Un nuovo giorno era iniziato , mi svegliai assaporando il profumo del caffè caldo e delle freccine appena sfornate.
Valentina ci aveva sorpreso portandoci direttamente lei la colazione.
"Voglio coccolarvi dall'inizio alla fine del vostro soggiorno" ci disse con in mano il vassoio d'argento della sua bisnonna.
Poggiò il vassoio sul tavolo e ad accompagnare le dolci brioche, c'era anche la marmellata di gelsi, di visciole e una profumata ricottina.
Ero sicura che a James non sarebbero mancate le sue solite uova in camicia o il suo salutare pappone di avena.
Infatti fece un grande sorriso e si precipitò al tavolo.
" So che oggi sarà una giornata importante e mi sembrava giusto avessi una ricca colazione " continuò Valentina, sapendo che avrei provato nella giornata a contattare i miei genitori.
Dopo l'ottima colazione e dopo un forte caffè, ci preparammo per il famoso incontro.
Io e James prendemmo la macchina e ci dirigemmo verso il centro della città.
Dopo aver parcheggiato, vicino a Porta Sant'Agata, passammo per le vie della città, attraversando il famoso mercato Ballarò.
James rimase stupito di vedere quella grande esposizione di primizie locali, quel gran vociare che richiamava i passanti e che attirava l'attenzione verso la merce.
Frutta, verdura, profumo di panelle fritte, di arancine, di pesce fresco e di pane ca messa.
Tutti prodotti tipici, tutte cose ormai dimenticate e quel frastuono, quel rumore e quel caos che tanto avevo odiato e tanto avevo voluto dimenticare mi sembrava far parte ormai di un'altra vita.
Ora però non lo sentivo più come prima, ascoltavo un diverso suono e vedevo davanti a me l'anima di Palermo.
Arrivammo finalmente alla mia via, grigia e anche un po' trascurata, dove avevo passato ore nella mia infanzia a giocare a palla o a saltare la corda.
Ogni metro mi ricordava qualcosa e la nostalgia mi assaliva, mi sembrava di essere stata lontano da casa per una vita intera.
Poi, intravidi la serranda del garage di casa mia, quella serranda che racchiudeva il mondo di mio padre, dove passava le giorn, che cerate, il suo rifugio.
Era alzata e questo significava che sicuramente c'era lui a lavoro.
Mi girai verso James e gli chiesi di lasciarmi la mano e di farmi procedere da sola.
Volevo che per prima cosa mio padre vedesse la figlia, la sua bambina, senza altri uomini , senza altre distrazioni.
Mi affacciai timorosa e lo vidi : un piccolo batuffolo che piangeva, stretto nella sua copertina che cercava di essere cullato da un ormai stanco e vecchio uomo.
Eccolo là, il mio papà, con la faccia seria ma colma di dolcezza, con lo sguardo perso verso un nuovo grande amore.
Mi faceva tenerezza, lo guardavo ma non riuscivo a proferire parola.
Poi mentre avanzavo, colpii qualche arnese che aveva sicuramente lasciato per terra e lui si girò.
Per un attimo lasciò la presa della carrozzina, che stava amorevolmente cullando e mi guardò fisso.
Avevamo la stessa espressione, ma sicuramente lui era più che altro sorpreso.
Nella mia mente cercavo di ricordare i migliaia di discorsi che avevo preparato, a casa, in aereo, durante il tragitto, ma non me ne veniva in mente uno.
La mia lingua era paralizzata, così come le mie gambe.
Lui spostò la carrozzina per passare e si avvicinò verso di me.
Aveva gli occhi umidi e mi guardava fisso mentre si avvicinava.
Riuscii soltanto a pronunciare una parola : " papà" e lui mi corse incontro e mi abbracciò.
Un abbraccio immenso, caldo, profondo e lungo.
Inspirai profumo di tabacco e gommalacca.
Mi crogiolai in quell'odore che avevo sempre odiato ma che ora mi sembrava soltanto odore di casa.
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Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle origini
Chick-LitSecondo capitolo dell'avvolgente storia tra Sara e James. Finalmente li troviamo insieme, nella vita vera , a scontrarsi tra nuovi sogni e desideri, tra diversità e un passato che lentamente si insinua nel presente. Riusciranno ad affrontare la vita...