" T piac ca?"

1.9K 52 0
                                    

Ciro guida, sentendosi completamente in tensione, ogni volta che il suo sguardo, per poco, vaga su Nico per poi tornare sulla strada.
- tu sei un amico di mia mamma, giusto?- domanda di punto in bianco, costringendolo a stringere il volante, fra le dita.
Ciro non capisce per niente, dove abbia pensato quella domanda.
-cosa te lo fa pensare?- domanda, evitando di guardarlo.
- tu sei la stessa persona della foto a casa di Gennaro e ti ho visto in una foto di mia madre, quando eravate giovani - spiega, continuando a guardarlo. Ciro con fatica, rivolge il suo sguardo per poco a Nico, trovando una lunga fila nel suo percorso.
- si, a canusc - rivela, prendendo fiato. - ma sta foto aró l'hai pigliat?- domanda, ritornando a guidare, accorgendosi che manca poco all'arrivo. Perché diavolo ha deciso di abitare qui? È un posto di merda.
- mamma la tiene in un cassetto, insieme ad altre cose - Ciro decide di chiudere il discorso, invaso da altri pensieri: guida fra gli alti palazzi, notando quanto sia penoso questo quartiere.
- t piac ca?- domanda, scorgendo in lontananza il suo palazzo, riconoscendolo subito.
- non tanto, preferisco il quartiere di Gennà -
- è anche il mio, sai?- gli domanda, fermando l'auto di fronte al cancello in ferro che chiude l'atrio. - e se dico mio, intendo mio - continua ridendo. Nico si sporge verso i sedili posteriori, trascinando lo zaino, con fatica. Ciro con un gesto automatico, lo afferra anche, aiutandolo.
- c cazz c'è arint?- ride, strappandolo dalle mani di Nico. - jamm, t'aiut a saglì - senza farlo replicare e Nico neanche ci pensa a farlo, stranamente a suo agio con questo ragazzo.
Suona al citofono, con Ciro che tiene l'attacco principale del Eastpak nero, fra l'indice e il medio, senza nessuna fatica, a differenza sua.
- sì fort - si completa Nico con lui, notando come tiene con facilità il suo zaino. Ciro gli scompiglia i capelli e sente come una scarica, passargli per la schiena, mai provata prima, se non con sua madre.
- chi è? - la voce metallica di Lisa, interrompe quella scarica, facendolo voltare verso il citofono.
- song ij mà -
- ah, Nico finalmente.. ti sto aprendo - con un click, il cancello si apre e i due entrano, Ciro si chiude il cancello alle spalle, seguendolo dentro.
Sbuffa, mentre sale le scale seguito da Ciro, che subito lo raggiunge, sincronizzando i loro passi.
- cre?- domanda Ciro.
- penso a come potrebbe reagire mia madre nel vederti con me - spiega, concludendo e iniziando la seconda rampa.
- troppo protettiva, mh? - domanda, seriamente interessato. È la sua prima lunga conversazione con Nico e vuole sapere ancora di più, sempre.
- è poc. Nun m lassa respirà.. mô m fà e' tarantell, pecchè só turnat tard.. -
si accorge di essere arrivato alla porta, quando i ricordi dell'altra notte gli invadono la mente. Nico preme il campanello, girando la testa verso Ciro.
- prepart - lo avvisa, strappandogli un sorriso.

Quando Lisa apre la porta, rimane sulla soglia a guardare Ciro dalla testa ai piedi. Con le labbra serrate, serie. Ciro ricambia lo sguardo, mentre lascia lo zaino a Nico, senza smettere di guardarla.
- m'accumpagnat mà - spiega Nico, entrando dentro, lascia lo zaino per terra, tornando di nuovo a guardare Ciro.
- è pronto il pranzo Nico - non capisce perché sua madre, continua a guardare Ciro, che rimane fermo sulla soglia, lanciandogli uno sguardo ogni tanto.
- vabbuó, grazie Cì - lo ringrazia, sorridendogli.
- di niente, Ciao - pronuncia serio, ritornando con lo sguardo su sua mamma.
- Nico, vai - sua madre rimane lì, mentre lui agita la mano a Ciro, per salutarlo. Ricambia in altrettanto modo e va via, sentendo quella sensazione di benessere, che aveva prima, sparire lentamente.
Si siede a tavola, ma le sue orecchie sono subito disturbate dalle urla di sua madre.

Na vot Ancor / Sequel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora