Cicatrici e amore

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"Buongiorno signorina Kinghore, come si sente?" Mi chiede un giovane guaritore mai visto prima, "credo bene" rispondo mentre mi guardo in giro stranita, la stanza bianca e vuota mi sorprende. "Cosa ci faccio qui?" Chiedo perplessa "è stata colpita da una maledizione molto forte una settimana fa, al matrimonio di suo cugino credo" mi risponde freddo, poi continua "io sono John Carter e sono il suo guaritore. Mi stavo domandando quando si sarebbe svegliata. Ora se permette vado a dare a sua padre la notizia." Fa per lasciare la stanza ma lo fermo "no aspetti, come mai non è qui lui?" chiedo triste e anche la stanza spoglia mi lascia una tristezza infondo al cuore, ricordo per Cedric e per Katie la camera piena di oggetti e colori, invece la mia è spoglia e vuota. "Perché non poteva starle vicino signorina. Nessuno che le volesse minimamente bene poteva. Ecco perché la sto curando io, sappia che negli ultimi giorni anche io le procuravo un minimo dolore" sorride stanco ma sereno. "Mi può spiegare?" chiedo curiosa, "vede la maledizione che l'ha colpita è ad oggi sconosciuta a noi, ma suo padre ha subito intuito che si rafforzava con l'amore. Lei è arrivata praticamente bruciata viva, dentro e fuori, dalla fiamma dell'amore che provavano per lei le persone che le erano vicine quel giorno" mi spiega con calma e delicatezza, spalanco gli occhi e continua "io ero l'unico qui al San Mungo a non conoscerla, arrivo dagli Stati Uniti e ho iniziato al secondo piano essendo un esperto di virus e batteri. Ma lei aveva bisogno di qualcuno che non sapesse nulla di lei. Come le dicevo, però, già il prendermi cura della sua malattia mi stava facendo affezionare. Per fortuna le varie pozioni che le abbiamo dato, unite all'incantesimo per raffreddare il suo corpo, hanno fatto sì che la maledizione perdesse forza. Ora cerco di capire se può avere contatti." Mi sorride ed esce dalla stanza.

Resto sola e spaventata, bruciata viva dall'amore, non oso pensare come si sia sentito Cedric venendo a conoscenza del fatto, mi stringeva a lui e mi stava uccidendo allo stesso tempo, o Alex che sicuramente mi sarà stata vicina. Poco dopo John torna e mi comunica che Alex sta arrivando, ma per ora può vedermi dal vetro della finestra e parlarmi, lui resterà in camera per sicurezza. Annuisco e mi rilasso sul lettino, sono assorta nei miei pensieri quando sento nella testa la voce di Alex: "Lizie sono qui, voltati". Resto sorpresa di non aver percepito la sua presenza, Alex è pallida e per la prima volta la sua voce è debole, preoccupata, il suo viso segnato da profonde occhiaie e rigato di lacrime "Alex che succede?" le rispondo a voce ma poi capisco che non può sentirmi e riprendo il dialogo con lei mentalmente. Mi fa segno di avvicinarmi al vetro e appoggia la mano in modo che io possa mettere la mia in corrispondenza. Mi alzo tremante e John, mi prende sotto braccio per accompagnarmi, ancora una volta non sento nulla, Alex mi guarda "Lizie finalmente sei sveglia, ho avuto tanta paura di perderti questa volta, sono sempre stata qui fuori con mamma e papà in questi giorni, pregando che il male non mi portasse via te, la mia sorellina. Quando al matrimonio sei stata colpita da quella terribile maledizione mi è crollato il mondo addosso. Non mi ero accorta che ti avessero allontanato da noi per attaccarti. Sono corsa da te ma più mi avvicinavo più ti vedevo peggiorare, eri tra le braccia di Ced, ma anche questo non ti dava sollievo, ma anzi il dolore sembrava aumentare. Ho gridato "Papà corri Lizie sta morendo e io non so cosa fare"" la voce le trema, è ancora spezzata e ha gli occhi lucidi. "Papà ha intuito cosa ti stava succedendo e mi ha detto "manda via tutti, scherma le tue sensazioni e aiutami a fare una teca protettiva" io continuavo a dire a Ced "vai via lasciala" ma lui niente, cosí ho usato la telecinesi e l'ho scaraventato lontano, come ho tenuto a distanza tutti. Papà era arrabbiatissimo con tutti, nessuno ascoltava. Poi ho cercato di fare la teca, ma non ricordavo l'incantesimo e tu stavi sempre peggio."

Non ho mia visto mia sorella così sconvolta e vorrei abbracciarla "Alex, tranquilla ora sto bene" anche se la testa mi gira al momento e sento le forze mancarmi. "Signorina Kinghore per favore, non si affatichi, si sieda" mi comanda John lo guardo e rispondo "non posso lasciare la mano" indicando la mia mano su quella di Alex, che però probabilmente capisce e si lascia scivolare per terra sparendo alla mia vista, permettendomi di sedere così sulla poltrona che mi è stata portata. Alex continua il racconto sempre con tono concitato "papà mi ha detto "Alexandra sei una strega potente e se non facciamo subito la teca tua sorella non si salverà, forza!" e così, solo grazie a te, ho trovato l'energia per l'incantesimo e io e papà ti abbiamo materializzato al San Mungo. Papà ti ha messo subito qui poi ci ha proibito di vederti e si è chiuso nello studio a studiare." Sento che è provata da tutto questo, ma parlare le fa bene "Alex, so cosa è successo, il guaritore mi ha spiegato. È per questo che non sento nessun sentimento da parte tua?" Alex non risponde ma sono sicura che stia piangendo di nuovo "Si sorellina, perdonami. Papà mi ha concesso di vederti subito, beh concesso proprio non è la parola giusta" e per la prima volta sento che sta sorridendo "diciamo che non gli ho lasciato scelta, appena Carter è venuto ad avvertirci che ti eri svegliata, ho detto a papà che se non mi faceva entrare subito lo avrei costretto con telecinesi e potere mentale! Mi ha fatto promettere che avrei schermato ogni sensazione e ogni sentimento e ti avrei parlato solo con la telepatia, senza entrare nella stanza. Sto facendo una fatica immensa, ma per proteggerti sono disposta ad ogni sacrificio. Tu però non devi dubitare né del tuo potere né del mio amore." Cerco di mettere insieme i pezzi di quanto accaduto, non ho mai visto mia sorella così sconfitta e cerco le parole giuste per darle forza, anche se mi sento ancora debole "Alex so che mi vuoi bene e so che se solo potessi ti prenderesti il mio dolore, ma ora sto bene. Sono forte e so che lo sai. Sei stata la prima a vedere questa forza in me. Non dubitare mai neppure tu del mio potere, ma soprattutto del potere dell'amore. Ricordi cosa diceva Silente, non esiste magia più forte dell'amore e del legame tra sorelle come il nostro. Quindi ora ti prego calmati." Poi cerco di farla sorridere "mi sarebbe piaciuto vederti contro papà, la tua fiducia nel considerarti superiore non mi stupisce."

La vita è ... imprevedibileDove le storie prendono vita. Scoprilo ora