Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle origini

La mafia non si nasconde

Mi sveglia l'indomani euforica, avevo tante idee in mente ma volevo tornare a Londra, parlare con James e continuare i progetti iniziati lì.

La notte mi aveva portato consiglio e avevo in mente un bel piano, lungo negli anni ma forse attuabile.

Mi ero messa in testa che avrei potuto fare tutto, avevo trovato un coraggio che era rimasto latente per troppi anni.

Sapevo che James avrebbe capito e approvato ogni mia scelta.

Passai qualche altro giorno a Palermo, sopratutto insieme a Elisa e alla mia famiglia.

Passai a trovarla alla sartoria e le parlai di Anna Maria che anche lei faceva la sarta e forse si sarebbero potute conoscere e provare ad aprire un negozio tutto loro.

Ormai ero spinta da un grande entusiasmo e mi sentivo euforica in tutto.

Elisa mi guardò male, facendomi capire che avere una proprietà ancora poteva essere pericoloso, perché purtroppo c'era ancora troppa brutta gente pronta ad approfittarsene e a chiedere soldi in cambio di protezione.Ovviamente mi parlava del pizzo richiesto, ormai come se fosse una tassa comunale.

La malavita, la mafia, ovviamente era ancora un tasto dolente in Sicilia e sopratutto nelle grandi città, quindi era un tema delicato che sicuramente andava affrontato a fondo.

Proprio in queste attività bisognava trovare il coraggio di dire no, di ribellarsi a degli schemi che ormai andavano avanti da sempre.

Tornai ad affrontare la questione anche con Rosaria e gli altri ragazzi del Bar Sant'Anna e mi confermarono i miei timori, anche loro erano vittime e si trovavano spesso costretti a pagare per questa speciale protezione a dei personaggi poco raccomandabili. 

Le denunce negli anni erano aumentate, sempre più gente aveva trovato il coraggio di ribellarsi ma purtroppo ancora la paura era tanta e troppe attività si ritrovavano costrette ad ubbidire alle regole del più forte.

La rabbia mi impadronì, ovviamente ero cresciuta in quel mondo e conoscevo bene quelle dinamiche ma rendersi conto, con mano, di quella triste realtà faceva veramente male.

Questo mi  faceva paura ma mi dava ancora più voglia di tornare e provare a rompere degli schemi di un sistema ancora così forte e oppressivo.

Mi rendevo conto però che sicuramente non sarei potuta resistere, da sola, al potere mafioso.

Nella mia mente tante domande: dovevo forse tornare ed accettare quello che succedeva intorno a me, chiudendo gli occhi o forse avrei potuto nel mio piccolo fare qualcosa?

Era una guerra eterna,  combattuta da magistrati, questori  e persa da troppi innocenti.

Ci sarebbe mai stata una fine a tutto questo?

Ricordando però Giovanni Falcone mi venne in mente una sua celebre frase : " Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola".

E come, giustamente, disse: "la mafia non è affatto invincibile, è un fatto umano e come tutti i fatti umani ha un inizio e avrà anche una fine.Piuttosto, bisogna rendersi conto che è un fenomeno terribilmente serio e molto grave; e che si può vincere non pretendendo l'eroismo da inermi cittadini, ma impegnando in questa battaglia tutte le forze migliori delle istituzioni".

Nonostante siano passati più di trenta anni confidiamo ancora nelle sue parole.

Avevo tante cose e tanti timori a cui pensare, passai gli ultimi giorni a salutare le mie vecchie compagnie e cenai tutte le sere con i miei genitori.

Furono giorni intensi e pieni, però feci tutto quello che mi ero prefissata e fissai il volo di ritorno a Londra confusa ma piena di desideri e progetti.

Volevo fare qualcosa, nel mio piccolo, un piccolo passo che potesse portare luce in tutta quella oscurità, quella immensa ombra dove la mafia non si nasconde, perché  purtroppo la mafia non ha paura.

p.s. Questo libro è un romanzo rosa, leggero, non adatto a trattare tematiche così complesse ed attuali, per questo ovviamente il tema verrà trattato in maniera semplicistica, sapendo bene che la realtà dei fatti ovviamente è molto più complessa di quella citata in queste parole.