. 10 . Grandi speranze
Una parte di sé, sempre più ingombrante, un respiro alla volta, prendeva il sopravvento sul raziocinio, sulla propria stabilità emotiva, sull'assennatezza, che da sempre guidavano i propri passi.
Come avrebbe potuto biasimare sua madre che non comprendeva il gesto che si accingeva a fare, dal momento che neanche ella stessa ne possedeva la giusta misura?
Ogni volta che nella testa si affacciavano le parole di lui, i suoi occhi, le mani e quel profumo irriverente di muschio, quella parte di sé si espandeva, prendeva il sopravvento e decideva per lei.
Come nell'istante in cui aveva detto a sua madre che avrebbe sposato lui e non l'altro.
Come in quello stesso momento, in cui si dirigeva decisa, a passo di marcia, a cercare il dottor Elmisk perché le facesse da intermediario.
Non sapeva ancora dove avrebbe trovato la sfacciataggine per una simile richiesta, ma non se ne dava alcuna pena: avrebbe lasciato fare all'altra sé, quella senza paura, che poco prima aveva affrontato la madre Asmha.
- Cercavo di voi, dottore: per parlarvi di una questione molto delicata. - gli disse, trovandoselo, finalmente, di fronte, nel salotto.
- Ditemi pure, Ariela. Non si tratterà della vostra salute, spero: siete così pallida e sembrate preoccupata. - le chiese, invitandola a sedersi con lui.
- No, no, godo di ottima salute. Non abbiate timore ... - lo rassicurò, torcendo il fazzoletto tra le dita, come una lavandaia il bucato sciorinato. - Ciò di cui intendo parlarvi è di tutt'altra natura, sebbene sia la cagione della mia ansia. -
- Sapete che nutro per voi e per la vostra signora madre grande e radicata stima, fin da quando vostro padre era ancora in vita. Potete dirmi tutto, tranquillamente. - disse confortante.
- Caled ... mi ha chiesta in sposa e mia madre acconsente al matrimonio, giacché lo considera un gentiluomo ed un ottimo partito. - cominciò, prendendo la strada più tortuosa per giungere alla sua meta.
- Non posso che essere d'accordo, sebbene con Caled non spartisca molte idee ed opinioni, come avrete notato. - le spiegò, con un mezzo sorriso, riferendosi alla discussione di qualche sera prima.
- Io, però non nutro per lui alcun interesse e ciò mi ha spinto a rifiutare la sua proposta ... -
- Avete agito con senno, Ariela: stima e rispetto sono la prima pietra sulla quale posare le mura di uno sposalizio. -
- Sì, lo credo anche io, ma ... vedete, io vorrei comunque prendere marito. -
- Se state pensando a me ... - disse in tono giocoso, - Credo di essere ormai troppo maturo per voi. - concluse per stemperare l'imbarazzo evidente della giovane e per metterla a proprio agio.
Ariela abbozzò un piccolo sorriso ed espirò, cercando la calma giusta per proseguire.
- In verità, dottore, pensavo a ... Eìos! - rivelò d'un fiato, perché le parole non le si incastrassero in gola.
- A Eìos, mio figlio? - ripeté, sgranando gli occhi.
- So che una richiesta del genere può sembrarvi inusuale e sconveniente, ma, vi prego, non consideratemi sfacciata o ... -
- No, no ... vi conosco, da quando siete venuta al mondo. - la interruppe per rassicurarla, - Siete una fanciulla modesta e assennata, degna di stima e di rispetto: non potrei mai considerare la vostra proposta a Eìos sfacciata o sconveniente. Solo, comprendete la mia sorpresa ... Non avrei mai creduto che potesse accadere, sebbene, da padre, ne sia lusingato! Ma voi, conoscete tutto di Eìos? - le chiese con circospezione.
- So che ha un carattere ispido e spesso amaro; so che sa essere crudo e tagliente, ma la sua rabbia verso il mondo è frutto di una sorte sciagurata e di tante sofferenze. Egli possiede, però, anche una sensibilità e una nobiltà d'animo non comuni, sebbene faccia di tutto perché gli altri non se ne avvedano. - gli spiegò puntuale, come se di lui avesse trovato la chiave giusta per aprire il petto indurito.
- Non mi riferivo, Ariela, soltanto alla sua indole. - replicò il dottore.
- So anche che egli è figlio illegittimo di Esem; che la signora Leria gli riconoscerà il nome e so che ella ha ceduto per celare la ... - si irrigidì all'idea di rivelare oltre, - ... la relazione che la mia sciagurata sorella ha avuto con lui prima del matrimonio. - concluse, con non poco imbarazzo.
- E intendete comunque sposarlo? - insistette.
- Se ... se vostro figlio vuole ... sì, intendo sposarlo. - replicò decisa.
- E sia, Ariela. Non vi chiederò le reali motivazioni che vi animano, giacché è chiaro che vogliate tenerle per voi stessa, ma parlerò con Eìos immediatamente. - la rassicurò, sollevandosi.
- Vi ringrazio, dottore ... - disse con aria più serena.
Elmisk si congedò, chinando il capo con deferenza, e si diresse alle stanze di Eìos, come aveva promesso.