CAPITOLO 37

2.7K 89 3
                                    

ELENA

Dopo aver chiuso la chiamata, prendo il microchip e lo rimetto nella collana, per poi dirigermi verso l'armadio per cambiarmi.

Scelgo un paio di pantaloni neri  a vita alta con un maglioncino bordeaux, passando poi a un semplice trucco, eyeliner e mascara.

Prendo la mia collana dalla scrivania, e me la rimetto al collo stringendola per un attimo cercando in essa della rassicurazione.

Sto per uscire dalla mia camera, quando noto il mio riflesso nello specchio.

Sono tutta vestita di nero, tranne il mio maglioncino a collo alto, che non si vede con il capotto chiuso, e i miei capelli biondi raccolti.

Prendo, perciò, il mio rossetto rosso mettendomelo.

Prima di uscire dalla villa, e prima di prendere le armi necessarie, mi dirigo nell'ufficio di papà.

Stranamente lo trovo aperto, però non ci do molto peso, ed entro dirigendomi al quadro dietro la scrivania.

Lo alzo, trovando dietro di esso il set di coltelli che papà mi ha regalato.

Li prendo ed inizio a nasconderli sul mio corpo.

L'ultimo, prima di posizionarlo, me lo rigiro tra le mani, osservando la sua impugnatura incisa: una pistola, un, pugnale e una rosa incrociati.

Dopo averlo osservato nei suoi minimi dettagli, lo infilo tra i miei capelli per averlo alla portata di mano.

Preso il necessario esco dalla villa, e mi dirigo verso la mia macchina.

Arrivo alla villa dei Volkov dopo venti minuti, notando alcuni uomini fuori.

Noto Ivan, Radim, insieme alla sorella, ma non la madre.<Cazzo.> Impreco a voce alta.

I presenti notano il mio arrivo, e seguono con lo sguardo la mia macchina che parcheggio, spengo, ed uscendo poco dopo.

Mi avvio verso gli uomini, e come mi avvicino noto anche Stephan.

Saluto i presenti con un cenno del capo, poi mi rivolgo verso Stephan, <Quanti uomini abbiamo perso?>

<Pochi signora. Molti di loro sono feriti, come me.>

<Va bene, guarite le vostre ferite, poi cerchiamo un piano d'azione.>

Mi giro su me stessa e mi rivolgo verso gli uomini di mio padre.

<Uomini, come saprete, mio padre Sergei Morozov, è estato rapito.

Il suo ultimo ordine è stato quello di nominarmi suo successore, e il mio primo ordine per voi è quello di accettarmi come vostro boss.

Ora, signori, andate a guarire le vostre ferite. Siate pronti a scendere in campo.>

<Sì signora!> Rispondono tutti in coro.

<Andate!> Dico loro, rivolgendomi poi nuovamente verso i presenti.

Noto alcuni di loro con la bocca aperta, come una certa Larisa e Veronika.

<Non guardatemi così, sono stata addestrata. So quello che faccio>

<E posso confermare che sei stata uno dei miei migliori allievi, Elena.> Dice Stephan.

Mi rivolgo verso Ivan, <Per favore signor Volkov, faccia strada.

Dobbiamo decidere un piano d'azione, ma prima dovete dirmi cosa è successo.>

La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora