CAPITOLO 20

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IVAN

Mi sveglio all'improvviso, quando sento bussare alla porta della mia camera.

Invece di aprire rimango a fissare il soffitto, mentre affronto il forte dolore alla testa.

"come al solito hai bevuto troppo Ivan" mi rimprovero mentalmente.

Dopo vari secondi, decido di alzarmi dal letto, e mentre inizio ad avviarmi verso la porta, quest'ultima si apre all'improvviso.

<Cavolo fratellone! Per quanto tempo volevi rimanere a dormire?> Mi rimprovera mia sorella.

Mi avvicino a lei e le scompiglio i suoi capelli perfettamente organizzati in una coda alta.

Ovviamente lei mi guarda male, e io inizio a ridere per la sua faccia buffa.

<Lari, per quanto ho dormito?> Le chiedo.

<Quasi un giorno intero. Io e mamma ci stavamo seriamente preoccupando, poi Radim ci ha detto che hai passato la serata in discoteca, perciò, ti abbiamo lasciato riposare.>

<Grazie, Larisa.> Le dico, mentre le bacio la fronte.

Larisa mi sorride ed esce dalla mia stanza dandomi i miei spazi per prepararmi.

Appena esce dalla camera, mi giro verso le mie finestre, dove le tende scure sono chiuse, e di conseguenza non entra nessun spiraglio di luce.

Mi avvicino ad esse, e le apro notando che è veramente tardi, visto che il sole sta già iniziando a tramontare.

Sia per l'orario, visto che è tardi pomeriggio, sia perché siamo in una delle stagioni che mi attraggono di più. L'inverno.

Mi allontano dalle vetrate, e guardo l'orologio presente sul mio comodino che segna le quattro e mezza di un qualunque lunedì.

Non penso minimamente di rifare il letto, perciò mi fiondo in bagno a farmi una doccia per schiarirmi le idee.

Appena esco dalla doccia, prendo un semplice asciugamano e lo metto intorno alla mia vita.

Mi avvicino al lavandino e mi guardo per qualche secondo nello specchio, decidendo di farmi la barba che ormai è troppo folta.

Mentre eseguo il tutto, ho la vaga sensazione di dimenticarmi qualcosa di importante.

Ma non ci penso più di tanto, e continuo finendo quello che stavo facendo.

Esco dal bagno, mi vesto e scendo al piano di sotto per mettere qualcosa sotto i denti.

Mentre scendo le scale inizio a ricordare qualche frammento della sera precedente, e uno di questo mi fa raggelare sul posto.

<Oh cazzo! Cosa cavolo ho fatto ieri sera...> Dico a voce alta, e ringrazio il cielo che non c'è nessuno nelle vicinanze che mi possa prendere per pazzo.

Non posso crederci che ieri sera ero così ubriaco da averci provato con Elena. Non dopo che ho deciso di diventare il suo amico.

Mentre continuo a pensare alla mia stupidaggine, arrivo in cucina, mi avvicino al frigorifero e prendo qualche avanzo.

Nel frattempo, vengo raggiunto anche da Radim, il quale nota il mio strano comportamento.

<Fratello è successo qualcosa? Se più bianco della maglietta che hai
addosso. >

<Ci ho provato con Elena. In discoteca. Mentre ero ubriaco. Sono un coglione.> Gli rispondo a brevi tratti.

Dopo la mia confessione anche lui sibianca, ed inizia a guardarmi in modo diverso.

<Ma non eravate diventati da poco...> <Amici, si!> Gli dico interrompendolo.

<Ivan chiamala e chiarisci con lei.> Mi suggerisce mio fratello, però non si ferma solo a questo consiglio.

<Ivan me lo hai detto tu stesso che senti un certo feeling con lei e non vorresti rovinare la vostra relazione.

Ho visto come i tuoi occhi brillavano di gioia quando mi dicevi che lei ti ha chiesto di essere amici.>

Io continuo ad ascoltarlo nel suo discorso, rendendomi conto che lui ha ragione.

Dopo tutto l'ho vista solo poche volte ed è già entrata nella mia testa, e non riesco a togliermela.

Per questo avevo detto a mio fratello che vorrei impegnarmi in questa amicizia con lei.

Anche se credo che... Alla fine vorrei qualcosa di più.

Vorrei essere suo amico, essere come un fratello e parlare di ogni cosa possibile.

Però vorrei essere anche quel qualcuno che voglia proteggerla, e aiutarla quando ha bisogno di aiuto.

<È così anche con Veronika?> Gli chiedo all'improvviso.

Lui mi guarda, pensando alla giusta risposta.

<Sì, credo che quello che  provo per lei sia lo stadio avanzato di quello che stai provando per Elena.

Lo posso notare dai tuoi occhi fratello. L'unica cosa che ti posso consigliare è
di andarci piano con lei.

Parti dalle cose basilari e semplici e poi, piano piano alza di poco il livello.

Però adesso basta di parlare di questo.

Chiamala e digli come è andata veramente la situazione ieri sera... E ovviamente chiedile scusa.> Mi dice lui.

<Chiedere scusa a chi?> Interviene nostra madre, entrando anche lei nella sala.

<A Elena, mamma> Le dice Radim, mentre indirizza il suo sguardo verso di me.

<Cosa le avete fatto?> Ci chiede ad entrambi.

<Radim non ha fatto nulla mamma, sono stato io.> Le dico.

<Sono problemi d'amore mamma, credo che tuo figlio maggiore si sia innamorato...> Gli dice Radim.

<L'ho notato.> Dice la mamma. <A una madre non sfugge mai nulla.> Continua, mentre inizia a ridere.

Mentre penso alla situazione in cui mi sono messo, vedo Radim che mi passa il suo telefono.

<Chiamala e chiarisci il tutto. Non credo che tu voglia perderla per una stupidaggine.> Mi dice, mentre mia madre conferma il tutto facendo su e giù con la sua testa.

Decido di accettare la sua offerta. Perciò prendo il suo telefono, e inizio a chiamarla.

Uno squillo. Due squilli. Tre squilli. Quattro squilli... Non risponde, infatti, poco dopo parte la sua segreteria telefonica.

<Non risponde.> Dico con voce affranta. <Prova con il tuo telefono, magari non riconosce il numero.> Mi consiglia mia madre.

Prendo il mio telefono e ripeto la stessa azione. Anche qui, nessuna risposta.

<Magari starà lavorando, no?> Dice la mamma, cercando di sdrammatizzare.

A un certo punto sentiamo mio padre scendere di corsa le scale, e lo vediamo aprire la porta d'ingresso molto velocemente.

Quando la apre vediamo entrare la possente figura di Sergei, con una faccia alquanto preoccupata e stanca.

<Cosa è successo Sergei?> Gli chiede mio padre.

<Lev ti prego aiutami. Hanno rapito Elena.>

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora