05. A cena con i Solace [Parte 2]

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Will osservò la sua famiglia. Diversamente dalle altre cene, quella era diversa. La madre non stava facendo alcun commento riguardo la sua vita al Campo, e nessuno sembrava intimorito da Nico, sebbene avesse appena fatto fuori il tredicesimo Sol del mese di settembre.

Danny non aveva alcuna fantasia con i nomi dei suoi pesci rossi. All'inizio li chiamava come il mese, ed un numero. Poi aveva deciso di chiamarlo Sol, da Solace.

I suoi genitori e Jem si offrirono di sbarazzare la tavola e Danny portò a tavola il dolce, un enorme torta di fragole preparata da Thomas, come tutti gli altri dolci. La sua scuola privata di cucina dava sempre i suoi frutti.

Alec tagliò fette di torta per tutti, e durante il dolce Danny parlò dei suoi progressi a scuola, Logan del suo ultimo musical, e Gideon raccontò di aver passato le ultime tre sere a dormire sul pavimento della camera di Tessa, perché la bambina aveva le coliche e piangeva spesso durante la notte.

Erano tutti piuttosto felici. E tranquilli. Will notò un numero esagerato di sorrisi tra la madre e il padre, che forse si erano aspettati qualche commento più acido da parte di Alec. Durante quelle cene, infatti, Will e Alec avevano la cattiva abitudine di insultarsi per un nonnulla, e dopo il pugno che Alec aveva tirato a Will durante il matrimonio di Gideon, i due si rivolgevano la parola ancora meno del solito.

Ma quella sera filava tutto liscio. Will occhieggiò Alec, che mangiava di gusto la sua fetta di torta. Forse non voleva dare mostra del suo pessimo carattere dinanzi ad un figlio di Ade.

Will si voltò lentamente verso Nico. Anche lui si stava godendo ogni boccone della torta. Come se sentisse il suo sguardo, Nico aggrottò la fronte e puntò i suoi occhi neri nei suoi celesti.

Penso che sia il caso di dirglielo ora, pensò tra sé Will. Negli ultimi mesi, lui e Nico avevano imparato la straordinaria capacità di comunicare con lo sguardo. Due volte su tre indovinavano.

Nico sgranò gli occhi. Sei sicuro?, gli chiese.

Più che sicuro.

Puoi... ehm, almeno farmi finire il dolce?

Will abbassò lo sguardo sul piattino di Nico, e annuì. Nico ebbe il tempo di infilarsi in bocca altri due bocconi prima che Will si voltasse verso la madre, e poi verso il padre.

«Ho un annuncio da fare.» disse, con il suo miglior tono autoritario che riuscì a trovare.

Nico gemette al suo fianco. Gli rimaneva ancora un quarto della torta nel suo piattino.

Jem sgranò gli occhi e alzò le sopracciglia in attesa di conferma.

«Credo che lo sappiamo tutti che sei stato ammesso alla facoltà di medicina con il massimo dei voti.» disse Thomas, con un sospiro, rigirando la cannuccia nel bicchiere.

«Non è quello.» Will lanciò una breve occhiata a Nico e si impose coraggio. L'anno precedente aveva fatto nascere due bambini, una volta senza esperienza, la seconda con una brutta esperienza alle spalle. Aveva dovuto amputare l'indice di un ragazzino di undici anni - la stessa età di suo fratello Danny - figlio di Ermes, senza possibilità di scelta. Aveva perso e ritrovato Nico, lo aveva perdonato. Erano andati a vivere insieme. E ora poteva parlare con la sua famiglia.

«Sono gay.» annunciò infine, e aggiunse, con un lieve movimento di mano in direzione di Nico: «E lui è il mio ragazzo.»

Nico non aveva mai udito un silenzio del genere, nemmeno negli Inferi. Be', lì era improbabile trovare silenzio, a causa delle centinaia di migliaia di defunti che si lamentavano per la morte o per il servizio scadente che veniva loro riservato. Come se si fossero aspettati di finire in un motel a cinque stelle dopo i loro comportamenti sconsiderati in vita.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora