06. Bruciato o al cioccolato?

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Quando Will si svegliò la prima volta, fu a causa di uno scampanellio furioso. Era la prima volta che udiva quel rumore dopo tanto, tantissimo tempo, e impiegò qualche minuto a rendersi conto di trovarsi in una stanza a lui sconosciuta, ma che conteneva i suoi effetti personali.

«Chi è?» borbottò Nico al suo fianco, rigirandosi tra le lenzuola e coprendosi le orecchie con il cuscino.

«Sarà arrivato un pacco. O qualche bolletta.» brontolò Will, stendendosi a pancia in giù e posando una mano sulla schiena nuda di Nico.

«Intendi andare ad aprire?»

«Dovranno andarsene, prima o poi. E sono solo le sette. C'è ancora tempo per dormire.»

Nico annuì, e si raggomitolò contro di lui. Will affondò le dita tra i suoi capelli soffici, e iniziò a scorrere lentamente la mano su di lui, soffermandosi sul fondoschiena. Mordicchiò la pelle di Nico, ma il figlio di Ade non era intenzionato a fare giochetti di alcun tipo. Era tornato di nuovo nel mondo dei sogni.

Will gli lasciò un segno sulla spalla, e anche lui si assopì di nuovo.

La seconda volta, non fu il suono del campanello alla porta. Fu qualcos'altro. Will, steso nudo e da solo sul letto, osservò con attenzione il lampadario sospeso a tre metri da lui. Era semplice. Quattro braccia, ognuna con una lampadina e un paraluce, completamente nero. Doveva essere uno di quelli vecchi di Gideon. Al fratello maggiore piaceva spendere soldi almeno quanto al loro padre, a cui piaceva guadagnarli.

Will batté le palpebre un paio di volte, intontito, e guardò il posto vuoto di Nico. Avevano inaugurato due stanze dell'appartamento, quella notte, e già non vedeva l'ora di fare lo stesso lavoro anche nelle rimanenti. E sul divano. Forse anche sul tavolo, se fosse riuscito a convincere il pudico figlio di Ade.

Will si mise seduto, sbadigliando e portandosi all'indietro una ciocca di capelli. Annusò l'aria due volte, e capì cos'era che non andava. L'odore di bruciato.

«Nico.» mormorò Will, mentre il suo cuore dava una serie di colpi rapidi nella sua cassa toracica. Scese di colpo dal letto e corse in cucina, immaginandosi il suo fidanzato riverso sul pavimento, un enorme incendio intento a fagocitare la loro cucina - più o meno - nuova di zecca.

Invece, si bloccò, meravigliato. Nico era in piedi davanti ai fornelli, intento a preparare pumcake, o qualcosa che gli somigliava piuttosto vagamente. Indossava dei boxer neri e la camicia blu che Will aveva indossato la sera prima.

«Ehi, ciao.» salutò Nico, sorridendo a Will, lasciando cadere un nuovo e gustosissimo pancake color pece su una pila circa dello stesso colore. «E ciao anche a te!» aggiunse il figlio di Ade, arrossendo, e abbassando lo sguardo sul corpo nudo di Will. «Che ne pensi di metterti qualcosa addosso? Mi distrai.»

Will lo osservò perplesso. «Mi sono svegliato e tu non eri con me.» gli disse.

«Volevo portarti la colazione a letto.» spiegò Nico, lasciando cadere un altro mestolo di pastella nella padella, che sfrigolò in modo tutt'altro che allegro. «Una sorpresa.»

Will abbassò lo sguardo sul piatto di pancake. Ne contò circa due dozzine, la maggior parte nera come il carbone da un lato.

Deglutì. La vera sorpresa sarebbe stata sopravvivere.

«Wow, ti ringrazio.» disse Will, facendo un passo indietro. «Vado a mettermi qualcosa addosso.»

Nico annuì, entusiasta.

Quando Will tornò in cucina, indossava solo un paio di boxer aderenti di un intenso blu scuro, che attiravano l'attenzione più di tutto il resto. Nico borbottò qualcosa a riguardo, e Will recuperò i pantaloni del giorno prima mentre si avviava verso il bagno.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora