Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle origini

Il padre che avevo sempre desiderato

Non riuscivo a credere alle parole che avevo sentito, anche se nella notte avevo avuto questo presentimento.

Victor ogni tanto accennava al fatto che un posto del genere un giorno sarebbe stato mio oppure mi faceva delle domande per chiedermi cosa avrei fatto se il Bitter fosse diventato mio.

Solo ora ricordavo quei discorsi, solo ora mettevo insieme tutti i pezzi.

Il Bitter sarebbe stato mio, veramente mio e questa era la notizia più bella del mondo.

Avevo messo tutta l'anima e il cuore in quel posto e il pensiero di andarmene mi aveva  sempre rammaricato; ma ora era diverso, non dovevo andarmene, potevo rimanere. Avevo un valido motivo.

Quella che negli ultimi anni era stata la mia casa e il mio rifugio sarebbe stato il mio posto speciale, ancora di più.

Potevo ristrutturarlo o fare cambiamenti, o cambiare il personale, non potei non pensare a Jo e mi venne un sorrisetto malefico sulla faccia.

Ero sicura solo di una cosa: mai e poi mai avrei cambiato nome a quel posto, sarebbe stato per sempre il Bitter.

Ero felice e triste allo stesso tempo, avrei preferito diventare socia del Bitter che proprietaria in questo modo.

Mi sembrava un regalo troppo grande e troppo immenso, avevo sentito un affetto, che forse dalla mia famiglia non avevo mai ricevuto.

Anche lui era stato per me, il padre che avevo sempre desiderato. Quello che ti sostiene in tutti i tuoi progetti, che non ti giudica, che ti sostiene e che ti dimostra il suo affetto.

Dovevo ancora leggere la sua lettera e me la tenevo stretta, come se fosse il dolce di fine pasto.

Non vedevo l'ora di leggerla ma volevo stare, per quella lettura speciale, da sola  perchè sapevo che mi sarei persa in un fiume di lacrime.

Ci salutammo con il notaio e con il signor Harper, mi feci accompagnare da James al Bitter e tornammo entrambi al nostro lavoro.

Ero pronta ad entrare, affrontare la curiosità di tutti e a rintanarmi in cucina con la mia lettera speciale.