CAPITOLO 14

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ELENA

Dall'altra parte della porta sentiamo dei passi avvicinarsi verso di noi. Ad aprirci è il signor Volkov.

<Sergei, Elena... Benvenuti! Prego entrate pure.> Ci dice Volkov, facendoci entrare.

Papà mette la sua mano sulla mia spalla e mi incita ad entrare, perciò lo precedo per poi essere seguita dalla sua figura.

Dietro di noi il signor Volkov chiude la porta, e si avvicina nuovamente a noi.

Per prima cosa saluta me, abbracciandomi e dandomi un bacio sulla guancia, dopodiché si concentra su mio padre, a cui stringe la mano.

Nel frattempo che i due uomini iniziano a conversare, mi giro e do un'occhiata veloce alla casa.

Vengo interrotta nella mia ispezione da Elmira che ci saluta, <Oh, benvenuti signori.>

Dopodiché posa il suo sguardo sulle buste che ho in mano.

<Elena! Cosa sono tutte quelle buste che hai mano? Non ditemi che vi siete disturbati per noi!>

Io mi allontano dai due uomini, che alla frase di Elmira hanno puntato i loro sguardi su di me, e mi avvicino alla donna.

<Tranquilla Elmira, non è nulla. Solo dei piccoli pensieri per voi e per il pranzo.> Le dico, tranquillizzandola.

Lei mi saluta, stessa azione che ripeto anch'io.

<Dai venite da questa parte, il pranzo sarà pronto a momenti.

Tesoro, puoi prendere i cappotti di Sergei ed Elena e portarli di là, grazie.> Chiede la donna al marito.

Senza aspettare un secondo di più, il signor Volkov prende i nostri soprabiti.

<Sergei vuoi venire con me? Vorrei discutere con te di una cosa nel mio ufficio.> Chiede Volkov.

Io mi giro verso mio padre, che senza esitazioni, decide di seguire Volkov, che si era già incamminato.

<Dai tesoro, seguimi da questa parte. I ragazzi sono tutti in soggiorno.> Mi dice Elmira.

Io mi giro verso di lei, la quale si era già avvicinata a me, e aveva poggiato la sua mano sul mio gomito.

Le sorrido con un mio tipico sorriso, e decido di seguirla.

Arriviamo nel salotto che è un open space con la cucina e la sala da pranzo.

Il soggiorno è molto grande e luminoso, grazie ai grandi vetri presenti. Ai lati delle grandi vetrate, si trovano delle librerie ricolme di libri.

Al centro della stanza si trova il salotto con tutto l'arredamento tipico: divano, televisione, tavolino basso e poltrone.

Dietro si trova la cucina con un'isola centrale molto grande.

Tra la cucina e il salotto si trova un tavolo molto grande, per almeno dodici persone, che viene apparecchiato da Ivan.

A guardare quell'uomo, alto e robusto che apparecchia mi fa ridere come una stupida.

<Non mi aspettavo che gli uomini del nostro mondo sapessero apparecchiare la tavola.>

Esordisco io facendo ridere Elmira e allo stesso tempo facendo raggelare la figura di Ivan, che alza di scatto la sua testa e punta i suoi occhi nei miei.

Il nostro contatto visivo viene interrotto da Radim, che mi si avvicina e mi saluta.

<Hey Elena, benvenuta. Cosa sono tutte queste buste? Vuoi una mano?> Mi chiede l'uomo.

<No, tranquillo Radim ce la faccio.> Rispondo io.

Ivan continua ad apparecchiare la tavola, mentre io decido di disfarmi delle buste.

<Allora...> Inizio a dire, dopodiché continuo con il mio discorso.

<Questa busta è per te Radim spero che ti piaccia.> Gli passo la busta rossa.

<Questa invece è per te Elmira.> Anche lei prende la busta oro, e come il figlio mi ringrazia baciandomi la guancia.

<Poi...> Rigiro le buste trovando quella per Larisa. <Questa è per te Lari, è piccola però credo che ti piacerà molto.>

Lei si alza di scatto dal divano, e si dirige verso di me correndo, inglobandomi in un caloroso abbraccio per ringraziarmi.

Mi dirigo verso il tavolo, dove Ivan nel frattempo ha finito di apparecchiare, e gli passo la busta nera.

Lui mi guarda stranito ma accetta il mio regalo.

Anche lui, come gli altri, mi ringrazia con un bacio sulla guancia.

<Questa blu invece è per il signor Volkov mentre quest'ultima è per il pranzo di oggi.> Dico, allontanandomi di poco da Ivan.

Elmira si avvicina e io le passo la busta per il signor Volkov, mentre Ivan prende l'altra busta e inizia ad aprirla.

Una volta aperta, estrae una bottiglia di vino rosso e una di vino bianco molto pregiato e le appoggia tutte e due sul tavolo.

<Tesoro... non dovevi scomodarti.> Mi dice Elmira.

<Tranquilla Elmira, non è nulla invece. Nessun disturbo. Io e papà non potevamo presentarci a mani vuote e....>

Vengo interrotta dall'urlo di gioia di Larisa.

<Oddio Elena... Grazie mille. Questa collana è bellissima, come sapevi che mi piacciano i giacinti?>

<Ho notato come guardavi il mio tatuaggio sul dito, durante la riunione.> Le dico, mostrandole quest'ultimo che si trova sull'indice.

È stato facile farle il regalo, una semplice collanina d'argento raffigurante un fiore di giacinto.

Nel frattempo, si avvicina anche Radim e mi ringrazia per il regalo. Un set di cravatte e gemelli da polso.

Mentre Radim mi ringrazia, Ivan inizia ad aprire il suo regalo.

<Tesoro, è proprio quello che cercavi oppure sbaglio?> Chiede Elmira a Ivan.

Io mi giro e guardo verso la loro direzione. <Davvero? Ringrazio il cielo che il mio istinto non mi abbia tradito.> Dico a voce alta.

Tutti sorridono, dopodiché interviene Larisa. <Che cos'è?>

A rispondere è Ivan, il quale è ancora rapito dal suo regalo. <È un set di pietre da whisky, con due bicchieri e una bottiglia dell'alcolico.>

<Pietre da whisky?> Chiedono in coro Radim e Larisa.

<Si ragazzi pietre da whisky.> Rispondo io.

<Sono delle pietre che sostituiscono il ghiaccio nella bevanda, in modo che quest'ultima non si annacqui e perda la sua qualità.

Quando eravamo in riunione ho notato la faccia di Ivan mentre beveva del whisky con del ghiaccio. Da qui ho dedotto che questo fosse il regalo migliore.>

<Davvero, non so come ringraziarti Elena. È davvero... Grazie.> Mi dice, abbracciandomi e baciandomi la guancia per ringraziarmi.

Tutti noi, all'improvviso, ci immobilizziamo quando sentiamo la voce del signor Volkov: <Ivan, Elena venite nel mio ufficio. Ora.>

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora