45. Bentornato al Campo Mezzosangue [Parte 3]

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«Sono felice che tu sia tornato al Campo.» gli disse Jason, per spezzare quel momento di silenzio che si era creato tra di loro.

«Sono felice anch'io.» annuì Nico, soprappensiero, gli occhi puntati sulla schiena lontana del suo figlio di Apollo. E anche sul suo sedere. «Mi sono perso qualcosa, in questi mesi?»

«Nulla di che. Sono comparsi alcuni mostri, ma li abbiamo sconfitti in fretta. Eravamo fuori allenamento. Dopo aver trovato Leo, mi sono occupato degli allenamenti dei semidei più piccoli, quelli appena arrivati.»

Nico annuì una seconda volta. Doveva aspettarselo. Jason era bravo.

«Leo e Calypso si trovano bene qui?» domandò, sforzandosi di fare conversazione.

«Nessuno dei due si lamenta. E Leo è felice di essere tornato nella sua cabina. Ha perfezionato il suo Festus, e immagino che ora sia irrompibile, o qualcosa del genere. Tu cosa hai fatto negli Inferi, Nico?»

«Ah, nulla di che. Ho gestito il posto fino al ritorno di mio padre.»

«È stata una bella esperienza?»

«Più o meno.»

Will e suo fratello Angel scomparvero, e Nico si mordicchiò l'interno del labbro per non corrergli dietro. Si accorse di portare il ferro dello Stige al fianco. Non si era nemmeno accorto di averlo preso. E Jason non aveva fatto alcun commento a riguardo.

«Jason.» mormorò Nico, voltandosi a guardarlo negli occhi. «Tu... ehm, tu hai, ehm, sei stato a contatto con, mmh, con Will Solace, in questi mesi, o... o no?»

Jason batté le palpebre, senza rispondere, osservando dritto davanti a sé, cercando di dare un senso a quei farfugliamenti.

«Be', io e lui non siamo amici.» mormorò infine Jason, senza guardarlo.

«Ah, be', giusto.» annuì Nico, sentendosi ardere le guance.

«Però negli ultimi mesi l'ho visto.» continuò Jason. «Ha passato un sacco di tempo da solo, ad allenarsi. Altrimenti, era in infermeria a guarire pazienti. Ha lasciato due volte il Campo, la prima volta a dicembre, e la seconda volta il mese scorso, per festeggiare il suo compleanno e per fare un esame per la facoltà di medicina, a quanto sono riuscito a capire...»

«Lo hai mai visto...»

«Frequentarsi con qualcun altro che non fossi tu?» concluse Jason per lui, sorridendo, e Nico avvampò ancora di più. «No. Se non era da solo, era con i suoi fratelli, o con quel figlio di Ecate di nome Raphael. Mai visto in atteggiamento intimi con altri semidio.»

«Ah, okay.» bofonchiò Nico. Ma se fosse successo il contrario, Nico non se la sarebbe presa. Infondo, dal punto di vista di Will, era come se loro due si fossero mollati.

«Tu e lui vi siete chiariti?»

«Credo di sì.»

«Devo aspettarmi qualche confessione, durante la tua festa di bentornato?»

Nico scosse la testa, più o meno sicuro di sé.

A duecento metri da loro, Will fu fermato da un capannello di figli di Efesto, che gli chiedevano se fosse più grave un ustione di primo grado o una di terza.

Rispondendo, Will notò Jason Grace e Nico di Angelo superarlo. Nico si voltò appena per lanciargli un'occhiata, incrociando i suoi occhi, e Will cominciò a farfugliare.

«Ora è a riposo.» gli venne in soccorso Angel, spingendolo via dai quattro figli di Efesto. «Domani sarà di nuovo in servizio. E non vi date fuoco, non è affatto una cosa bella.»

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora