I nodi vengono al pettine

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Le mattinate seguenti sembravano non finire mai. Le mail erano sempre di più e le informazioni da tenere a mente infinite. Ogni tanto guardavo fuori dal corridoio, fingendo di pulire i vetri del mio ufficio per controllare se Adrian fosse a lavoro oppure fosse uscito. Non lo avevo mai incontrato in quei giorni, forse entrava prima di me nella sua stanza, magari arrivava prima delle otto di mattina. Talvolta vedevo giovani uomini correre verso la sua porta con pacchi di documenti in mano per poi sparire dalla mia vista.
Sbuffai, scrollando le centinaia di mail indirizzate allo scapolo del momento: Adrian Priest. Uno stupido articolo di giornale aveva organizzato una sorta di quiz sugli uomini single più belli di New York. Mi domandai come mai nessuno sapesse del suo imminente matrimonio con Megan, che, tra parentesi, ancora non si era vista negli uffici. Forse restava alla sua villa per spassarsela con James? Scossi la testa, eliminando quei brutti pensieri. Non dovevo giudicarla, aveva scelto la sua strada, seppur in maniera ambigua.

Qualcuno bussò attraverso il vetro, alzai lo sguardo e lo stomaco si attorcigliò su se stesso. -Jack.- Dissi a denti stretti. -Cosa ci fai qui? Hai voglia di prenderti un altro pugno?-
Lui sorrise, stringendosi il nodo della cravatta. -No. Sto soltanto controllando che la mia fidanzata venga trattata bene.-
Sollevai le spalle, stanca. -Sì, sto bene.-
Lui guardò verso il soffitto, mettendo le braccia dietro alla schiena. -Senti...- Tossicchiò. -Saresti libera stasera? Ho una cena importante.-
Deglutii con forza. -Stasera?-
Lui annuì.
Era già da un po' che non mi chiedeva favori del genere e doveva ancora pagarmi per quelli che gli avevo fatto. -Sei sicuro? Abbiamo ampiamente dimostrato di non essere una bella coppia.-
Lui sospirò, avvicinandosi. -Mi servi. Non posso sfigurare con i norvegesi. Ognuno porta la sua compagna ed io non posso essere l'unico coglione senza donna.-
Roteai gli occhi verso il cielo. Non avrei mai capito come funzionavano gli affari, troppa scena e apparenza. Non ero in grado di comprendere come far finta di essere una coppia felice giovasse agli affari. Era tutto così assurdo. -Mi devi ancora pagare.- Sentenziai.
Jack tirò fuori, velocemente, di tasca un pacco di banconote molto spesso e lo gettò sulla mia scrivania. -Mi sono permesso di aggiungere un bonus per scusarmi della lite con Adrian.- Tossicchiò.
Guardai sbalordita il denaro e poi Jack, che si era appena scusato con me.
Afferrai le banconote e le nascosi nel cassetto sotto di me. Deglutii. -Ok. Ci sto. Aspetto la tua auto per le nove?-
Gli occhi del mio finto fidanzato luccicarono. -Esatto. Ma stai attenta, anche Adrian sarà presente.- Abbassò la voce. -E farà un annuncio importante.-
L'aria mi si strozzò in gola e quelle parole risuonarono nella mia testa come campane non appena furono pronunciate. -Che tipo di annuncio?-
Lui sollevò le spalle, come a scrollarsi di dosso quell'inutile mia ansia. -Probabilmente il matrimonio con Megan.-
Il mio cuore fece un tuffo. Mi dimenticavo quasi sempre che Adrian fosse prossimo al matrimonio, era straziante per me, nonostante sapessi che i due erano tutt'altro che innamorati. -Comunque ti aspetto in auto alle nove. Non tardare.- Disse Jack, indietreggiando abbastanza velocemente. Forse aveva paura di incontrare Adrian. Come biasimarlo? Lo avrebbe disintegrato in meno di mezzo secondo.

Un particolare rumore di tacchi sul pavimento fece rialzare pigramente la mia testa dal computer. Sbadigliai, erano le sei del pomeriggio.  Quasi nessuna donna indossava décolleté in quell'ufficio, perché le scale erano molte e l'ascensore spesso fuori servizio. Chi era quella pazza che aveva deciso di mettersi un paio di tacchi?
Il rumore si faceva sempre più vicino e nitido. Il passo era cadenzato e ben fermo e un sottile profumo di vaniglia iniziò a farsi sentire. Cercai di mantenere l'attenzione, di lì a breve avrei visto la persona che si celava dietro quella scomoda scelta. La prima cosa che vidi furono le lunghe gambe coperte da un sottile strato di calze nere, poi in paio di Louboutin rosso acceso. Feci scivolare il mio sguardo lungo quel corpo sinuoso e mi soffermai su un caschetto nero. La donna si voltò e la mia mascella cadde per terra. Era proprio Megan. Parlavo del diavolo ed ecco che spuntavano le corna.
Era decisamente cambiata rispetto a tre anni prima, era diventata ancora più bella. E soprattutto sembrava essersi "raffinata".
Tuttavia i suoi occhi si assottigliarono e le sue labbra divennero rapidamente una smorfia di disgusto e rabbia. La vidi stringere la borsetta fino a far diventare le nocche bianche e mi salì seriamente un po' di paura.
Entrò dentro al mio ufficio con passo pesante e si piantò di fronte a me. La osservai, leggermente intimorita. Non sapevo cosa volesse da me e perché mi stesse guardando così in cagnesco.
-Ehm, sì?-
Sbatté la borsetta sulla scrivania. -Cosa cazzo ci fai qui?-
Mossi più volte le palpebre. Che bel saluto. Cordiale, soprattutto. -Ci lavoro, furba.-
Megan strinse le labbra fino a ridurle a infinite pieghettine simili a rughe. -Ci lavori?! Da quando? Perché non ne sapevo nulla?-
-Questo non lo devi chiedere a me, ma ad Adrian.-
Le sue pupille si rianimarono con il fuoco. -Quindi hai anche incontrato Adrian...-
Se avesse saputo cosa avevamo anche fatto insieme, mi avrebbe direttamente rispedita al creatore. Mi alzai in piedi, per dare una parvenza di sicurezza in me. -Mi ha assunta lui, ma per motivi di lavoro. Io e lui...non ci incontriamo nemmeno mai.-
Lei sbuffò. -Perché non mi è stato detto niente?!- Urlò.
Fui sorpresa da quella reazione. Cosa le importava se io e Adrian ci eravamo visti? Perché le interessavo tanto? Non era innamorata di James?
Scossi la testa. -Ti ho già detto di chiedere al tuo futuro maritino.-
Megan sembrò quasi esplodere. -Ti ha anche detto che ci sposeremo? Porca puttana!-
Aggrottai la fronte. -Ehm sì, vanne a parlare con lui.- La accompagnai fuori dall'ufficio. -Proprio a quella porta.-
Lei mi fulminò con lo sguardo. -Non è finita con te.-
Sospirai. -Ma se non ho fatto niente...-
Lei alzò la mano. -Ronzi intorno al mio futuro marito.-
Scossi con vigore la testa. -A parte che non è vero e poi non sei innamoratissima di James?-
Sollevai un sopracciglio. Megan serrò la bocca e gonfiò le narici. Non mi rispose e sgambettò frettolosamente verso l'ufficio di Adrian.
Quella reazione fu alquanto curiosa, ma decisi di non pensarci troppo su. Era sempre stata strana ed era difficile capire qualcosa di più  riguardo a lei.

Sotto un cielo pieno di noiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora