11. Una proposta di (non)matrimonio

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Izuku si mise seduto sul lato del passeggero nell'auto di Katsuki, e rimase a fissare il display del suo cellulare aspettando che il biondo lo raggiungesse. Gli aveva dato le chiavi per salire, mentre lui si era trattenuto con sua madre Mitsuki. Dovevano andare a vedere la loro casa, quella scelta da Katsuki qualche settimana prima, senza preavviso.

Gli occhi verde smeraldo di Midoriya si spalancarono quando vide lo schermo del telefono illuminarsi, e rispose subito portandosi l'apparecchio all'orecchio. Stava aspettando quel momento da diversi giorni.

«Todoroki-kun?» fu il primo a parlare, forse timoroso che l'altro non dicesse nulla.

La verità era che Todoroki non si faceva sentire da parecchio tempo. Izuku percepiva il senso di colpa radicarsi sempre di più nel suo petto, fino a diventare un enorme e pesante peso. Lo aveva abbandonato, lasciato da solo. Con la storia del matrimonio, di Katsuki e dell'abito, era sparito per giorni. Certo, a volte provava a chiamarlo, ma nell'ultimo periodo il bicolore neanche gli rispondeva.

«Midoriya.» la voce di Todoroki risuonò seria dall'altra parte del cellulare.
«Oh, finalmente. Ero preoccupato... Stai bene? Non ci siamo sentiti per diversi giorni e...» Izuku si fermò, i suoi occhi si riempirono di lacrime «...scusami.»
«Midoriya, non piangere. Guarda che io sto bene, davvero. Ho solo avuto molto da fare.» rispose Todoroki piano, quasi avesse paura di pronunciare tali parole.
«Mi stai dicendo una bugia, vero?» Midoriya sospirò asciugandosi le lacrime scese sulle guance «Senti, perché uno di questi giorni non ci vediamo e parliamo con calma? Per favore.»
L'altro rimase in silenzio un istante, poi lasciò andare l'aria che probabilmente aveva trattenuto nei polmoni, il rumore del microfono divenne simile al sibilare di una televisione rimasta accesa «Sto bene, davvero. Non devi preoccuparti per me. So che sei impegnato e lo capisco. Ci vediamo al tuo matrimonio tanto, no?»

Izuku abbassò il capo stringendo le dita sul bordo del cellulare, le sue nocche diventarono bianche mentre la lacrime caddero direttamente dall'angolo degli occhi ai pantaloncini. Si bagnarono formando piccoli cerchi più scuri, ma lui non riuscì a dargli una forma dato che vedeva tutto appannato.

«Ma è tra un mese...» sussurrò, la voce tremolante.

Voleva bene a Todoroki come un fratello, avevano vissuto l'infanzia e l'adolescenza insieme, sapevano tutto l'uno dell'altro. Ecco perché quella situazione gli faceva tanto male.

«Ora che c'è Bakugou con te, non hai più bisogno di me come prima. So che sei al sicuro, a me questo basta. Ora devo andare, ci sentiamo Midoriya. Okay?» chiese Todoroki.
Izuku strinse le labbra e fece un verso simile al lamento di un cane «Okay.»

Il bicolore chiuse la chiamata senza aggiungere altro, il telefono gli cadde dalle mani rotolando fino ai suoi piedi e fermandosi sul tappetino. Perché? Non capiva. La sua vita si stava ricostruendo piano piano, Katsuki si prendeva cura di lui, i suoi genitori lo trattavano come un figlio e il suo essere un Omega non aveva quasi più importanza. Perché adesso mi fai questo, Todoroki-kun? Mise i palmi sul viso nascondendo la sua espressione ferita, mentre cercava di seppellire con tutto se stesso quei singhiozzi. Deve essere successo qualcosa. Per forza. Non è da lui. Strofinò il braccio sul naso asciugandosi poi gli occhi con il dorso della mano. Fece un profondo respiro lasciando entrare l'aria nel polmoni, e lentamente riuscì a calmarsi. Devo sistemarmi prima che arriva Katsuki.

Izuku si mise seduto per bene e cominciò ad eliminare ogni traccia delle lacrime rimaste sul suo viso, anche se non poté cancellare il rossore dei suoi occhi e della pelle nei punti più delicati. Andrò a trovarlo all'Università uno di questi giorni, ora che ci penso non so neanche se rimane in dormitorio ancora o se ha un appartamento. Si grattò la nuca sconvolto. Dio, faccio proprio schifo. Se non fossi un Omega... Avrei potuto passare più tempo con lui in quest'ultimo anno e mezzo.

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora