" Pietro "

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" ti ricordi che oggi pomeriggio devi allestire la vetrina dei dolcetti?" - le domanda Francesca, ancora stretta nel suo pigiamone rosa.
Lisa sta già pranzando, per via del turno così lungo, con i pensieri su Nico, che aveva scelto di scendere giù insieme a Gennaro.
Quel bambino era super educato e adorabile, ma quella stra maledetta sensazione non la lasciava.
" o Lí, che hai?" - continua l'amica, posandole una mano sul braccio.
" niente, sono solo in pensiero per Nico"
" potresti essere più flessibile con lui, comunque " - le consiglia Francesca, beccandosi un'occhiataccia.
" ha solo dodici anni, Francesca.. e si trova nella città dove i primi criminali iniziano tutti a quell'età "
" non con i tuoi insegnamenti.
Nico ha la sua testa, nonostante tutto qui profumi di criminalità "
" sarà " - si alza in piedi, togliendo il suo piatto e mettendolo nel lavandino.
Afferra una sigaretta, approfittando degli ultimi minuti di anticipo, per rilassarsi.
" e poi è la prima volta che lo vedo andare d'accordo con qualcuno " continua Francesca, abbracciando lo schienale della sedia, per guardare l'amica.
" non ti ricorda qualcuno quel Gennaro?" le domanda Lisa, dando voce, ai suoi pensieri.
" no, perché a te si?"
" si, ma non riesco a capire proprio chi"
Le ripassa per la testa Gennaro, mentre si tira il ciuffo indietro, praticamente sempre, cercando di collegargli un volto, ma è tutto inutile.
La sua sigaretta è giunta al termine, provvede a spegnerla e va a mettersi il giubbotto, pronta a scendere per andare a lavoro.
" per qualsiasi cosa chiamami, Massimo non rompe se mi chiami per Nico" le spiega, mentre mette le ultime cose nella sua borsa.
" ti posso chiamare anche se Silvia mi fa impazzire?" Francesca la fa ridere, mentre si mette la borsa sulla spalla e si sistema i capelli sulle spalle.
Afferra le chiavi, avvicinandosi all'amica.
" sopportala come faccio io, in fondo è simpatica " le stampa un veloce bacio, che Francesca ricambia furtivamente.
" ci vediamo stasera, avvisami quando torna Nico!" le urla, ormai vicino al portone.
" si tranquilla! A dopo!" le urla anche Francesca.

Si chiude il portone alle spalle, scendendo le scale velocemente. Quei piedi che corrono veloci, senza inciampare, la riportano al passato, quando imparava a non cadere sulle scale.

FlashBack Lisa.
Riesce ad aprire il portone di casa sua, scappando via da suo padre.
Inizia a scendere velocemente  le scale, ogni minuto perso, ad avere paura di inciampare, significava finire fra quelle mani di nuovo.
Supera la prima rampa, mentre alza gli occhi al cielo. Come immaginava, la sta seguendo.
- Arò cazz vaij?! T'accir che man mij!- le urla suo padre, ubriaco, mentre scende le scale insieme a lei.
Aumenta la velocità sulle sue gambe, ma lui arriva a prenderla. Si sente afferrare per i capelli, prima di essere scaraventata a terra.

L'aria fresca, cancella via quel ricordo e le ferite che si porta dietro, facendola tornare al suo presente.
Adesso aveva la sua vita, non voleva più pensare a quei giorni.
Infila la chiave, aprendo la macchina, ma la sua attenzione viene catturata da un'auto parcheggiata di fronte alla sua, dall'altro lato della strada.

Scruta l'Audi Nera, mentre sente la voce di Gennaro.
Quando si sporge completamente, vede le Nike di Nico e le Adidas rovinate di Gennaro.
Con chi parlano?
Lisa cerca di scorgere la persona che sta parlando con suo figlio, iniziando a sentire la paura salire.
Riesce a scorgere solo una capigliatura nera, mentre si avvicina sempre più.
" Nico!" - chiama sua figlio, reclamando la sua posizione da madre. Gesto sbagliato, per le sue intenzioni.
L'uomo alla guida si gira improvvisamente appena parla e Lisa non crede ai suoi occhi.
Pietro Ricci stava parlando con Gennaro e Nico e adesso la sua sensazione si spiega.

" Lisa " pronuncia il maggiore dei Ricci, sorridendo.
Lei rimane ferma, guardando suo figlio.
" Nico, sali subito a casa "
" ma mamma, io e Gennaro stavamo giocando "
" ho detto sali!" - gli urla contro e Nico assume un'espressione arrabbiata.
" ho detto non mi va!" - le risponde, battendo i piedi.
Pietro continua a guardare suo figlio, accigliato: lo scruta lentamente, come se riconoscesse quei tratti.
" tu fai quello che ti dico io! Adesso sali e non mi fare perdere la pazienza!"
" va tranquillo, ci virimm a scol " - Gennaro fa un cenno a Nico per salutarlo e lui lanciando uno sguardo pieno d'odio a Lisa, attraversa, entrando dentro il palazzo.
" bel caratterino, eh.. mi ricorda qualcuno, sai?" ride Pietro, dietro gli occhiali da sole.
" non ti avvicinare mai più a mio figlio, sono stata chiara?"
Pietro la guarda dalla testa ai piedi togliendosi gli occhiali, prima di scendere dall'auto, mettendo paura alla ragazza.
Perché quel momento era arrivato proprio adesso?
" sagl" ordina a Gennaro, che senza fiatare sale in auto, mettendosi comodo sui sedili.
Lisa cerca di ignorare il fatto che Gennaro possa conoscere i Ricci, la rende nervosa.
" non mi va di parlarti, faccio tardi a lavoro " - gira le spalle a Pietro, che però la fa voltare.
" non mi toccare, merda!" Gli urla contro, spingendolo inutilmente.
" ho chiuso da molto tempo con voi, non voglio più vedervi!" Continua, puntandogli il dito contro.
Rivede di nuovo i demoni che accompagnano l'inferno, nei quei occhi, così scuri e profondi, così terribilmente uguali a quelli di Ciro.
" a vuò finí e ricr cazzat! "
" cazzate? Tuo fratello ha fatto le sue scelte, ora penso solo a mio figlio. "
Pietro le afferra il polso, quando lei si volta di nuovo, per andarsene.
" ho detto lasciami!" Lisa cerca di liberarsi, ma Pietro aumenta la sua forza, bloccandola completamente.
" A Lí, a chi vuò piglià po cul? Chill è figl a Ciro!"
" che diavolo dici?! " cerca di liberarsi, stupida, a non aver pensato che Pietro non puoi prenderlo in giro.
" ten e stess occh e' fratm!" - la lascia andare, strattonandola e Lisa provvede a massaggiarsi il polso.
" sono tue supposizioni, credete di essere gli unici ad avere un paio di occhi scuri sul pianeta?"
" nun m piglià po cul, Lí " - pronuncia lentamente.
" chill e mij nipot, o'ver?"

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