dalla grande aula, dirigendomi verso il parcheggio comune della scuola.

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora