capitolo 3

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entrai nella cucina e trovai Albertino ai fornelli e il tavolo non ancora apparecchiato.
"ma chi sei mia madre?"
albe mi guardò confuso
"perchè?"
"mi chiami dicendo che è pronto, che a quanto vedo non è vero - aveva appena messo una padella sul fuoco- e in più mi tocca apparecchiare " lo guardai malissimo.
"ti tocca vecia, apparecchia su su"
e si mise a ridere .

mi misi ad apparecchiare.
"che poi -richiamai la sua attenzione- perchè mi chiami vecia se io sono più piccola di te, qui il vecchio sei tu mio caro Albertino"
"sei tu quella vecchia qui cioccolatino" disse l'ultima parola in un modo diverso.
"ma piantala" mi avvicinai e gli diedi una leggera spinta alla spalla .
"Allora che cucini?"
"pasta al sugo" disse fiero di sé.
"ma chi sei vecio, fai Aka?"
"il mio spero sia buono come il suo sugo"
"il sugo di aka è insuperabile" gli dissi
"ma se non lo hai mai assaggiato?!" ribattè lui
"se lo fa aka è buono a prescindere " gli spiegai
"e se lo fa Albertino?" fece la faccia da cane bastonato
"prende fuoco la cucina" mi misi a ridere
e lui fece l'offeso.
"come osi vecia"
"se l'ho detto ho osato vecio"
ci guardammo per un attimo e ci mettemmo a ridere.

quando Albertino finì di cucinare con il mio aiuto, in tanto iniziarono ad arrivare tutti gli altri.

"A TAVOLA FIGLIOLI " li richiamai
e tutti iniziarono a sedersi
"premetto che ha cucinato Alberto quindi se morirete avvelenati sapete chi perseguitare"
"ma che simpatica vecia" mi disse lui
"grazie " gli sorrisi e iniziai con lui a distribuire la cena.
"buon appetito" dimmo tutti insieme.

"oh è buona raga" disse Luca
"sono un bravo cuoco io vecio"
"aspettiamo gli effetti collaterali " gli dissi.
mi beccati una sua smorfia e poi mi sedetti tra lui e Luigino.

solo dopo essermi seduta lo notai, era di fronte a me, aveva una camicia nera quasi tutta sbottonata e i capelli umidi scompigliati. se è un sogno non svegliatemi. Da quel bellissimo sogno mi risvegliò la voce di Albe nell'orecchio "so che è attraente ma se lo guardi così ancora un pò lo sciupi"
diventai rossa, e cercando di fare finta di niente assaggiai la pasta .
"è molto buona albe"
"che cosa?" mi chiese lui guardandomi con un sorrisino beffardo
"la pasta albe la pasta"
" si si certo, la pasta , -parlando a bassa voce- lo chiami così ora ?"
"smettila albe" diventai rossissima, mai stata così in imbarazzo.

Ogni tanto, nascondendomi dietro i miei capelli lo guardavo, o meglio lo fissavo, sempravo una psicopatica, ma è colpa anche sua c'è non puoi venire vestito così a tavola, non che mi dispiaccia, dovetti ammettere a me stessa che era davvero molto carino, ma non sapevo se ero pronta a una relazione, si io penso avanti, cioè io non ho mai avuto un ragazzo , non sapevo se ne ero capace. mi tornò in mente il momento con Carola e albe, la scommessa su quando lo avrei baciato, io non lo avevo mai dato il mio primo bacio e ho sempre pensato che sarebbe stato magico e spero che lo sarà.

angelo dagli occhi scuri || Nunzio amici21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora