14. Il ferro dello Stige in azione! [Parte 1]

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Nico uscì dalla doccia, reggendosi l'asciugamano alla vita. A casa non c'era nessuno, quindi avrebbe potuto benissimo camminare nudo. Anche se Will non si dispiaceva a vederlo camminare nudo per casa. E valeva anche il contrario.

A pensarci bene, a nessuno dei due dispiaceva vedere l'altro nudo, dopo ben sei anni di relazione. Nico aveva ormai superato il trauma del figlio di Apollo che lo baciava e toccava e stringeva e baciava, a tutte le ore del giorno e della notte.

All'inizio era stato veramente traumatico. Quella prima volta nella Cabina di Ade al Campo Mezzosangue era andata bene, essendo entrambi impacciati e felici di ritrovarsi dopo ben dieci mesi di distanza. E dopo il bacio durante il falò... Avevano evitato il più possibile di incontrarsi in posti isolati, e Chirone aveva fatto del suo meglio per tenerli divisi. Aveva ricordato a Nico delle sue mansioni, come sistemare la parte del Campo tenuta come cimitero, e la scrittura dei nuovi riti funebri.

Ma nonostante questo, erano riusciti lo stesso ad incontrarsi. Anche per merito degli altri figli di Apollo, che coprivano i mille turni di Will - aumentati senza esitazione dopo il bacio al falò - e coprivano anche le mansioni di Nico. E il figlio di Ade era riuscito ad avere un discepolo, George, sempre figlio di Apollo.

La loro relazione era filata liscio come l'olio mentre si trovavano al Campo Mezzosangue. E anche ora, dopo averlo lasciato. Certo, litigavano, e Nico una volta gli aveva lanciato dell'insalata fritta addosso, ma i litigi erano fattori comuni in tutte le relazioni. E poi, era naturale litigare con il proprio ragazzo dopo aver passato una giornata a lavorare, non vedendo l'ora di tornare a casa per cena e trovare pronta dell'insalata fritta... Era naturale lanciarla in giro per casa, subito dopo!

Ma nel resto del tempo le cose erano andate bene. Facevano la pace come qualunque altra coppia normale del mondo - nella stanza da letto - e facevano anche lunghe passeggiate nel parco come le vere coppie, mano nella mano.

La famiglia di Will, ormai, adorava Nico. Non avevano mai espresso giudizi negativi su di lui, sebbene la sua tendenza a vestirsi sempre e solo di nero, e sebbene avesse cambiato il loro Alec. Li aveva conosciuti cinque anni prima, e lo sorprendevano ogni volta che andava da loro per cena o per pranzo. E anche quando non era in compagnia di Will lo trattavano benissimo. Danny si comportava in modo strano in sua presenza, ma Nico pensò che fosse piuttosto normale, dopo le storie raccontate su di lui da Will.

Nico fece qualche passo sul pavimento, lasciando orme bagnate alle sue spalle, e si fermò di fronte al lavandino. Ombre di barba non fatta gli segnavano le guance. Quello era il suo primo giorno di riposo dopo cinque giorni di lavoro. E da quel mattino aveva dormito, mangiato schifezze, guardato episodi di serie tv fino a quando non si era rovesciato una gran quantità di tè freddo sui vestiti. E sul gatto. Per questo si era infilato nella doccia.

E per questo si era chiuso in bagno, perché sapeva che Zen lo avrebbe pedinato fino a fargliela pagare. Nico aveva provato ad asciugarlo con il phon, ma il gatto era scappato, e ora profumava di tè al limone. Almeno non era caffè. E chissà come avrebbe reagito Will.

Nico si accarezzò le guance, soprappensiero. Will era uscito quel mattino per andare al lavoro, e ancora non aveva dato sue notizie. Era insolito, visto che almeno un messaggio glielo inviava verso l'ora di pranzo e poi poco prima di rientrare in casa. Una volta, alcuni anni prima, Will gli aveva comunicato che avrebbe fatto tardato la sera, e quando Nico era tornato a casa come al solito alle sei e mezza, aveva trovato una scia di petali di rosa dalla porta di casa fino alla camera da letto, dove i petali finivano in una piccola montagnola sul corpo abbronzato di Will.

«Ho dimenticato il nostro anniversario?» aveva domandato Nico, fissando i petali senza riuscire a distogliere lo sguardo.

«No.» aveva riso Will, prendendo un paio di petali dalle dita e soffiandoli nella sua direzione. «Mi hanno lasciato mezza giornata libera, e speravo che tu fossi d'accordo con me nel passare la serata in compagnia.»

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora