Omega. La vita di Izuku Midoriya era cambiata l'esatto giorno in cui i risultati dei suoi geni arrivarono, come un'onda pronta a travolgere e risucchiare tutto quello che gli si trovava davanti. Quei numeri, quelle piccole lettere scritte con l'inchiostro nero. Potevano delle semplici parole far sprofondare l'intera vita di una persona? Si, e lui ne aveva avuto la prova.
Da meno di un anno, suo padre sembrava trattarlo come un estraneo, quasi non facesse più parte della famiglia, mentre sua madre si prendeva cura di lui quando si trovava fuori casa per il lavoro. A restare al suo fianco, c'era anche il suo amico d'infanzia Todoroki, che però poteva solo chiamare al telefono da diverse settimane, questo a causa del suo matrimonio combinato. Suo padre aveva disperatamente cercato qualcuno con cui farlo unire, un Alpha in grado di mantenere lo stato sociale dei Midoriya degno del loro cognome, senza macchiarlo con il gene Omega di Izuku. Sapeva solo il suo cognome, Bakugou, un ragazzo di una famiglia piuttosto influente a capo di un'azienda conosciuta in tutto il modo.
«Allora, non vuoi entrare?» domandò suo padre.
Si trovava al suo fianco, mentre Izuku fissava l'enorme palazzo di vetro che si innalzava verso il cielo quasi a toccarne le nuvole con la punta. Diverse persone facevano avanti e indietro dalla porta principale, che automaticamente si apriva e chiudeva creando piccole folate di vento. Lui rabbrividì e strinse le mani sulle braccia. Si sentiva in trappola, senza più un briciolo di controllo su quello che gli accadeva. Sono come un giocattolo, no, un pacco. Uno stupido pacco di cui mio padre si vuole liberare, lasciandone il peso a qualcun altro.
«Avrei dovuto capire che non saresti mai stato un Alpha, guardati.» suo padre si avvicinò e gli afferrò con l'indice e il pollice il mento, obbligandolo a guardarlo negli occhi «Scommetto che stai per piangere.»
Quell'uomo non assomigliava per nulla allo stesso che l'aveva cresciuto, la sua espressione ora dura e severa, come se stesse parlando con uno sconosciuto. I suoi capelli neri coperti da un cappello che formava una leggera ombra sulla sua fronte, rendendo i suoi occhi azzurrini ancora più profondi e intimidatori. Lo vide piegare le labbra in una smorfia, così da mostrare in modo più evidente alcune delle rughe sul suo viso, poi lo lasciò andare.
«Non è colpa mia se ci troviamo in questa situazione.» Izuku prese la parola, e strinse i pugni.
Solitamente non si azzardava a controbattere suo padre, ma da quando aveva trovato il suo compagno, non poteva stare fermo a guardarlo senza agire. Doveva urlare quello che sentiva, ammettere quanto dolore un semplice e stupido gene gli stesse causando.
«Sono tuo figlio, non ho scelto io di nascere così. Perché me ne dai la colpa?!» gridò, e alcune persone si voltarono nella loro direzione.
«Vedi di abbassare la voce.» suo padre lo afferrò per il braccio e lo portò in un angolo «Credi che io volessi un figlio così? Ma del resto, avrei dovuto immaginarlo. Come potevi essere un Alpha con...» lo squadrò «...guardati. Non ho di certo bisogno di dirtelo io.» prese il colletto della sua camicia e glielo sistemò, allacciando l'ultimo bottone che lui invece aveva lasciato libero «Ora preparati, perché entreremo lì dentro e incontrerai il figlio del Signor Bakugou. Ci siamo capiti?»
«Non che abbia molta scelta.» borbottò, e appena suo padre lo lasciò andare cominciò ad avviarsi verso lo stabile.Izuku era sempre stato molto sensibile, ma al tempo stesso sapeva anche come imporsi se lo desiderava. Se proprio non poteva evitare quel matrimonio, allora avrebbe fatto di tutto per non lasciare che il suo futuro compagno lo vedesse come un Omega indifeso, pronto a fare tutto ciò che desiderava. Le sue mani non mi toccheranno mai.
Entrò dentro il palazzo con suo padre dietro, che gli indicava la strada quasi l'avesse percorsa giornalmente. Probabilmente è venuto qui per discutere con il Capo Famiglia Bakugou. Presero l'ascensore che li portò all'ultimo piano, su tutti gli altri si trovavano diversi uffici, glielo spiegò mentre aspettavano pazientemente che le porte si aprissero. Ci fu un tintinnio, poi l'ascensore si fermò e poterono uscire. Si ritrovarono davanti un lungo corridoio dal pavimento e i muri di un colore simile al petrolio, ai lati c'erano diverse porte di vetro, oscurate però da delle strisce opache che non permettevano di osservare chi vi lavorava all'interno.
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Bakudeku [Omegaverse] •Chained•
Fanfic[AU]: "I Midoriya hanno sempre fatto parte delle alte sfere della società grazie ai loro capi famiglia, nati ogni volta con il gene degli Alpha. Questo cambia però, allo scattare della maggior età di Izuku Midoriya, quando viene riconosciuto dalla s...