Il matrimonio pt.2

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Mi misi comoda sulla panca e attesi il fatidico momento in cui Megan sarebbe entrata. Calò un improvviso silenzio in chiesa, tutti si alzarono in piedi e l'organo cominciò a emettere una dolce melodia, accompagnata da una piccola orchestra formata per lo più da violini. Mi si formò un groppo alla gola e non riuscii a deglutire per bene. Freia aveva superato, con la sua mano, la schiena di Patrick per stringere la mia spalla, mi voltai a guardarla con gli occhi lucidi e lei strinse le labbra in una smorfia di dolore. Sapeva quanto quel momento fosse difficile per me. Vedere la persona di cui ero innamorata sposarsi con un'altra. Fui pervasa da brividi di freddo, nonostante quel giorno fosse davvero molto caldo. Piegai la testa di lato e diedi un'occhiata vicino all'altare. Adrian era dritto in piedi, vistosamente teso. Accanto a lui c'erano James e Timothy a fare da testimoni, mentre Megan aveva portato due sue amiche che io non avevo mai visto in vita mia. Incrociai lo sguardo turbato del tatuato e il mio cuore si strinse in una morsa, attorcigliandosi nel petto. Le sue sopracciglia si inarcarono verso il basso, sembrava rattristito. Mi guardò, passandosi la lingua sulle labbra secche. Sospirai, vedendolo in quelle condizioni. Non era giusto nemmeno per lui sposare una donna che non amava e non era giusto mettere avanti il volere della propria famiglia, mandando all'aria ogni sentimento o emozione provata con qualcun altro. Non pretendevo, certo, di essere io la sua anima gemella, colei che avrebbe dovuto sposare, ma sicuramente non lo era nemmeno Megan. Patrick mi scosse, facendomi capire che la donna che più odiavo in quel momento stava per fare il suo ingresso. Cominciò a suonare la marcia nuziale e le persone iniziarono a tirare fuori cellulari di vario genere, mentre si alzavano in piedi, per riprendere il momento, sebbene ci fossero fotografi e cameraman un po' dappertutto. Le porte in legno massiccio si spalancarono, grazie alla forza di due portinai vestiti di tutto punto. Megan era proprio dietro di esse, bellissima. L'abito era vaporoso, tempestato di tanti brillantini e il corpetto, a forma di cuore, abbracciava il suo seno prosperoso in una maniera sublime. Sicuramente anche quelli sul corpetto erano piccoli diamanti Swarovski, dai colori che viravano anche verso il celeste. Aveva deciso di raccogliere i capelli in un elegante chignon, dal quale si ergevano due lunghe piume bianche, anche quelle molto scintillanti. La gonna era così grossa e gonfia che sembrava non fosse nemmeno in grado di superare la soglia. Poi il mio sguardo si spostò sul suo braccio, tenuto ben stretto da un ometto sulla settantina. Era molto alto, indossava uno smoking nero lucido e portava un paio di piccoli occhiali rotondi e due baffi molto grandi e ben curati. Aveva un'espressione impassibile in volto, non parve essere nemmeno un po' emozionato. Invece Megan sembrava proprio sul punto di scoppiare a piangere, se non l'avessi conosciuta prima avrei detto fosse una ragazza dolce. I due entrarono lentamente, dalla gonna intravidi la sua décolleté bianca, il tacco doveva essere vertiginoso. Le spalline, un insieme di tulle e seta, ricadevano morbide sulle braccia della donna, brillando sotto ai sottili raggi di sole che penetravano dal rosone principale. Sospirai, era davvero incantevole. La guardai qualche altro attimo per poi portare lo sguardo nuovamente sul tatuato, ma lui stava guardando...me.
Sgranai gli occhi e buttai giù la saliva. Il cuore iniziò a battermi all'impazzata, dovetti portarmi una mano sul petto per calmarmi. Aveva davanti a sé una creatura celestiale, con un bellissimo abito da sposa e un volto da invidiare, e stava lì, davanti a tutti, a guardare me. Mi aveva, forse, mai staccato gli occhi di dosso?
Mi iniziò a mancare il respiro e cominciai a dubitare che anche gli altri si stessero accorgendo di quella stranezza. Se Megan l'avesse notato, mi avrebbe presa per i capelli e trascinata per l'intera navata. Allora mimai con il labiale di smetterla, ma lui assottigliò ancora di più lo sguardo. Sbuffai e Patrick emise una breve risatina. -Forse ho corso troppo nel chiederti di provarci con me.- Non c'era del disdegno nelle sue parole, anzi sembrava molto tranquillo e sicuro di sé. Decisi di ignorare il fatto che si stesse riferendo a quell'imbarazzante scambio di sguardi con Adrian. -Mh, cosa?-
-Dai, Mela. Ti sta fissando.-
-O, no...ti sbagli.-
Lui rise ancora.
-È talmente lontano, come si può notare?- Continuai, mordicchiandomi le labbra. Lui annuì lentamente. -Come vuoi tu.-
Megan ci passo accanto e l'ometto mi scoccò un'occhiata micidiale. Io non lo conoscevo, ma avevo la netta sensazione che lui conoscesse me. Rabbrividii da capo a piedi, tenendomi ben stretta alla panca davanti a me.
I due raggiunsero l'altare dopo un secolo e l'orchestra si fermò. La chiesa fu avvolta da un inquietante silenzio tombale. Il vescovo si schiarì la voce. Tutti ci risedemmo, sospirando. Stava iniziando a fare davvero caldo lì dentro. Vidi Megan cercare la mano di Adrian, che la ignorò apertamente. Mi sentivo in imbarazzo per lei. Mi faceva un po' pena pensarci, in fin dei conti lei avrebbe sposato chi amava, ma chi amava non ricambiava nemmeno un po'. Sarebbe stata una tortura per entrambi quel matrimonio. La messa iniziò e la gente cominciò a sventolarsi con ventagli o piccoli libricini di preghiera, io mi soffiai tra i seni sudati e Patrick tossicchiò, guardandomi. -Che c'è? Tu non sudi tra le tette? No? Beh, io sì!- Mormorai, facendomi aria con le mani.

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