punti di vista

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Il pomeriggio in spiaggia era stato veramente rilassante, avevo fatto un bel bagno e mi ero dedicata un po’ alla lettura di un nuovo libro che avevo comprato prima di andare in spiaggia.
Era una bellissima storia d’amore tra due ragazzi molto giovani ma inesperti e confusi.
Amavo i romanzi d’amore, soprattutto perché c’era sempre il lieto fine e in quel momento avevo bisogno di leggere storie positive e non drammatiche.
Tornai a casa da Valentina e mi preparai per la serata, indossai un abito bianco, semplice e leggero.
Presi i sandali blu con il tacco basso e la mia pochette blu preferita. Un trucco leggero ed ero pronta.
Valentina bussò alla porta, prendemmo la sua macchina e ci dirigemmo verso Vucciria, una zona di Palermo dove le antiche botteghe artigiane si erano trasformate nel tempo in bar, pub e locali alla moda.
La zona di giorno ormai era poco frequentata e sembrava quasi abbandonata ma di notte si trasformava e si improvvisavano concerti all’aria aperta di musica reggae e pop. Noi eravamo dirette proprio verso la musica e il divertimento.
Con Anna Maria e Rosaria avevamo appuntamento proprio nella piazza principale. Era bello ritrovarsi tutte insieme, dopo anni di distanza.
Ero io il perno del gruppo, avevo sempre voluto raggruppare le mie amicizie, e creavo spesso dei meravigliosi gruppi di persone che poi continuavano ad uscire anche senza di me.
Ero andata via da Palermo ma avevo lasciato gruppi di amiche indivisibili.
Ci sedemmo a dei tavolini per ordinare da bere e qualcosa da mangiare. Era una situazione di spensieratezza ed allegria pura.
Mi sembrava strano riparlare la mia lingua ma soprattutto il mio dialetto.
Tornai ad assaggiare sapori che non ritrovavo da tempo e mi sentii nel corpo un vuoto, sentii un’enorme nostalgia salirmi dentro.
Mi guardavo intorno e quello che vedevo mi piaceva, nonostante Palermo fosse disorganizzata e caotica, era comunque il mio mondo e stare lì con le mie vecchie amiche e i vecchi sapori mi fece venire un groppo alla gola.
Ero assorta in questi pensieri quando sentii una bellissima voce maschile cantare in un duetto, una canzone sdolcinata ma che era una delle mie preferite: “Time after time “.
Mi girai e rimasi folgorata vedendo Antonio che cantava guardandomi dolcemente.
Le ragazze erano più sorprese di me, tranne Rosaria che mi fece un occhiolino.
Avevo capito che Rosaria aveva organizzato tutto e non sapevo se ucciderla o ringraziarla.
Durante la nostra chiacchierata mi ero confidata dicendogli che mi ero rivista con Antonio e la cosa mi aveva leggermente stranito e mi aveva lasciata confusa.
Purtroppo non sapevo che nel tempo Antonio e Rosaria erano diventati grandi amici e che lui frequentava spesso il Bar Sant’Anna, che organizzava delle serate con musica dal vivo.
Erano amici e io le avevo confidato il mio piccolo segreto.
Appena mi raccontò della loro conoscenza, avrei voluto sprofondare per l’imbarazzo, soprattutto perché non sapevo cosa avesse raccontato ad Antonio e avevo paura che potessi dare l’impressione sbagliata.
Io non volevo Antonio, mi aveva soltanto stranito il nostro incontro perché lui era stato il mio primo amore e come si dice spesso, il primo amore non si scorda mai, soprattutto se ti ha fatto “cornuta", risuonava in maniera impertinente nella mia testa.
Dopo il duetto smielato, ringraziò il pubblico dicendo che era stata una dedica per una persona speciale,appena ritrovata, ma che ora avrebbe iniziato a fare sul serio.
Infatti iniziarono a suonare delle ottime cover molto meno soft .
La serata fu piacevole e vederlo cantare mi ricordò i vecchi tempi quando mi spostavo di locale in locale, pur di sentirlo cantare. Fu tutto elettrizzante, con le ragazze ricordammo i vecchi tempi, soprattutto i divertimenti, tralasciando i pensieri tristi dell’epoca o del presente. Doveva essere una serata all’insegna del buon umore e così fu.
James mi aveva scritto nel pomeriggio che il viaggio era andato bene e che avrebbe fatto un salto in ufficio per recuperare un po’ di tempo perso.
Erano le 23.00 mi chiamò per darmi la buona notte e si assicurò mi stessi divertendo.
Mi sentivo in colpa, ero al telefono con il mio adorabile fidanzato eppure sorridevo vedendo Antonio che mi guardava da lontano.
Ero incorreggibile ma d’altronde non ero stata io ad organizzare l’incontro.
Erano le 23.30 e Antonio aveva finito di cantare, venne verso di noi e salutò tutte con affetto.
Facendo la gnorri gli dissi : “ Guarda un po’ questa città quanto è piccola, ti ritrovo ovunque”.
Perché frequenti i posti e le persone giuste “ mi rispose e fece un occhiolino a Rosaria che non riuscì a trattenere una risata.
E a proposito di posti giusti perché non ci spostiamo da qui e non ci andiamo a prendere una bella granita al pistacchio ?” mi chiese guardando me e le ragazze.
Sapeva e si ricordava i miei gusti.
Tra di noi ci fu uno sguardo di intesa e non riuscii a dirgli di no.
Lo seguii e lui mi prese sottobraccio, come quando eravamo piccoli ed essendo sempre stato più alto di me riusciva ad avvolgermi bene con le sue belle braccia.
Mi lasciai abbracciare, dimenticando il presente e camminammo verso il posto che faceva le granite migliori del mondo e che era aperto fino a notte tarda.
Mi fece il terzo grado chiedendomi un resoconto dettagliato di tutta la mia vita da quando ero fuggita. Aveva saputo da altra gente che ero scappata verso Roma ma mai si sarebbe aspettato di sapere che ero finita a Londra a gestire un bar.
“Ti ammiro tantissimo Sara, sei riuscita a fuggire da una realtà che non ti piaceva più e sei riuscita a crescere tra le difficoltà” mi disse Antonio guardandomi seriamente.
“Sai, hai ragione, anche io sono fiera di me, sono partita da zero e sono riuscita ad avere delle stupende amicizie e a fare un lavoro che mi piace moltissimo.” gli risposi convinta.
Non menzionai James e neanche lui lo fece, nonostante lo avesse conosciuto di persona. Sorvolammo l’argomento con nonchalance.
Antonio era diventato un adulto serio e responsabile ma aveva mantenuto l’allegria e l’ironia di quando era un ragazzo. Aveva sempre avuto la passione per la musica e aveva coltivato il suo talento, aveva una sua band e suonava in moltissimi locali a Palermo e anche nelle città vicine.
Aveva dei progetti e ne parlava appassionato.
Ero così orgogliosa di tutti i miei amici e dei ragazzi Palermitani in generale, mi sembrava che dalla mia partenza qualcosa fosse cambiato. Vedevo la voglia di cambiamento e di realizzazione in tutti quanti.
Mi resi conto che forse se fossi rimasta avrei potuto fare tanto anche lì, nella mia terra natia.
Credevo di essere stata una donna coraggiosa perché ero andata via ma in realtà ero stata solo una ragazza impaurita, incapace di ribellarsi alla sua famiglia e che aveva preferito fuggire via per non affrontare la realtà.
Solo ora mi accorgevo di quanto ero stata codarda.

Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora