ELENA
<Elena! Ti sei svegliata, ero così preoccupata...> Mi dice Veronika con le lacrime agli occhi.
Mi giro e la abbraccio, mentre lei continua a parlarmi. <Tu... Cosa ti hanno fatto?>
<Tranquilla Veronika, sto bene.> Le dico, mentre noto che ci raggiunge anche Radim.
"probabilmente i due erano insieme" Penso, mentre osservo come l'uomo si avvicina verso di noi.
La conferma mi arriva quando Radim le posa una mano sul fianco, e Nika inizia ad arrossire.
Io non dico nulla, sorrido solo. Mi giro su me stessa e mi dirigo verso Elmira e Larisa in cucina.
Vengo accolta molto calorosamente dalle due donne, che alla richiesta di Ivan, di darmi qualcosa da mangiare, mi accontentano subito.
<Ivan, Radim salite nel mio ufficio.> Sentiamo la voce di Lev Volkov tuonare all'improvviso.
I due uomini si scambiano uno sguardo veloce, dopodiché si avviano verso la loro destinazione finale.
Trascorro il tempo a chiacchierare con le donne di casa, mentre tutti gli uomini sono impegnati nell'ufficio del signor Volkov.
Mentre ascolto la conversazione tra Veronika e Larisa sulla nostra università, giro la mia testa verso le scale.
Da esse vedo scendere tutti gli uomini che non ho visto per tutta la giornata; Papà insieme a Stephan e Boris.
Poi Lev Volkov, Ivan e Radim, accompagnati anche loro da due dei loro uomini.
Lungo la mia schiena iniziano a scendere gocce di sudore freddo.
Inizio a torturarmi le mani, guadagnandomi un'occhiata di preoccupazione da parte di tutte le presenti.
Senza pensarci due volte, mi alzo all'improvviso dal divano.
<Elena...> Inizia a chiamarmi Elmira, ma io la ignoro completamente.
Giro attorno al divano, e con tutta la mia sicurezza mi dirigo verso gli uomini, che si sono fermati davanti alle scale per parlare tra di loro.
<Salve a tutti...> Inizio, rivolgendomi verso gli uomini, che mi guardano con espressioni preoccupate.
"sicuramente avranno parlato anche della mia situazione." Penso.
<Stephan, Boris. Volevo chiedervi scusa del mio comportamento di oggi, inoltre volevo ringraziarvi per quello che avete fatto per me e Veronika.>
<Di nulla Elena, era il minimo che potevamo fare.> Mi dice Boris, mentre come al suo solito mi poggia una sua mano sulla spalla.
Però nel completare l'azione, sorge qualche dubbio sul suo volto, che io faccio scomparire quando gli faccio segno di continuare.
Papà si avvicina a Stephan e gli comunica qualcosa all'orecchio; infatti, l'uomo dopo pochi secondi esce dalla porta di casa.
<Elena,> Inizia Ivan mentre mi studia per capire la mia situazione, ma anche a lui faccio un segno del capo per rassicurarlo che sto bene.
<Loro sono Davyd, la mia guardia personale,> Mi comunica mentre l'uomo si avvicina a me e mi stringe la mano. <E lui è Igor, guardia personale e braccio destro di mio padre.> Anche lui si avvicina a me e replica l'azione del primo.
Dopodiché a me si rivolge papà, che mi rispiega la situazione generale, sottolineando che starò alla casa dei Volkov fino a quando la situazione non si calmerà.
Mi spiega anche che Veronika sarà sotto la protezione di Radim, mentre la mia protezione riguarderà Ivan.
Appena papà finisce il suo discorso, entra dentro casa Stephan con un borsone sulla spalla che passa a Ivan.
<Che cos'è?> Chiedo curiosa, mentre mi avvicino a Ivan e alla borsa in questione.
<Sono i tuoi vestiti Elena. In caso ti serva qualcos'altro dalla casa, comunicalo ai Volkov e noi te lo porteremo subito.> Mi dice Stephan.
<Grazie mille Stephan.> Rispondo.
Dopo aver bisticciato con Ivan nel darmi la borsa per portarla di sopra, cosa che lui mi ha impedito di fare, saluto papà e i suoi due uomini.
<Vieni Elena, ti mostro la tua camera.> Mi dice Ivan, attirando la mia attenzione verso lui.
Saliamo le scale e arriviamo al piano superiore, con la destinazione finale la camera vicino alla sua.
Entriamo, lui poggia la mia borsa sul letto mentre io perlustro la stanza.
<Se hai bisogno di qualcosa io sarò nella mia stanza. E questo,> Dice mentre lascia un bigliettino sulla scrivania, davanti al letto.
<È il mio numero del telefono. Qualsiasi cosa chiamami, anche quando non sono a casa. Mi raccomando Elena.>
Dopo avermi detto il tutto, esce dalla stanza chiudendosi la porta dietro di lui, mentre io rimangono da sola con i miei pensieri.
Passo la seconda metà del pomeriggio a sistemare le mie cose nella stanza.
Vengo interrotta per pochissimo tempo, quando Elmira mi porta il mio portatile che avevano loro.
Dopo l'intervento di Elmira, non vengo più interrotta da nessuno fino all'ora di cena, dove scendo nella sala da pranzo e ceno insieme agli altri.
Dopo aver finito di cenare, decido di ritirarmi nella mia stanza, dove per poco tempo controllo il mio portatile, dopodiché mi metto a dormire.
Nel cuore della notte, vengo raggiunta dagli incubi riguardanti tutto quello che è successo durante il mio rapimento.
Mi sveglio all'improvviso, tutta sudata e con il respiro affannato.
Mi alzo subito dal letto e vado in bagno, dove purtroppo, rimetto tutta la cena consumata quella stessa sera.
Dopo essermi rinfrescata la faccia e lavata i denti, decido di rimettermi a dormire.
Purtroppo, non ci riesco. Ogni volta che chiudo gli occhi, mi vengono alla mette tutti i brutti ricordi.
Perciò decido di accendere la luce, e nel farlo mi ricordo del bigliettino di Ivan.
Decido di rialzarmi nuovamente dal letto, e mi dirigo alla scrivania.
Prendo il biglietto in mano insieme al mio telefono, e memorizzo il suo numero nella mia rubrica.
Passo ore a girovagare per la stanza, senza sapere cosa fare esattamente.
A un certo punto mi si accende una lampadina, nel ricordarmi la libreria dei Volkov presente in soggiorno.
Spengo la luce della mia camera e prendo anche il mio telefono, ed esco dalla mia camera.
Appena chiudo la porta con un piccolo click dietro di me, noto una luce provenire dalla camera di Ivan che ignoro.
Però, appena oltrepasso la sua stanza, decido di fermarmi durante il mio tragitto.
Torno indietro e decido di bussare alla porta della sua camera.
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La collana dello Zar |Trilogia Diamante Nero #1|
Action(da revisionare) |Primo libro della Trilogia Diamante Nero| Elena è una giovane ragazza che studia lingue straniere all'università di Mosca, Russia. Un giorno si ritroverà a portare dei documenti importanti, appena finiti di tradurre, ad uno dei ta...