20. Coraggio

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Izuku appoggiò le mani sulla ringhiera in metallo, davanti a sé l'enorme distesa d'acqua del fiume che attraversava la città. I raggi del sole rossicci a causa del tramonto si riflettevano sulla superficie creando piccole sfumature tendenti al violetto. Todoroki si trovava al suo fianco con le braccia stese lungo i fianchi e lo sguardo rivolto altrove. Si erano allontanati dall'azienda per parlare ma nessuno dei due ancora aveva osato dire qualcosa.

«Mi dispiace.» la voce del bicolore spezzò il silenzio attirando la sua attenzione, ma Midoriya tenne le iridi smeraldo fisse sul fiume «Mi dispiace per averti fatto male e per averti trattato in quel modo. Non è da me, ti sto facendo soffrire e tu...non lo meriti.»

Izuku rimase in silenzio, a differenza del solito non sentiva la necessità di piangere. Quelle scuse significavano molto per lui, ma allo stesso tempo lo facevano arrabbiare. Ogni volta è così, alla fine mi chiede scusa e basta. La situazione non si risolverà in questo modo.

«Che cosa ti succede? Lo so, la colpa è anche la mia perché ti ho trascurato molto. Ma non capisco tutta questa rabbia che tiri fuori ogni volta. Odi così tanto Kacchan?» domandò stringendo le dita sul metallo con più forza.
«Kacchan?» Todoroki fece una pausa poi si grattò la nuca «Ah, intendi Bakugou. Io...io non lo odio. È solo che...» sospirò per poi voltarsi e mettere le mani sulle sue spalle così da obbligarlo a guardarlo «...più ti avvicini a lui, più ti allontani da me.»
Izuku alzò un sopracciglio «Non è vero. Tu sei il mio migliore amico e questo non cambierà di certo a causa di Kacchan.»

Il bicolore lo guardò e i suoi occhi scesero sul suo collo fermandosi nel punto in cui la pelle andava a nascondersi sotto la stoffa della camicia. Merda. Con uno scatto Midoriya si coprì quel punto consapevole che si vedessero i segni del morso di Katsuki. Arrossì, non si vergognava, ma aveva paura che Todoroki reagisse male come l'ultima volta.

«Midoriya, ti sei innamorato di lui?» domandò Todoroki ad un tratto.

Izuku trattenne il respiro un istante, poi tornò a guardarlo in faccia con il viso in fiamme. Non aveva mai pronunciato quelle parole ad alta voce. Sapeva di provare qualcosa, sapeva che non era solo una cotta, ma usare la parola amore gli veniva più difficile del previsto. Strinse le labbra e lasciò scivolare la mano dal collo, rendendosi conto che coprire quel segno significava nascondere le sue stesse emozioni. Lo ha fatto perché io lo volevo. Non devo...anzi, non voglio coprirlo.

«Credo di sì.» ammise sotto voce «Tu non lo conosci e ai tuoi occhi potrà sembrare solo un arrogante presuntuoso. All'inizio neanche io riuscivo a capirlo, ma in realtà lui è...» abbassò lo sguardo «...lui è gentile, premuroso, si preoccupa e non mi fa mancare niente. So che questo potrebbe darti fastidio ma...per la prima volta stando con lui ho capito che essere Omega non è così terribile, e che anche io ho la possibilità di fare qualcosa nella vita.» chiuse le dita a pugno «Non so come spiegarlo. Ma questo non cambia il fatto che io ti voglio bene.»

Todoroki rimase in silenzio alcuni secondi, le iridi bicolore rivolte verso il fiume che con calma scorreva a pochi passi da loro. Midoriya lo guardò e vide i suoi capelli sfiorargli il viso grazie al leggero venticello che li avvolgeva. Lui non sembrava arrabbiato e tanto meno sul punto di andarsene.

«Ho capito.» i lineamenti rilassati e le labbra stese «Non tornerò più sull'argomento. La vita è la tua ed è giusto che scegli quello che vuoi. Non ha senso continuare a litigare.» Shouto allungò il braccio e mise una mano tra i suoi capelli accarezzandogli la cute «Ti starò vicino e quando avrai bisogno io ci sarò. Non farò più quelle scenate. Hai la mia parola. Ero solo preoccupato per te, ma ora che so dei tuoi sentimenti...va bene così.» piegò il capo di lato e le sue dita scesero fino alla guancia così da raggiungere la mandibola «Perdonami.»

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora