Funerali

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Erano le 09.00 di mattina e davanti alla piccola chiesa di Saint John c'era una piccola comunità di persone, vestite di scuro, che aspettavano l'inizio della funzione.

Noi del bar ci eravamo riuniti tutti, ovviamente, per dare un ultimo saluto al nostro caro Victor.

C'erano molte persone che gli volevano bene : la comunità della chiesa che frequentava assiduamente dopo la morte di Josephine, i vicini di casa, il signor Harper con la moglie e qualche altro amico di vecchia data.

Eravamo tutti lì, insieme, a rendere omaggio al buon uomo che era stato.

Avevamo ordinato una semplice corona di fiori ma mi ero assicurata che ci fossero anche dei bastoncini di cannella ad avvolgere gli steli, un piccolo simbolo della nostra storia e del nostro affetto.

Il bitter Cinnamon e la cannella per noi erano un simbolo di unione, perché nonostante tutto e nonostante Jo e le sue frecciatine, ci consideravamo tutti una grande famiglia.

Victor faceva parte di questa famiglia, anche se nel tempo si era allontanato sempre di più.

Ricordo i nostri incontri e le nostre cene  con grande gioia, ci vedevamo per cenare insieme almeno una volta al mese. Mi preparava lo stufato, come lo preparava la sua cara moglie, mi raccontava la storia dei loro incontri e del loro amore, mi faceva vedere le vecchie foto e spesso mi leggeva anche le loro lettere d'amore.

Le lettere d'amore, su carta ingiallita, ma intrise di romanticismo e profumi; profumi di altri tempi.

Amavo ascoltare quei racconti anche se pieni di nostalgica tristezza e mi piaceva vedere i suoi occhi come brillavano al suono di quei racconti; come  se parlandone  rivivesse la loro storia.

Non erano riusciti ad avere figli, Josephine aveva un brutto tumore alle ovaie e gli avevano negato ogni possibilità  di avere dei figli. 

Dopo l'intervento per la rimozione del tumore divenne sempre più triste, cadendo in una grande depressione insuperabile, avendole i medici strappato, come diceva lei, anche la speranza .

Era una grandissima fedele e credente e sperò fino all'ultimo che il Signore le mandasse un segno o facesse un miracolo.

L'operazione fu per lei segno di sconfitta e di litigio con il suo Padre Eterno.

Victor l'aveva sostenuta in tutte le sue scelte  ma quando si trattò di decidere dell'intervento, fu lui che prese la decisione, contro le sue volontà. 

Preferiva rinunciare all'idea di un figlio che a sua moglie ma purtroppo il destino fu crudele e fu un altro tumore a portarsela via.

Nonostante tutto Victor era stato bravo, aveva continuato a gestire il bar in maniera più che egregia, si era preso a casa una ragazza che lo aiutava con le faccende e aveva incominciato a frequentare la chiesa per sentire del sostegno e perché era sicuro che la moglie ne sarebbe stata felice e fiera.

Eravamo tutti lì, insieme, a rendergli omaggio e a dedicargli dolci parole.

Il signor Harper lesse un significativo passo della Bibbia e disse due parole, parlando della loro amicizia e unione.

Gesù le disse: Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà;

chiunque vive e crede in me, non morrà in eterno. Credi tu questo?.

Giovanni 11: 25-26

Ci unimmo tutti in un grande abbraccio e con un'ultima canzone corale, salutammo il nostro amico.

Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora