-Finalmente sei arrivata!-
Mi tolsi le scarpe proprio sul pianerottolo e Freia aveva in mano un mattarello. Mi accigliai. -Ehm, Freia? Tutto bene?-
Lei abbassò il pezzo di legno, schiacciando un piede per terra. -Sono venuti due uomini e una donna. Indossavano delle tute nere in pelle. Pensavo fosse una cazzo di setta che voleva farsi pubblicità.- Cominciò a blaterare, superandomi per mettere la sicura alla porta. -E invece stavano cercando Adrian.-
Mi voltai immediatamente, fissandola. -Cosa?-
Lei annuì con fervore. -Già! Proprio lui! Avevano delle fottute pistole alla cintura. Per un attimo mi sono immaginata un proiettile dritto in testa.- Prese un profondo sospiro. -Chiedevano di lui insistentemente, non so perché siano venuti a cercarlo qui.-
Il mio cuore stava battendo velocemente, era in grado di oscurare i miei pensieri. Deglutii con forza e afferrai il telefono. Freia mi prese per il polso. -Che fai?-
-Chiamo Adrian!-
Lei si leccò le labbra, nervosa. -Sei sicura sia una buona idea? Quella donna era spaventosa.-
Mi morsicai l'interno delle guance. -Quale altra soluzione vedi?-
Lei iniziò a camminarmi intorno, ruotando il mattarello vicino alle sue spalle. -Ma non sarà pericoloso? Io ho finto di non sapere chi fosse! E se venissero a cercarmi? E se mi uccidessero?- Stava già andando in paranoia. La vidi andare in escandescenza, temetti che quel mattarello potesse finire sopra la mia testa. -Freia, datti una calmata! Chiamare Adrian è una buona idea. Saprà darci una mano o magari sa chi sono quei brutti ceffi.-
Composi il suo numero e mi sforzai molto a non pensare a quante parole odiose avrei voluto dirgli. Adrian non rispose subito, ma dopo cinque o sei squilli. -Ancora ossessionata da me?-
Roteai gli occhi verso il cielo e mi trattenni nel non offenderlo. -Divertente. Tre scagnozzi si sono presentati qui a casa nostra chiedendo di te.-
Percepii Adrian alzarsi con uno scatto. -Dimmi di più.-
Mi sarei aspettata una domanda diversa o per lo meno stupore. Ma in qualche modo sembrava che lui già sapesse o si aspettasse quell'imprevisto. -Freia mi ha detto che erano vestiti di pelle nera...-
-Non mi importa un fico secco di come erano vestiti, Mela.-
Sospirai. Era sempre lo stesso. -E hanno chiesto di te insistentemente. Freia ha finto di non conoscerti.-
-C'era una donna?-
-Sì.-
Lo sentii imprecare. -Va bene. Nessun problema. Manderò qualcuno a sorvegliarvi.-
Strabuzzai gli occhi, perplessa. -Stai scherzando, vero?-
Ci fu un attimo di silenzio. -No.-
E riattaccò.
Mi voltai immediatamente verso Freia, assorbita da un insieme di emozioni confuse tra rabbia e disperazione. La mia amica batté un piede per terra. -Che ha detto?-
-Che manderà qualcuno.- Digrignai i denti. -Hai capito quel pezzo di stronzo? "Manderò qualcuno a sorvegliarvi". Manco gli interessa se stiamo bene!-
Freia camminò davanti a me. -Cosa ti aspettavi? Che venisse su una carrozza con i cavalli a sentire se stessimo bene?-
Incrociai le braccia sul petto. -No, ma...- Mi zittii. Aveva ragione. Per quale motivo avrebbe dovuto importargliene qualcosa?
Mi diressi verso il divano e mi ci buttai sopra, spalancando le gambe. -Chissà cosa volevano da lui...- Pensai fra me e me. Freia mi passò una confezione di gelato al pistacchio, già iniziato. -Com'è andata la serata?-
-Ho conosciuto un uomo di nome Patrick. Svedese. Alto, biondo, bellissimo. All'inizio pensavo fosse un angelo.- Blaterai, leccando il cucchiaio. Freia drizzò le antenne, sporgendosi verso di me. -Preferisco le more e preferisco chi è più basso di me.-
La guardai, con un sopracciglio alzato. -Ti sto solo descrivendo chi ho conosciuto, mica il tuo ideale di uomo.-
Lei sbuffò. -Anche perché io sono per la patata.-
Quasi non mi strozzai con i pezzetti di pistacchio salato. -Freia!-
Lei fece spallucce. -Su, dai. Continua a raccontare. Almeno ci distraiamo dal sapere che potremmo essere uccise da un momento all'altro.-
Sospirai. -È stato affascinante. Non si è comportato come tutti gli altri, ha saputo farmi i complimenti nel momento giusto e mi è sembrato molto intelligente.- Staccai un bel pezzo di gelato. -Peccato che faccia lo stesso gioco di Jack: fingere di essere fidanzato per convenienza.-
La mia amica annuì. -Tipico di chi si trova ai piani alti e tipico degli uomini. E poi ti chiedi perché preferisco le donne...- Mi strappò di mano la scatola di gelato, affondando il mio cucchiao proprio dentro.
La contraddissi. -No, ma lui mi è parso diverso. E poi sapeva un sacco di cose su Adrian.-
Lei mi guardò, sogghignando. -Ecco dove l'hai trovato interessante.-
Sbuffai. -No! Non per Adrian! Io lo odio, se potessi lo farei scomparire dalla mia vita.-
Freia sorrise. -Sì come no. E questo Patrick ha dei bei tatuaggi sulle sue braccia o sui suoi pettorali?-
Strinsi le labbra. -Smettila.-
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Sotto un cielo pieno di noi
RomanceSEQUEL di "Sotto un cielo pieno di te" 🚨COMPLETA La storia prende vita 3 anni dopo gli eventi di "Sotto un cielo pieno di te". Le vite di Melahel e Adrian hanno preso due strade diverse, non si sono più visti né sentiti. Lei ha scelto la via più si...