. 6 . Indecenti proposte

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. 6 . Indecenti Proposte

La sua cameriera personale canticchiava una vecchia canzone popolare, mentre con le mani grossolane di una donna del popolo, lisciava il risvolto immacolato delle morbide lenzuola di lino ricamate a sfilato*. Rose gialle, mescolate a giunchiglie bianche adornavano il ripiano di bianchissimo marmo arabescato del cassettone e la preziosa specchiera che lo sovrastava ne rimandava l'immagine, conferendo all'intera stanza un'aria fresca e primaverile.

- Noelia ... - la richiamò la signora, - Vieni qui! - le ordinò, con una inflessione perentoria nella voce elegante. - Ho bisogno dei tuoi servigi. - le disse, porgendole la spazzola d'argento perché le pettinasse le lunghe chiome chiare.

- Ciò che desiderate, signora. - fu la risposta accondiscendente della giovane, mentre le lisciava i capelli.

- Voglio che sia tu ad occuparti degli alloggi di quel ... di Eìos, il figlio del dottor Emilsk. - le spiegò, scegliendo, in un inconscio gesto scaramantico, un paio di orecchini di corniola° .

- Signora ... - obbiettò Noelia, interdetta, - Sono sempre stata addetta alla vostra persona ... Vi ho, forse, recato offesa, in qualche modo? - chiese, come una bimba rimproverata dalla madre.

- Certo che no, mia cara. - la rassicurò, melliflua. - Ho solo bisogno di una persona in cui riporre la mia fiducia ... - precisò.

- Disponete di me, dunque, come meglio credete. - le si offrì, servile.

- Voglio che tu sia la sua ombra, che lo segua ovunque, ma con discrezione; che ascolti le sue conversazioni e che, quando egli è fuori dai suoi alloggi, frughi tra le sue cose: nei cassetti della biancheria, in quelli dello scrittoio, ovunque! - le ordinò.

- Per trovare cosa, signora? - chiese, ingenuamente, la servetta.

- Qualcosa, qualunque cosa possa rivelare il motivo della sua presenza nella mia casa! - le rispose con ovvietà, stizzita dal poco acume della donna.

Come il rocciatore nella scalata più impervia, sceglie sapiente l'anfratto al quale affidare il proprio peso, così Leria cercava un appiglio qualunque, una risposta, un espediente per ricacciare Eìos nell'inferno dal quale era emerso e salvare il suo piccolo mondo protetto.

- Va', che aspetti, sciocca. - la sgridò, mentre Noelia se ne stava imbambolata con la spazzola a mezz'aria, arrovellando la sua piccola mente su i motivi di quell'ordine.

- Sì, signora. - le rispose, chinando il capo in segno di deferenza.

- Noelia ... - la richiamò, quando ella era già sull'uscio. - Se sarai discreta e mi riferirai puntuale ogni suo affare, sarò ... molto generosa nella ricompensa! - le promise, un ghigno a macchiarle in viso.

La serva annuì, sorridendo, ed, uscendo dagli alloggi della sua padrona, si chiese cosa avrebbe potuto guadagnare per quel compito tutto sommato molto semplice. Si diresse verso l'ala riservata agli ospiti e, soffermandosi davanti ad un grande armadio di legno intarsiato, per prelevarne biancheria pulita, ripensò agli abiti smessi della signora e si figurò alla messa della domenica con uno di quelli indosso, invidiata ed elegante.

Imboccò il corridoioio che conduceva alle stanze di Eìos, ancora con un sorriso sciocco sul viso, quando scorse una signora entrarvi di soppiatto, richiudendo la porta alle spalle.

Vi si avvicinò furtiva, tendendo l'orecchio, per riuscire a percepire le voci che ne provenivano e, quando le parole divennero chiare e rivelatrici di un segreto inconfessabile, Noelia sgranò gli occhi dallo stupore e spalancò la bocca, come una bimba davanti al suo dolce preferito.

In nome del sangue, in nome dell'amoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora