28. Una giornata alle giostre [Parte 1]

4.8K 431 279
                                    

Fu il viaggio in macchina più silenzioso degli ultimi dodici anni. Jean-Albert, di tanto in tanto, si lasciava scappare qualche parola in francese priva di significato, ma almeno era un po' di dialogo. Nico ricordò quando aveva richiamato a sé l'autista zombie durante il viaggio di nozze in Europa. Non gli era mai sembrato di averlo visto più felice.

Christal passò tutti i tre quarti d'ora di viaggio in silenzio, a leggere il suo libro dalla copertina colorata, che Nico riconobbe come il terzo della saga di Harry Potter, uno dei libri appartenenti a Will. Non fece commenti a riguardo, e Christal non disse niente nemmeno quando Nico iniziò a insultare a gran voce l'automobilista di fronte a lui che avanzava a passo d'uomo.

«Questo non dirlo a tuo padre.» mormorò Nico, superando l'anziano signore di fronte a lui, ed evitando di restituirgli il gestaccio. «Non mi farebbe più prendere l'auto.»

Christal grugnì, e Nico si maledì tra sé. Ora poteva essere sicuro che la bambina avrebbe riferito al padre biondo della sua guida spericolata e sboccata.

Nico le lanciò un'occhiata dallo specchietto retrovisore. La bambina non alzò mai lo sguardo dal libro, e Nico si chiese quanto avrebbero potuto divertirsi loro due soli senza Will. Il figlio di Apollo continuava a fare da intermediario tra di loro senza nemmeno rendersene conto.

O forse... Nico tenne gli occhi puntati sulla strada. Forse Will sapeva che tra loro due le cose non erano proprio al massimo, e aveva atteso di essere chiamato in ospedale. Forse addirittura aveva chiesto ad una delle infermiere di cercarlo, e ora Will era in casa, di sicuro nudo, sul divano a guardare la televisione, ridendo alle loro spalle.

Nico fu tentato di inchiodare in mezzo alla strada e tornare indietro, per cercare di confermare i suoi sospetti.

Ma si decise a non dargliela vinta. Se era davvero così, se Will aveva davvero pensato in quel modo, Nico se lo sarebbe ricordato per il futuro. E non c'era niente che, ora, gli proibiva di divertirsi con la bambina.

A parte la bambina. Su certi aspetti del loro carattere, i due erano molto simili.


Il parco per il picnic distava poco più di cento metri dall'entrata delle giostre. Nico individuò una grande ruota panoramica, e anche una di quelle giostre con le montagne russe.

E all'improvviso ricordò il motivo per cui non ricordava l'uscita a quattro di alcuni anni prima: si era annoiato. Will, Jason e Piper lo avevano trascinato nella casa stregata, nella casa degli specchi e anche su una di quelle montagne russe, e Nico non aveva fatto altro che annoiarsi. Certo, la discesa delle montagne russe gli aveva strappato un piccolo urletto di sorpresa, ma non di più. Infine, lo avevano condotto nel tunnel dell'amore, e lì sì che si era divertito, mentre lui e Will si mettevano le mani ovunque, protetti dall'oscurità del locale.

Nico sospirò e lanciò un'occhiata a Christal, che forse era decisa a non divertirsi quel giorno in sua compagnia. Ma i suoi occhi la tradivano. Brillavano come quelli di Will quando Nico gli lasciava campo libero in camera da letto.

«È ancora presto per mangiare.» disse Nico, lanciando una breve occhiata al display del cellulare. Will gli aveva spedito un messaggio con uno smile e tanti, tantissimi cuoricini, e Nico si trattenne dal rispondergli. La giornata senza Will Solace stava per cominciare.

«Entriamo?» domandò Christal, posando il libro sul sedile vuoto vicino a lei.

Nico annuì a malincuore.


Un minuto dopo essere entrati, Christal lo trascinò sulla giostra piena di carrozze e cavalli. Nico comprò cinque biglietti e Christal lo costrinse a sedersi su uno dei cavalli neri. Nico ricordò il viaggio in compagnia di Blackjack diretto al Campo Mezzosangue, e sorrise tra sé.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora