38. Siamo in tre

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Izuku prese a camminare avanti e indietro per il salotto, le mani gli tremavano mentre teneva tra le dita l'ecografia stampata dalla dottoressa. Kirishima l'aveva accompagnato a casa, pranzando con lui e facendogli compagnia il pomeriggio, ragionando poi su come raccontare la verità a Bakugou. In ogni opzione positiva ne vedeva comunque una sfumatura che gli causava del mal di stomaco, ovvero, l'idea che Katsuki potesse considerare un disastro la sua gravidanza. Alla fine, la colpa è mia.

Il biondo era sempre stato responsabile nei suoi confronti, usando le protezioni adeguate per evitare una situazione come quella. Lui invece durante il calore, troppo preso dalla foga, neanche ci aveva pensato. Se andrà male, la responsabilità sarà mia. Una parte di sé però, sapeva che Bakugou non avrebbe mai rinunciato al loro bambino. Lo conosceva bene ormai. Eppure...

Sospirò mettendosi seduto sul divano, e mise una mano sul ventre abbassando lo sguardo. Chissà se sei maschio o femmina. Si ritrovò a sorridere, le dita che sfioravano la stoffa della maglietta mentre si immaginava lui con in braccio il loro bambino o bambina, e Katsuki alle sue spalle che lo abbracciava, stringendo a sé entrambi. Non preoccuparti, piccolo. Andrà così, vedrai. Annuì a se stesso, consapevole che quelle parole servivano più a lui.

In quell'istante sentì la porta di casa aprirsi, e subito nascose l'ecografia nella tasca dei pantaloni alzandosi in piedi. Bakugou lasciò la sua valigetta all'ingresso, con le scarpe e il cappotto, poi lo raggiunse.

«Izuku. Ti senti meglio?» domandò, e si sporse in avanti unendo le braccia intorno alla sua vita «È stato strano oggi al lavoro senza di te, ormai ci ho fatto l'abitudine ad averti intorno.»
Il verdognolo sorrise, poi posò le mani sul suo petto giocando con la cravatta snodata «Anche tu mi sei mancato...»

Spostò il viso dall'altra parte senza riuscire a guardarlo negli occhi, e Bakugou gli prese il mento tra l'indice e il pollice obbligandolo ad incrociare le sue iridi cremisi.

«Che succede? Sei sicuro di stare bene?» chiese alzando un sopracciglio.
«Si...» chiuse le palpebre qualche secondo, e gli afferrò una mano «Puoi sederti un attimo? Devo dirti una cosa.»

Katsuki si irrigidì improvvisamente, la sua espressione divenne seria. I suoi lineamenti si deformarono a causa della mascella in tiro, mentre le sue labbra si schiusero come a voler dire qualcosa, ma rimase in silenzio. Izuku lo guardò staccarsi da lui, per poi sedersi sopra al divano intrecciando le mani, i gomiti posati sulle cosce mentre l'osservava senza sbattere le palpebre.

«Okay, ecco, oggi sono andato dal medico.» ammise, e prese a camminare avanti e indietro «Mi ha accompagnato Kirishima quindi non preoccuparti.»
«Sei andato dal medico? Perché non me lo hai detto? Quindi stai ancora male?» chiese il biondo sconvolto.
«Non sto male, Kacchan. Sono andato per un controllo, ed effettivamente qualcosa c'è...»
Bakugou sgranò gli occhi, le iridi cremisi colme di terrore «Sei malato? Hai una malattia?! È permanente?»
«Non è una malattia, e permanente lo è di sicuro...» sussurrò spostando lo sguardo altrove.
«Izuku, parla chiaro, non sto capendo.»

Il verdognolo si fermò passandosi le mani sul viso, la verità era che stava rimandando l'inevitabile. Ora che Katsuki si trovava lì davanti a lui non sapeva come dirlo. È semplice, sono due parole. Eppure faticava con tutto se stesso a pronunciarle.

«Io so che tu mi ami.» Midoriya si avvicinò piano piano, poi si fermò inginocchiandosi davanti a Bakugou, e mise le mani sulle sue gambe «E so che questo non cambierà le cose tra noi, per quanto io sia terrorizzato.»
«Izuku...che cosa stai cercando di dirmi?» gli chiese l'altro, il viso rivolto nella sua direzione.
Prese un profondo respiro provando a calmare i battiti accelerati del suo cuore «Ti ricordi quando ho avuto il calore?»
Le labbra di Bakugou si stesero leggermente formando un sorrisetto «Beh, direi proprio di sì.»
«Ecco, è successa una cosa nella foga del momento.» arrossì e si mosse con i piedi in avanti infilandosi in mezzo alle sue gambe, le mani strette sulle cosce del biondo quasi avesse paura di cadere «Kacchan...»

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora