" a riman "

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Dopo quelle parole, Lisa si era di nuovo ammutolita mentre il telefono di Ciro, squarcia il silenzio, costringendolo ad abbandonare quella discussione, già persa in partenza.
- Piè - risponde a suo fratello, quando il nome di quest'ultimo, compare sullo schermo.
- Cì, stamm ca abbasc, arap - Lisa lo guarda, sentendo quelle parole mentre Ciro provvede a dire solo si, spegnendo la chiamata.
- vengo anche io - pronuncia lei, facendosi avanti ma Ciro scuote la testa.
- scordatill Lì - pronuncia serio, andando ad aprire il portone a Pietro, senza accorgersi che Lisa l'ha raggiunto, non nascondendo neanche davanti al dolore, la sua testardaggine.
- parlerò con Pietro - a quelle parole, suo fratello si presenta davanti alla porta, seguito dai suoi uomini. guarda prima Lisa e poi Ciro, chiedendo a entrambi perchè si trovassero insieme, solo con gli occhi.
- c succiess, Cì?- scruta ancora Lisa, sperando che suo fratello non abbia perso la ragione, ma apparentemente, Lisa sembra stare bene. Ciro gli fa un semplice cenno del capo, invitandoli a entrare. Pietro si fa subito spazio in salotto, prendendo un sospiro profondo, quando nota il corpo del padre di Lisa, non conoscendolo, ma il fatto che sia morto, capisce perchè ha chiamato.
- tu o'saij ca a ringrazià ca papà tenev c fa, e a mannat a mme!- dice a Ciro, che ignora le parole del fratello, sentendo i nervi salire. Pietro lo tratta ancora come un bambino. Il più grande dei Ricci fa un cenno ai suoi uomini, che subito si avvicinano al corpo inerme, afferrandolo dalle braccia e per i piedi, alzandolo in aria.
- Pietro vengo con te!- si fa avanti Lisa, beccando uno sguardo interrogatorio da parte di Pietro.
- c cap e' cazz..- mormora Ciro, stringendosi le braccia al petto. - arò vuò ij?- continua Pietro, mentre i suoi uomini hanno già portato suo padre, fuori dalla porta. - è mio padre, Pietro. -
a quella rivelazione, Pietro sposta gli occhi subito su Ciro, ricordando il passato, anche lui. ricorda ancora come pulsavano le vene sulle sue braccia, quando aveva scoperto degli abusi di suo padre. gli aveva giurato urlando, che l'avrebbe ucciso se sarebbe ritornato a Napoli, dando ascolto al suo buon consiglio, di lasciarlo andar via. riguarda Lisa, che sembra ancora più determinata a venire. - m rispiac Lì - pronuncia Pietro, accarezzandole le spalle - ma nun pozz rischià, nun può venì -
- voglio solo essere sicura che lo farai sparire per sempre - a quelle parole, i due fratelli si guardano e Ciro coglie l'invito di Pietro, ad avvicinarsi a Lisa e così fa. si posiziona alle sue spalle, ma non la tocca, ricordando poco fa.
- sta tranquilla, Lì.. - le sorride, prima di dirigersi verso la porta e Ciro si avanti, accompagnandolo. - c virimm riman matin alle dieci, o'bar ca abbasc, me rà spiegazion - parla piano Pietro, facendolo annuire - a riman - lo saluta, scendendo velocemente le scale, fino a sparire.




Il giorno dopo, appena Ciro si sveglia, si mette seduto sul divano, allargando le braccia. la sua schiena urla pietà, ma non se la sentiva di andarsene, dopo quello che era successo. Lisa sta sul tavolo, con la testa sulle braccia, in pieno e profondo sonno. Si alza dal divano, andandole incontro e si ferma a guardare i suoi tratti rilassati, presi dalle grinfie di Morfeo. con l'indice le sfiora la guancia, senza svegliarla, ma lei ancora presa dal sonno, asseconda i suoi movimenti, andandole incontro con la guancia. Ciro sorride senza mostrare i denti, quando sente i brividi di tranquillità pervadere la sua pelle. ha ancora quel potere, che da sempre l'aveva reso l'unico, agli occhi di lei: quello di tranquilizzarla. sposta i suoi capelli dal viso, ma lei si sposta, mugugnando. - lasciami dormire papà - si irrigidisce, appena Lisa nel sonno pronuncia quelle parole, così provvede a spostarle i capelli dal collo, ma lei subito si scansa, come ieri, come fosse scottata. - per favore..- mormora, scoppiando quasi in lacrime.
Ciro toglie subito le mani dal suo viso e alza gli occhi verso l'orologio, che gli segna di essere in ritardo. corre subito fuori, uscendo dal palazzo e raggiunge a piedi il bar, notando già suo fratello, seduto sul cofano della sua auto, ad aspettarlo.
- sì in ritard - lo rimprovera, quando se lo trova vicino.
- nun m rumpr o'cazz Piè - risponde subito, facendogli capire che non ha voglia di essere rimproverato, non adesso. - c vuò?- continua, facendogli un cenno.
- che success aier?- Ciro si sente mozzare il respiro, quando le immagini di ieri sera si fanno spazio nella sua testa. - Cì- lo richiama suo fratello.
- secondo te? è successo quello che non doveva succedere, Piè - fa un breve silenzio,cercando di prendere fiato, con la rabbia che sale, sempre di più. - e chist pecchè temp fa, avev fa chell ca se doveva fà, ma m sò mess a t sentì - continua, sfogando la sua rabbia, incontrollata.
- o' saij cca mò, a fatt bon - gli risponde suo fratello, mostrandogli la sua ammirazione, per aver usato la violenza in un caso, dove non poteva fare altro.
- nun m piglià pò cul, Piè - lo minaccia - vulev vrè a tte se o'pat e' Gemm avess tuccat!-
Pietro a quelle parole si irrigidisce, dandogli ragione. - ma tu c facev lì?- domanda Pietro.
- stev accumpagnan a Nico - risponde, dando fuoco a una sigaretta. - cert vot penz ca o' destin me vuò tnè luntan a ess, ma appena a lass.. mafà truà ancora cca - fa ancora una pausa, sputando in aria il fumo - e ij ogn vot a vogl ancor - si rivela a Pietro, riportando la sigaretta alle labbra.

Na vot Ancor / Sequel Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora