18. Dialoghi da divano

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Dopo la cenetta romantica passata a chiacchierare di quei giorni al Campo Mezzosangue che entrambi ricordavano ancora così bene, Nico mostrò a Will la serie di film affittati per la serata.

«Pensavo che "con il nostro genere" intendessi il tuo genere.» disse Will, prendendo il dvd di The last song.

«Ovvero?» domandò Nico, allontanando il gatto.

«Horror, azione, e... ancora horror.» sorrise Will.

«Sì, be', sono stato tentato, ma alla fine ho pensato che non fosse il caso. Insomma, stiamo festeggiando...»

«A proposito di festeggiamenti.» ghignò Will. «Sono in ferie! Quindici giorni a partire da domani! Però devo tenere il cercapersone acceso, in caso di bisogno.»

Nico annuì. L'anno prima erano quasi riusciti a fare un viaggio: erano appena saliti sull'aereo quando il cercapersone di Will aveva squillato. Mentre Will tornava di corsa in ospedale, Nico era partito da solo verso la loro meta, le Hawaii. Aveva passato i primi tre giorni nella casa imprestata dal padre di Piper, guardando la maggior parte dei film in cui compariva Tristan Mclean, e mangiando. Quando Will gli scrisse un messaggio prima di salire sull'aereo, Nico aveva fatto fuori la maggior parte delle scorte della casa, e si era affrettato a fare la spesa in attesa di Will.

Per fortuna, la luna di miele in Europa era stata splendida, senza imprevisti. Avevano viaggiato per più di un mese, quasi come i Sette sull'Argo II tanti anni prima. Avevano visitato Londra, il Galles, per poi passare all'Italia, Roma, Firenze e Venezia, dove Nico aveva trovato la tomba di sua madre. Numerosi giri in gondola dopo, avevano preso l'aereo per la loro ultima tappa: Parigi. Avevano scattato centinaia di foto e mandato più di una dozzina di cartoline a tutti i loro amici.

Will si sedette sul divano, liberandosi della giacca e lasciando che Zen gli salisse in grembo, cospargendogli i pantaloni di peli. Mentre gli arruffava il pelo, divertito, Nico si stese sul resto del divano, la testa sul bracciolo, gli occhi puntati sulla fede nuziale all'anulare sinistro.

«Siamo già sposati da tre anni.» notò Nico, rigirandosi l'anello.

«Tre anni, due mesi e dodici giorni.» rispose Will, automatico. «Per gli Dei, abbiamo festeggiato di meno, per il nostro primo anniversario.»

«Hai lavorato, al nostro primo anniversario.» borbottò Nico.

Will si tolse il gatto dalle gambe, provocandogli un miagolio infastidito, e si sistemò sopra il petto di Nico, passandogli le dita tra i capelli.

«Be', non è colpa mia se un treno ha deragliato e sono arrivati nel mio ospedale una quindicina di feriti.» sorrise Will.

«Certo che non è colpa tua, però... sai, mi sarebbe piaciuto passare il primo anniversario di matrimonio in tua compagnia, non vedere la tua immagine in televisione.»

Will aggrottò la fronte.

«Potrei aver visto il video del matrimonio, un paio di volte.» borbottò Nico, arrossendo.

«Con un paio di volte intendi solo due, o...?»

«Forse è più corretto dire una quindicina.»

Will annuì. Lo sapeva. Quando era tornato a casa il mattino seguente, per una doccia e un minuto di normalità, aveva trovato Nico addormentato sul divano con Zen tra i capelli, e il video del matrimonio impostato su a ripetizione. Si era quasi messo a piangere, alla vista del marito steso sul divano con una scatola di kleenex e fazzolettini sparsi sul tavolino. Era uscito di casa sperando che Nico non lo scoprisse, e fino a quel momento era riuscito a mantenere il segreto.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora