24. Credimi

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[Pov Sero]

Sero adagiò sul lettino Todoroki dopo essersi chiuso alle spalle con un calcio la porta della stanza. Era arrivato in corridoio con le mani che tremavano dalla rabbia. Vedere il viso di Shouto ricoperto da tutte quelle strisce di sangue gli dava il voltastomaco, ma allo stesso tempo scatenava in lui l'inevitabile voglia di prendersi cura di lui. Non l'aveva protetto, e doveva fare i conti con se stesso per questo. Cazzo. Allungò la mano spostandogli alcuni ciuffi dalla fronte, e il bicolore aprì le palpebre guardandolo. Stava bene, ma non si poteva dire lo stesso del suo labbro, del suo zigomo e della parte superiore del suo naso.

«Non muoverti da qui, vado a prendere il kit di pronto soccorso.» disse il corvino serio.

L'altro annuì rimanendo in silenzio, e Sero si voltò raggiungendo il loro bagno personale. Lasciò scorrere il vetro al di sopra del lavandino, poi prese la valigetta tornando in camera. Con il piede spinse uno sgabello, e ci si mise seduto sopra facendo sfiorare le ginocchia con il bordo del letto. Scartò una busta da cui strappò via dei pezzi di cotone, infine ci versò sopra del disinfettante.

«Questo potrebbe bruciare un po', Shouto.»

Si allungò in avanti e con calma cominciò a tamponare l'angolo della sulla bocca. Todoroki ebbe uno spasmo ma non si lamentò, fissava il soffitto quasi si aspettasse di vedere spuntare qualcosa improvvisamente.

«Scusa.» Sero gli rivolse un leggero sorriso e spostò la mano sullo zigomo.

Shouto gemette di dolore e strinse tra le dita la coperta, facendo diventare le nocche bianche. Vederlo in quel modo gli faceva male, così male da provare lui stesso dolore. Ma del resto quel legame funzionava così. Perché si, Sero Hanta non era un Alpha qualunque. Deve amarlo davvero tanto per farsi ridurre in questo modo. Dovette trattenersi per non mostrare la sua espressione irritata, e spostò il cotone sul naso, dove si trovava un piccolo taglio poco profondo. Odio vederlo così.

«Sono stato proprio un cretino.» Todoroki si mise a ridere, facendosi uscire altro sangue dal labbro «Ho creduto davvero di poterlo convincere, sai?» la sua voce si storpiò diventando cantilenante «Sono solo un idiota.»
Sero sospirò lavandogli via la goccia che lentamente stava scivolando sotto il mento «Non sei un cretino, ti sei solo innamorato della persona sbagliata. Mi correggo...di una persona che non può amarti.»

Gli occhi del bicolore si posarono su di lui, non sembrava arrabbiato ma più che altro confuso. Forse sono stato troppo diretto... Ma è la verità. Sero stesso soffriva ogni giorno, perciò riusciva a comprendere la situazione. Lui teneva nascosto un segreto, un segreto che prima o poi sarebbe venuto a galla, ma che per il momento doveva custodire dentro di sé. Era innamorato di Shouto, più precisamente della sua anima. Imprinting. Nella società attuale veniva considerata una rarità, quasi una leggenda. Quel legame profondo con l'altra persona avrebbe potuto portarlo alla distruzione.

«Forse hanno avuto l'imprinting.» ipotizzò il corvino appoggiando il cotone e prendendo dei punti a striscia bianca «Forse Midoriya no, ma magari Bakugou si. L'imprinting è qualcosa di inspiegabile, ti causa del dolore fisico, e se l'altra persona dovesse morire beh...non voglio neanche pensarci.»

Evitò di guardarlo negli occhi, e appoggiò la striscia sul bordo delle sue labbra, pronto a prenderne un'altra. Sentì lo sguardo di Todoroki su di sé, la pelle gli formicolava come se potesse andare a fuoco. Odiava quella sensazione, odiava l'effetto che lui aveva su di sé, consapevole che non sarebbe mai stato suo. Andando avanti così, morirò sul serio.

«Non guardarmi in quel modo.» Sero appoggiò la striscia sopra al suo naso «Alcuni Alpha sono morti poco dopo la perdita del proprio Omega o Beta. E tu mio caro, non hai questo problema.» ne mise uno anche sullo zigomo, ed infine chiuse la valigetta.
«Sei così serio perché ti ho fatto incazzare, vero?» domandò l'altro tirandosi su con i gomiti.
«Secondo te?» agganciò le sue iridi scure a quelle del bicolore, la rabbia divampò come un incendio colpito da una raffica di vento «Ti avevo detto di non bere, e tu non mi hai ascoltato. Ti avevo detto di lasciare perdere, ma tu lo hai fatto lo stesso. Ti avevo detto di provare a dimenticare, ma tu continui a piangerti addosso.» strinse le mani a pugno «Non lo capisci che odio vederti stare così? Vederti piangere o trattenere le lacrime ogni volta che parli con lui al telefono?» si alzò in piedi girandosi di spalle «Cazzo, fa dannatamente male.»

Bakudeku [Omegaverse] •Chained•Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora