25. La figlia di Venere

5.4K 438 283
                                    

«Non capisco molto di queste cose, ma credo che papà Nico ti tradisca.»

«Ah, sì?» disse Will, esausto, cambiando canale, gli occhi puntati sul televisore. Non aveva visto un cartone decente negli ultimi minuti. Solo Peppa pig e qualcos'altro di orribile.

«Sì.» annuì Christal con energia. «Nell'ultima settimana non mi è venuto a prendere a scuola, ha lasciato che venissero zio Jem e zia Caroline. Poi, quando torna, di solito prima di te, ha sempre i vestiti stropicciati come se qualcuno lo avesse abbracciato a lungo. E l'altro giorno mi è parso di sentire sulla sua camicia del profumo diverso da quello che mette di solito.»

Will abbassò leggermente il telecomando.

«Hai iniziato ad annusare le magliette di tuo padre?» domandò Will, sorpreso, guardando la figlia.

«Non l'ho fatto apposta.» mentì Christal, tenendo gli occhioni puntati sul volto di Will. «Allora? Hai intenzione di scoprirlo?»

«Ehm...»

«Se ti tradisce, dovresti lasciarlo. Possiamo cavarcela bene, io e te.»

Will diede una pacca gentile alla bambina e tornò a guardare lo schermo. Come poteva spiegare ad una bambina di sei anni che Nico non lo stava tradendo? Nell'ultima settimana non era andato a prenderlo a scuola perché si trovava in ospedale con lui, e i vestiti stropicciati erano colpa sua, come il nuovo profumo sulla sua camicia, presa in prestito da un collega dal suo armadietto.

Visto che a casa era impossibile avere un po' di intimità, Nico si era offerto volontario per andarlo a trovare in ospedale, e ciò che la prima volta si era dimostrata una sorpresa incredibile, durante la settimana era diventata una routine entusiasmante. Will non vedeva l'ora di andare al lavoro perché sapeva che Nico, alle due e mezza, lo avrebbe raggiunto.

E Jem e Caroline erano loro complici. Loro sapevano cosa combinava Nico nel pomeriggio, e avevano deciso di mantenere il loro segreto, anche perché la bambina non sarebbe riuscita a capirlo.

Erano felici di mantenere il loro segreto, come Will manteneva il loro. Non avevano ancora fatto sapere in giro che Caroline fosse incinta - a giudicare dalla prima ecografia che Will le aveva fatto giorni prima, era in attesa di due gemelli - perché i signori Solace attendevano un matrimonio, prima. Quindi avevano solo nove mesi per organizzarlo prima che i bambini nascessero.

«Papà Nico non è tipo che fa queste cose.» la rassicurò Will. «Papà Nico è tremendo quando deve approcciarsi con gli altri. Solo io riesco a sopportarlo. E i tuoi numerosi zii.»

«Ma allora dov'è adesso? Non dovrebbe essere a casa con noi? È sabato pomeriggio!»

Will rimase in silenzio. In quel preciso momento, suo marito e suo fratello maggiore si trovavano al poligono di tiro, sparando a grandi sagome di cartone e, conoscendo entrambi, bevendo una birra e sparlando di lui e Janet. Sì, Nico era il genere di marito che si concedeva una birra con il cognato e si divertiva a sparlare di tutto le usanze di Will. E di sicuro Gideon gli stava raccontando un sacco di suoi ricordi infantili.

«È con zio Gideon.» si decise a dire infine Will, prendendo le patatine. «Il sabato pomeriggio a quest'ora è sempre con zio Gideon.»

Ma non per molto, pensò tra sé e sé Will, guardando il calendario. Ancora qualche mese, e quella tessera verrà distrutta.

Si trattenne dallo sorridere in modo ebete, visto che la figlioletta lo stava studiando.


Quando Nico entrò in casa, verso le sei, Christal gli scoccò un'occhiataccia e Will lo raggiunse.

Un gioco di luce in un mondo di tenebreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora