Non è facile.

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Matteo's pov

<<Perché stai allungando la strada?>> mi chiede Asia notando che sto guidando da più tempo del dovuto.

La verità? Voglio aspettare il più possibile per dirle quello che le devo inevitabilmente dire, il motivo per cui ho ritardato prima, ma so che se glielo dicessi ci sarebbe da discutere.

Sbuffo rumorosamente e stringo forte il volante con la mano sinistra.

Mi volto e vedo il viso di Asia parecchio preoccupato. <<Mh? Nulla, è un po' difficile spiegarti tutto e sto cercando di aspettare il più possibile ma devo dirtelo>> le rispondo alla fine.

<<Hai visto Vian? Sei andato a letto con lei?>> inizia ad alterarsi.

<<Cosa?! No, no, assolutamente no. Appena arriviamo a casa ti spiego tutto, promesso>>

Il tempo passa troppo velocemente anche se ho allungato la strada, l'ansia è sempre di più.

Dopo esserci privati dei cappotti, ci sediamo sul divano e iniziamo a parlare.

<<Vuoi dirmi cos'è successo allora? Lo vedo che sei nervoso, ti sei praticamente squartato tutto il mignolo>> inizia lei.

<<Non è facile, Asia>>

<<Se mi chiami Asia è proprio una cosa seria allora>> afferma e poi si siede a gambe incrociate verso di me prestandomi tutta la sua attenzione.

<<Beh, diciamo che non è proprio una cavolata...>>

<<Matteo, ti prego. Non mettermi ansia inutile, lo sai che non fa bene né a me né ai bimbi>>

<<Si, lo so. Allora... promettimi di non dire niente a nessuno, è una cosa che non dovrei dire nemmeno a te ma è giusto che ti renda partecipe anche di questo, d'altronde ho fatto una scelta e voglio averti in tutto della mia vita, anche nelle cose più difficili e delicate. Se ho ritardato prima è per una richiesta di lavoro>>

<<Beh, se non è troppo lontano non c'è nessun problema>>

<<Il problema è che è troppo lontano!>> esclamo.

Asia sgrana gli occhi e cercando di sdrammatizzare ipotizza <<Napoli?>>

Io scuoto la testa, magari fosse Napoli. <<Magari! È Madrid...>> affermo flebilmente.

<<Madrid?>> chiede anche lei ma gli occhi le si stanno piano piano riempiendo di lacrime.

<<Sì. Madrid. E sembrano anche molto insistenti. In caso si parlerebbe di prossima stagione ma->>

<<Ma i bambini saranno piccoli, Matteo! Come facciamo scusa?>>

<<Asia! Lo so! Non c'è bisogno che me lo dici! Andare via sarebbe solo un problema per noi e i bambini! Ma capiscimi, qua non gioco sempre titolare, là mi hanno comunicato che sarei sempre un perno fisso, non posso permettermi di non giocare>>

<<Matteo, io ho tutto qui. L'università, amici, adesso metteremo su famiglia... ho tutto. Penso che non ce la farei a trasferirmi in un altro stato a 21 anni e con due bambini di appena 2 mesi. Non ce la posso fare Matteo>>

<<Lo so, sarebbe improponibile adesso come adesso ma penso tu possa capire il mio punto di vista lavorativo>>

<<Io lo capisco, Matteo, ma è improponibile adesso e lo sarà anche tra 5 mesi, anzi. Forse sarà peggio>>

<<Fosse per me non ci andrei a prescindere, sai quanto sono legato a Bergamo, ma purtroppo non decido tutto io e sai anche questo>>

<<Basta, ti prego non ne voglio più parlare>> dice infine con la voce rotta dal pianto. "Grande Matteo. Ce l'hai fatta anche questa volta a farla piangere" mi rimprovera la mia coscienza come se non ne fossi già a conoscenza.

Cerco di abbracciarla ma prontamente mi respinge, ho sentito il mio cuore rompersi in mille pezzetti.

Senza dire una parola si alza dal divano e va verso la camera da letto, anche stavolta cerco di raggiungerla ma appena arrivo sull'uscio della porta, me la sbatte praticamente in faccia.

Io la riapro subito e mi siedo sul bordo del letto su cui si è sdraiata e sta contemplando il soffitto.

<<Se farai così ogni volta che ci sarà un possibile trasferimento, cosa vuoi fare? Sembri una bambina, Asia. Perché hai accettato di stare con me? Lo sapevi che sarebbe stato così>> appena pronuncio queste parole, un senso di colpa si fa largo nel mio stomaco e inizia a spargersi per tutto il corpo facendomi salire un conato di vomito. Cosa ho appena fatto? Ho dato della bambina e della ingenua alla ragazza che amo, alla futura madre dei miei figli e alla mia futura moglie, mi sento uno schifo.

Asia's pov

Una bambina. Questo sono per lui?

<<Una bambina?>> chiedo sedendomi con fatica sul letto <<E sai perché questa bambina ha accettato di stare con te, di trasferirsi, di sposarti e di diventare madre, tutto ad appena 20 anni? Perché questa bambina, come mi definisci tu, ti ama ed è follemente innamorata di te. Tu forse non sai che sensazione si prova a sentirsi bella ed amata dalla persona che ami ormai da anni quando lui non sapeva nemmeno della tua esistenza. Ed ecco perché ho accettato di stare con te, non è colpa mia se mi sono innamorata di te e a questo punto, scusa se l'ho fatto!>> spiego tutto d'un fiato con le lacrime che sgorgano copiose sul mio volto.

<<I-io non so che dire>> balbetta quello che pensavo essere l'uomo della mia vita.

<<Neanche io so che dire a questo punto>> rispondo. Non sono arrabbiata, sono delusa e amareggiata, mai avrei pensato di sentire queste parole uscire dalla sua bocca.

<<Scusami, amore mio... io non volevo dire tutto questo, mi sento una merda. Ti prego>> dice cercando di avvicinarsi a me ma lo blocco con una mano.

<<Che tu volessi o no, l'hai detto, Matteo. Ora se non ti dispiace, puoi lasciarmi da sola?>>

Lui annuisce debolmente ed esce dalla camera però si ferma sulla soglia della porta <<Posso almeno venire a dormire qui?>> chiede flebilmente.

<<Certo, non ti sfratto da casa tua>> borbotto per poi vederlo uscire definitivamente dalla stanza.

zona autrice

ciao a tutti e scusate per il ritardo ma in questi giorni sono stata super impegnata tra scuola e altro. il capitolo però è uscito, e che capitolo, aggiungerei, ma state tranquilli.

vi volevo comunicare che, come probabilmente avrete notato, ho cambiato la copertina della storia, così mi piace molto di più. fatemi sapere se anche a voi piace 

12:32p.m. || a Matteo Pessina storyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora