Brutta notizia

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"Un avvocato?" mi domandai nella mia testa.

Attaccai il telefono e lo poggia sul tavolo, frastornata.

Susan mi chiese subito, vedendo la mia faccia, chi fosse al telefono.

"Era Jo, c'è un avvocato al Bitter che mi cerca." le risposi.

"Strano, ma vedrai che non sarà niente di grave. Credi che qualcuno abbia fatto causa al Bitter ?"

mi disse Susan.

"Non lo so, ma comunque è strano che cerchino me, dovrebbero chiedere del titolare, Victor."conclusi.

Decisi che era meglio chiudere subito la faccenda quindi salutai Susan e corsi al locale.

Mentre ero sull'autobus provai a chiamare Victor , magari sapeva già qualcosa ma a casa non rispondeva e al cellulare c'era la segreteria.

Ero agitata, probabilmente non era nulla di importante ma era la prima volta che un avvocato mi cercava.

Decisi di chiamare anche James, sicura che mi avrebbe tranquillizzata ma anche lui non rispondeva, probabilmente era in riunione.

Non me ne andava bene una.

Ormai ero arrivata davanti al Bitter, mi feci coraggio ed entrai.

All'interno c'era abbastanza gente ma notai subito il personaggio che stonava nella sala.

La mattina il locale era pieno di ragazzi, nessun uomo in giacca e cravatta sostava a lungo.

Seduto al tavolo c'era un uomo sulla cinquantina, capelli brizzolati, occhiali spessi e aria pensierosa.

Era seduto alla stesso tavolo dove conobbi James ma le emozioni trasmesse erano tutt'altre.

Jo, appena mi vide, mi venne incontro e mi indicò il signor Harper.

"Buongiorno signor Harper sono Sara, mi hanno comunicato che mi cercava, spero non sia nulla di grave ". gli dissi cercando di nascondere l'agitazione.

Il signor Harper mi fissò a lungo, prese un bel respiro e mi chiese di accomodarmi.

"Si sieda signorina, abbiamo molte cose di cui parlare. Sono venuto a darle una comunicazione, purtroppo ho cattive notizie" mi disse serio.

A quel punto mi sedetti subito, tremante come una foglia.

"Non capisco però signor Harper, riguarda me personalmente o il locale, perché non ha chiesto del signor Hammel ?" chiesi curiosa.

"Riguarda entrambi voi. Il signor Hammel purtroppo è venuto a mancare questa mattina, io sono il suo avvocato e sono venuto a darle una comunicazione per l'apertura del testamento che si terrà domani dopo i funerali". mi disse serio.

Il signor Harper mi guardava fisso mentre io lo guardavo scossa.

"Come morto, ma cosa è successo? Ci siamo sentiti pochi giorni fa " chiesi incredula.

" Victor soffriva di attacchi di cuore, ero un suo amico oltre che il suo avvocato e mi aveva confidato che era da un po' che non si  sentiva molto bene. La morte di Josephine, sua moglie, gli aveva lasciato una ferita, anche fisica, che era difficile da rimarginare. " continuò.

Victor non si era mai ripreso dalla sua grave perdita ma non credevo che l'avesse lacerato così nel profondo, gli si era veramente spezzato il cuore.

" E' per questo che decise qualche mese fa di fare testamento e di organizzare tutto, anche il suo stesso funerale, non voleva lasciare niente in sospeso " mi disse l'avvocato.

La testa mi girava e mi si appannò la vista.

"Ma signor Harper, Victor  so che non aveva figli, ma mi vuol dire che figuro anche io nel testamento?" gli chiesi sempre più incredula.

" Sì Sara, ma di questo preferirei ne parlasse con il notaio domani mattina, le lascio tutti i recapiti. Signorina ?" mi chiamò riportandomi sulla terra.

" Sì scusi, sono tante informazioni da elaborare ." gli risposi.

" Lo so, ci vediamo domani mattina ai funerali alla St. John's Church, ci sarò ovviamente anche io e verrò insieme a lei dal notaio." mi disse con un caldo sorriso.

" Va bene, grazie di tutto signor Harper". gli dissi sorridendo.

Ci salutammo e corsi a rinchiudermi in cucina, mi sedetti per terra e lì nella mia solitudine scoppiai a piangere come non avevo mai fatto prima.

Victor per me era un amico, un uomo buono e generoso che mi aveva dato sulla fiducia una possibilità e una grande opportunità.

Mi aveva dato la serenità di un lavoro, affidandomi dopo poco tempo la gestione del suo locale.

Avevo notato negli ultimi tempi che era sempre meno interessato al lavoro. Si congratulava sempre con me per i buoni risultati ma non stava più lì a controllare gli incassi e le fatture .

Aveva delegato sempre di più fino a lasciarmi piena libertà di decisione.

Avevo capito che era ormai stufo ma non pensavo fosse per la malattia.Mi sarebbe piaciuto essere al corrente che soffriva di cuore, sarei stata più presente nella sua vita.

Non aveva figli ne' fratelli o parenti vicini che si occupassero di lui, quando morì Josephine se ne andò anche un pezzetto di lui. 

Mi rasserenava soltanto il pensiero  di immaginarli vicini e  per sempre insieme, a gestire il loro paradisiaco locale.

Speravo che Victor mi guardasse dall'alto fiero e che continuasse a vegliare su di me, come aveva sempre fatto in terra.

Addio amico mio.

Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora