ELENA
Io, insieme a Veronika, arriviamo davanti all'entrata del locale, illuminata solamente dall'insegna con la scritta Ten Thirty Eight.
Appena entriamo, veniamo accolte da un fumo generale e dalla musica ad alto volume, oltre alla grande marea di persone.
La prima cosa che facciamo entrambe, è pagare i camerini per lasciare i nostri cappotti.
Appena Veronika si toglie il proprio, finalmente vedo il vestito che ha scelto di indossare stasera.
È di un semplice color argento, corto ed è abbastanza provocante
Ai piedi porta, come me, un paio di tacchi alti neri, e nonostante questi, stranamente non arriva alla mia stessa altezza.
<Andiamo al bancone a prendere qualcosa da bere?> Mi chiede lei, gridando per farsi sentire.
Io mi avvicino al suo orecchio per darle la risposta. <Sì credo sia un'ottima idea per dare inizio alla serata.>
Entrambe ci allontaniamo dai camerini, e ci avviamo verso il bancone.
Facciamo un po' di fatica a trovare due posti liberi, ma appena li adocchiamo, ci sediamo.
<Buona sera signorine, cosa volete da bere?> Ci chiede il giovane uomo appena ci sediamo, ovviamente gridando per farsi sentire da noi.
<Per ora ci porti due giri di shottini di vodka liscia, poi vediamo.> Gli rispondo, guadagnandomi una lunga occhiata dalla mia amica.
Il nostro primo giro di shottini arriva nel giro di pochi minuti, ed entrambe li buttiamo giù tutto d'un fiato.
<Allora amica...> Inizia la roscia. <Cosa ci facevi a casa dei Volkov?>
<Hanno invitato me e papà a pranzo da loro, dopo una riunione tra i vari boss. Alla fine, siamo rimasti per tutto il giorno alla loro villa.>
<Lui com'è?> Mi chiede, ma io non capendo a chi si riferisca, la inzio a guardare dubbiosa.
<Intendo... Radim com'è? Non di aspetto, ma di comportamento. Ovviamente da quello che hai potuto capire Ele.>
La guardo e penso che lei veramente voglia far funzionare il loro matrimonio.
Nonostante sia un matrimonio di convenienza, come quello dei suoi genitori.
<È un tipo apposto. Gentile, cordiale molto simpatico, divertente... Anche d'aspetto non è male, esattamente come il fratello.>
<Intendi Ivan, giusto? Quel uomo mica scherza!
Per caso la nostra Elena ha messo i suoi occhi su di lui? Dimmi che non te lo vorresti scompare...>
<Per ora siamo solo amici.> Dico fin troppo velocemente, non convicendo nemmeno me stessa.
<È vero che è bello, però... Credo che manchi la scintilla per farmi pensare a scoparmelo.>
Intanto che finisco di dire la mia, arriva anche il secondo giro dei nostri shottini, che fanno la stessa fine dei primi.
Quando sto per chiamare nuovamente il barista, per prendere qualcos'altro da bere, vengo fermata dalla mia amica.
<Ele, possiamo prendere altro da bere dopo. La serata è ancora lunga!> Mi dice Veronika.
Si alza dalla sua sedia e mi tira per un braccio, portandomi sulla pista da ballo.
Entrambe iniziamo a ballare, lasciandoci trasportare dalla musica.
Tra le varie canzoni che susseguono, entrambe andiamo varie volte al bancone per bere.
Al nostro ennesimo ritorno in pista, mentre sto ballando con Veronika, mi accorgo che dietro di lei si avvicina un ragazzo.
Ovviamente lei, già mezza ubriaca, inizia a ballare in modo provocante e si fa strisciare addosso da quest'ultimo.
Non ci do tanta importanza, è la sua serata dopotutto.
Mi avvicino a Veronika per avvisarla della mia capatina in bagno.
Al mio ritorno nella sala, però, non riesco più a trovarla in mezzo a tutta la gente.
Però a un tratto, con la coda dell'occhio, mi sembra di scorgere una figura conosciuta.
Con questo unico pensiero in testa, mi volto, scoprendo con mia grande delusione, che sia stata una mia immaginazione.
Nel frattempo, ritorno in mezzo alla pista trovando Veronika, con cui inizio nuovamente a ballare.
Senza accorgermene, dietro di me si avvicina qualcuno, per colpa della musica e sia del alcool, mi lascio andare tra le sue braccia.
Lui senza esitazione si avvicina ulteriormente a me, ritrovandomi, la schiena, a stretto contatto con il suo petto.
Le sue mani iniziano a sfiorare il mio corpo, partendo dalle mie braccia arrivando ai miei fianchi, di cui si impossessa.
Io continuo a ballare, muovendomi più sensuale di prima, e lui asseconda i miei movimenti.
<Tu sì che ti sai muovere.> Mi dice con la sua voce roca.
Alla sua voce mi congelo subito sul mio posto, girandomi poi di scatto verso di lui.
Lui non dà peso alla mia reazione, e si avvicina ulteriormente. Oramai il mio petto è a stretto contatto con il suo.
<Co-Cosa ci fai qui?> Chiedo, senza nascondere la mia sorpresa.
Non mi risponde anzi, fa avvicinare il mio bacino al suo, e mi fa ballare in modo sensuale, più di prima.
Avvicina la sua testa al mio volto.
Il respiro tra di noi si fa più intenso.
Il mio respiro diventa il suo. Il suo diventa il mio.Continuiamo a ballare senza staccarci, anzi continuiamo a fare il contrario. Avanziamo sempre di più.
Ivan si avvicina con la sua bocca, e il suo respiro caldo verso il mio corpo.
Sulla mia mandibola, sul collo, poi passa alla mia clavicola, dove trova il mio giacchetto, che sposta di poco, e mi dà un bacio leggero.
Un bacio leggero, che inizia a intensificare in uno più passionale.
Io mi aggrappo a lui, e faccio scorrere le mie mani tra i suoi capelli.
Lui si stacca da me, sempre in modo lento, ripercorrendo tutto il suo percorso iniziale.
Quando si allontana dal mio viso, si ferma all'improvviso, facendo bloccare anche me.
Vedo il suo volto cambiare espressione in una di consapevolezza.
Ivan si allontana molto velocemente. Così veloce che non riesco a metabolizzare il tutto.
Inizio a cercare nuovamente Veronika, dalla quale mi sono allontanata nuovamente.
Non faccio in tempo a prendere il telefono, per chiamare i due uomini fuori, che sento una puntura nel mio braccio.
Mi giro verso il colpevole, cercando allo stesso tempo di azionare il dispositivo all'interno del bracciale.
Però, non ci riesco. Mi sento svenire. Infine inizio a vedere tutto nero.
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La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|
Aksi(da revisionare) |Primo libro della Trilogia Diamante Nero| Elena è una giovane ragazza che studia lingue straniere all'università di Mosca, Russia. Un giorno si ritroverà a portare dei documenti importanti, appena finiti di tradurre, ad uno dei ta...