6.5 Una festa da urlo

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Will finì di incartare il regalo per il fratellino minore. Finalmente Danny avrebbe compiuto dodici anni, e poteva ricevere il suo vecchio guantone da baseball.

«Will!»

Will ignorò la richiesta di aiuto di Nico. Recuperò il regalo che Nico aveva fatto a Danny - in realtà lo aveva comprato Will, Nico non era molto bravo a fare dei regali - e lo incartò. Gli aveva comprato un libro sui draghi. Danny adorava i draghi. Danny adorava un sacco di cose.

«Will! Sei sordo? O te ne sei andato?»

«Me ne sono andato!» esclamò Will, divertito, lasciando il regalo e avviandosi nel corridoio. «Che cosa... oh!»

Will si interruppe, osservando Nico di fronte all'armadio. La sua prima reazione fu quella di saltargli addosso, spingerlo a letto e dimenticare la festa di Danny. La seconda reazione fu quella di aggrottare la fronte.

«Che diavolo stai indossando?» domandò.

Nico si voltò a guardarlo. Aveva una strana espressione. «L'ho comprato ieri con Alec.» spiegò.

A Will non piacque molto quella frase, ma non poteva litigare con Nico solo perché trovava simpatico il fratello che più detestava.

«E come mai lo hai comprato?» chiese Will, avvicinandosi di un passo.

«Per la festa di Danny.» borbottò Nico, arrossendo. «Voleva che mi travestissi da mio padre...»

Will si mordicchiò la lingua. In effetti, alcuni giorni prima, alla cena di famiglia, Danny aveva invitato Nico alla sua festa di compleanno dei dodici anni, dicendogli che l'avrebbe fatta sul tema degli Dei dell'Olimpo. Nico si era lasciato convincere con estrema facilità, a quanto pare. O forse voleva solo fare colpo sui Solace.

Will decise di tenere per sé che, avendo superato i quindici anni, Nico poteva anche andare alla festa non travestito, e rimanere in disparte con gli altri Solace. Vestito in quel modo, tutti gli amichetti pazzoidi di Danny gli sarebbero stati con il fiato sul collo, e Nico tendeva ad uccidere pesci rossi quando era scosso.

Per fortuna le sue doti da guaritore imploravano di essere usate.

«Sei bello.» si decise a dire infine Will, sistemandogli il colletto. «Sei... elegante. Tutto tuo padre.»

Nico fece una smorfia, sistemandosi il polsino.

«Però devo ammettere che assomigli a Thor.» aggiunse Will.

«È un tuo amico?»

«Lascia perdere.»

Nico tornò a guardarsi allo specchio. Portava stivali alti, di pelle, neri con riflessi rossastri, fin quasi alle ginocchia. Quando si sarebbe seduto, li avrebbe di sicuro sentiti infilarsi nella pelle. Indossava una lunga tunica nera, con tanto di mantello, e i capelli rasati sui lati gli davano un aspetto terrificante, soprattutto associati alle occhiaie e alla pelle pallida.

«Stai bene?» domandò Will.

«Sì.» annuì Nico. «Hai presente i pancake dell'altro giorno? Mi hanno fatto male.»

Will finse di esserne sorpreso. Quando lui e Jem erano stati male per via dei pancake, Nico e Alec non erano ancora tornati.

Will gli posò le mani sulle spalle e gli placò il dolore. Nico socchiuse gli occhi e Will gli baciò la gola. Il succhiotto lasciato pochi giorni prima era ancora visibile.

«Credo che sia arrivato il momento di truccarmi.» disse Nico, afferrando la trousse di trucchi che Alec gli aveva comprato.

«Scusa?»

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora