08. Natale negli Inferi [Parte 1]

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Will cominciò la facoltà di medicina il cinque di ottobre. Dopo la prima ora di lezione, capì quanto fosse stato fortunato ad aver continuato a studiare per tutta l'estate. Senza quello studio approssimativo, non avrebbe capito nulla delle prime lezioni.

Nel corso delle settimane, le lezioni non migliorarono. Entrava in facoltà alle otto del mattino e usciva tutti i giorni alle due. Aveva il tempo di comprarsi un panino e di raggiungere la scuola di Nico, tornare a casa, e chiudersi nell'altra stanza a studiare, mentre Nico faceva i compiti e si preparava per andare al lavoro fino alle sette.

Nessuno dei suoi fratelli osò disturbarlo durante le prime settimane. Jem aveva rischiato di prendersi un pugno in faccia dopo aver suonato il campanello, e Alec aveva deciso di farsi una copia delle chiavi per entrare in casa di soppiatto e preparare la cena. Anche se dopo le prime settimane, Nico iniziò a chiedergli lezioni private più che altro per non dar fastidio a Will - e aveva cominciato a cucinare lui. I successivi pasti non erano conciati come il primo che Nico aveva cucinato.

Ma a Will non importava molto di quello che mangiava, ed ora era Nico ad obbligarlo a mettere qualcosa sotto i denti. Ne era passato di tempo da quando succedeva il contrario.


Il ventidue di dicembre Will si preparò per il primo esame del corso, e l'ultimo dell'anno. Dopodiché, non avrebbe dovuto pensare alla facoltà fino al quindici di gennaio, e non vedeva l'ora di prendersi un po' di pausa, un po' di riposo.

Quando Will tornò a casa esausto dopo l'esame, trovò Nico intento a preparare il pranzo. L'odore diffuso nell'aria non era tra i migliori, ma a Will finse di non preoccuparsene. Abbracciò e baciò Nico diverse volte, prima di lasciarsi cadere sul divano.

«Come... ehm, com'è andato?» domandò Nico, avvicinandosi di soppiatto, pronto a difendersi.

«Immagino bene.» rispose Will, con gli occhi chiusi. «Devo essere entrato almeno tra i primi venti. Sono sicuro di aver risposto sbagliato almeno a due domande.»

«Be', mi sembra... ehm, buono.»

Will grugnì. Ora era in vacanza, finalmente. Ed era in ritardo con i regali di Natale, sia per i suoi numerosi fratelli, che per i suoi amici. E per Nico. Aprì gli occhi e notò che il figlio di Ade era ancora nel suo campo visivo.

«Devo dirti una cosa.» disse Nico, nervoso, sedendosi sul bracciolo della poltrona, a pochi centimetri di distanza da lui.

«Sei stato espulso?» chiese Will, comprensivo, posando una mano sulla sua gamba.

«Cosa? Oh, no.»

«Ti hanno tolto dalla squadra di calcio?»

«No, continuo a giocare nella squadra. Sono il numero 13.»

«Ma che sorpresa.» sbadigliò Will, chiudendo di nuovo gli occhi, e Nico si affrettò a dirgli quello che doveva.

«Ho ricevuto un messaggio da mio padre.»

Will lo guardò, sentendosi assalire da un profondo dolore all'altezza del petto. L'ultima volta che Nico era andato da suo padre, era scomparso per dieci mesi.

Will batté le palpebre. Era da tempo che non guardava a dovere il suo ragazzo. Sembrava cresciuto di un altro paio di centimetri in altezza, e gli allenamenti di calcio tutti i giorni al mattino, sommati al lavoro pomeridiano e alle corse con Alec, stavano avendo i loro frutti. In più aveva un piercing al naso di cui Will non ricordava affatto. Doveva essere stato Alec.

«Devi tornare negli Inferi?» gli chiese Will. E poi aggiunse, in fretta: «Se è colpa mia, ti giuro che smetterò di pensare allo studio così tanto. Posso evitare alcune lezioni e studiare a casa, quando non ci sei. Potremo andare al cinema, per rimediare un po' al tempo che ho fatto perdere ad entrambi. Ti va? Andare al cinema? Penso ci sia qualche film carino in programmazione, e...»

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora