3. Un finto appuntamento

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«Izuku! Tesoro, sei pronto?»

La voce di sua madre lo fece sobbalzare leggermente, lo chiamava così solo quando suo padre non era in casa, forse perché temeva di farlo arrabbiare. Perché non sono nato Alpha e basta? Sospirò e si guardò allo specchio sistemando con le mani gli angoli della maglietta rossa che indossava quel giorno, abbinati ad un paio di shorts blu scuro. Doveva uscire per l'appuntamento con Katsuki organizzato dai loro genitori, e stranamente si sentiva agitato. Non sapeva cosa fare o cosa dire, però poteva sfruttare quell'occasione. Se dobbiamo vivere insieme, dovrò cominciare da qualche parte. Anche per capire solo cosa gli piace. Izuku alzò un sopracciglio e si coprì il viso con i palmi delle mani sconvolto dai suoi stessi pensieri. Era passato dal non volerlo neanche sentire nominare, al preoccuparsi della loro vita insieme una volta sposati. È comunque giusto, no? Passare la vita a litigare non mi sembra una prospettiva molto carina.

«Izuku?!»
«Si, scusa mamma! Sono pronto!» gridò di rimando Midoriya, che prese il suo cellulare e se lo infilò nella tasca destra prima di uscire dalla sua stanza.

La casa era suddivisa in due piani, simile a quella dei Bakugou. Gli Alpha possedevano abitazioni lussuose e molto spesso si assomigliavano nonostante cambiassero i colori o certi tipi di arredamenti. Rispetto a quella di Katsuki, la sua aveva una impronta più tradizionale, con il pavimento in parquet e i mobili in legno antico. Una passione di sua madre tramandata di generazione in generazione.

Izuku scese le scale con dei piccoli saltelli, i gradini decorati da un tappeto color oro che si concludeva con l'inizio del piano terra. Si guardò intorno e notò una chioma bionda gironzolare vicino al portone con un casco sotto braccio. Katsuki è già qui?!
Indossava una maglietta coperta in parte da una giacca simile a quelle dei motociclisti, quest'ultima sfiorava con le punte la cintura di cuoio che reggeva i jeans chiari. Rispetto alle uniche due volte in cui lo aveva visto, ora sembrava piuttosto normale. Non che prima non lo fosse, ma...

«Hai intenzione di restare lì a fissarmi, o vuoi venire fuori con me?» domandò lui squadrandolo.
«I-io non ti stavo fissando! Come ti salta in mente?» borbottò Izuku, che si avvicinò per afferrare le scarpe cremisi e infilarle ai piedi.
«Mi raccomando ragazzi, state attenti. Katsuki, riportarlo quando più ti aggrada.»  disse sua madre sporgendosi dalla porta che conduceva alla cucina.
Come scusa?!
«Non si preoccupi Signora Midoriya, è in ottime mani.» rispose Katsuki sorridendo, il primo vero sorriso che Izuku avesse mai visto da lui.
«Cosa? Non sono un giocattolo da dare in affitto! Tornerò a casa quando lo voglio io.» obbiettò sconvolto.
«Izuku, per favore...» la donna sospirò come a voler cercare le parole per rimproverarlo senza risultare sgarbata.
«Se vorrà tornare a casa, lo riporterò, dopotutto sarai mio marito giusto? Signora Midoriya, è stato un piacere.» il biondo chinò leggermente il capo e prese per il polso Izuku trascinandolo fuori di casa.

Che diavolo sta facendo?! Appena la porta si chiuse alle sue spalle, venne tirato lungo il vialetto in pietra circondato lateralmente dal grande giardino fiorito vista la stagione estiva. Izuku cercava di tirare indietro il braccio, ma la sua forza comparata a quella si Katsuki era minima. Solo quando superarono il cancello nero pece, decise di lasciarlo andare.

«Si può sapere cosa stai facendo?!» domandò Midoriya completamente sconvolto dalla situazione «Che cos'è questa sceneggiata, adesso?»
«Preferivi che tua madre dicesse a tuo padre come ti sei comportato? Scommetto che è meglio di no.» il biondo inclinò il capo di lato «E poi è la verità, no? Sarai mio marito.»
Ma ancora no.
«S-smettila di dirlo!» Izuku allargò le braccia allontanandosi, e si fermò sul marciapiede vicino il bordo della strada.

Gli mancava l'aria, era come se fosse rimasto in apnea tutto il tempo, talmente travolto da ciò che lo circondava da non lasciarlo respirare sul serio. La sua vita sarebbe stata quella, quindi? Unirsi ad un biondo arrogante che, nonostante la loro conversazione del giorno prima, sembrava a suo agio con tutto? No, lui non è a suo agio. Fa finta.

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora