Capitolo 3

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Dopo qualche settimana, dopo che il clima tra di noi si era rasserenato ed avevo incominciato a dormire qualche sera da lui, decisi di condividere  una mia scelta.

"Stavo pensando che forse potrei prendermi una stanza all'interno del campus, che ne pensi?".

James si girò guardandomi perplesso e mi disse :"Pensavo non volessi vivere con degli sconosciuti e soprattutto condividere un bagno".

Gli sorrisi perché aveva ragione ma era un'esperienza che volevo vivere, anche perché non ne avrei mai più avuto occasione.

"Si è giovani una volta sola, non posso farmi fermare dalla mia insofferenza per i bagni in comune " gli risposi sarcastica.

"Hai ragione ragazzina, sono fiero di te. Devi vivere questa esperienza al massimo.Potresti iscriverti ad una confraternita" mi disse ironicamente.

"Forse non ci crederai ma è sempre stato il mio sogno" gli risposi stupendolo.

"Voi italiani, guardate troppe serie televisive" mi rispose in modo secco e divertente.

Aveva ragione, dopotutto ero ammaliata dalle storie sulle confraternite che avevo visto in tv.

Le amicizie, i drammi, i flirt, i festini ma non era questo quello che volevo veramente.

Ormai ero un'adulta e dovevo concentrarmi soltanto sullo studio e sulla mia nuova e intensa storia d'amore.

"Allora signorina, potremmo incominciare la sua esperienza studentesca, con un paio di shot notturni" mi disse spiazzandomi.
Come al solito sapeva essere ironico e spalleggiarmi nelle mie scelte.

"Ottima idea mister ".

Quando James mi consigliò di riprendere gli studi, probabilmente non si sarebbe immaginato che mi sarei accampata negli alloggi studenteschi ma l'idea mi affascinava.

Potevo anche prendere seriamente l'idea della confraternita anche se entrarci non era una cosa da poco, era quasi una casta.

La settimana seguente ci sarebbero stati degli open day alla San Peter e sarei potuto andare a visitare il campus e anche qualche confraternita.

Mi presentavo come una semplice studentessa italiana, con una laurea triennale, ma fortunatamente sarei potuta accedere a delle borse di studio per stranieri.

La San Peter era una piccola scuola privata, non delle più rinomate ma era l'unica che poteva offrirmi una borsa di studio e che quindi mi avrebbe permesso di poter sostenere la retta.

Probabilmente avrei dovuto attingere in questi anni dal mio salvadanaio " viaggio intorno al mondo ", ma continuavo a ripetermi che ne valesse la pena.

Susan mi prendeva in giro, dicendomi che ormai che ci eravamo fidanzate non avremmo più tenuto fede al nostro accordo ma io invece ne ero convinta sempre di più, anche se magari ci avremmo messo più tempo del previsto.

Ero una ragazza decisa e testarda e se ero stata capace di lasciare la famiglia e partire da sola, alla ricerca di un lavoro e di un'avventura, ero capace anche di mollare tutto per un viaggio intorno al mondo.

Era meglio pensare ad un progetto alla volta e, per adesso, bastava l'iscrizione universitaria.

Io e James passammo decisamente un'altra bella serata insieme, all'insegna dell'euforia e della ritrovata gioventù, come diceva sempre ironicamente James.

Quando mi parlava di lui, della sua infanzia e adolescenza mi sembrava di sentire spesso delle note dolenti nei suoi racconti.

Era cresciuto in un'ottima famiglia scozzese, in un tranquillo paesino, pieno di profumi e di poesia.

Aveva trascorso la sua infanzia principalmente con la nonna materna, essendo i genitori sempre molto impegnati.

La madre, avvocato, era spesso in giro per il paese e quando era a casa si trascinava inevitabilmente il peso del lavoro.

Aveva provato a trasferire il suo studio nel piccolo paese di provincia ma il tentativo era rimasto tale.
Ne avrebbero sofferto i suoi clienti e sopratutto le sue entrate.

James bambino però era talmente pieno dell'amore dei nonni, dei vicini e di tutto il paese che riusciva a non sentire troppo la mancanza della madre.

Il padre, invece, era il proprietario di una famosa azienda di autonoleggi con sedi in tutta la nazione ma a parte sporadiche visite nelle affiliate, riusciva a rimanere in città e tornava a casa la sera, desideroso di passare del tempo con James e di insegnargli qualcosa.

"Tu sei l'avvenire", gli diceva sempre suo padre che sperava prendesse la guida della sua azienda.

Tutto questo me lo raccontò James, una sera casalinga delle nostre, tutta coccole e romanticismo, come risposta ad una serie di domande sulla sua famiglia e sulla scelta del suo lavoro.

" Non sono riuscito a seguire le orme di mio padre, volevo staccarmi dal suo nome e farmi una mia carriera.
Purtroppo invece sono cascato dalla padella alla brace, come dici sempre tu " mi raccontò James.
Continuò spiegandomi che dopo il matrimonio con la sua, appunto, ex moglie, fu il padre di lei a fargli ottenere un colloquio nell'azienda dove lavora attualmente.

"Cercavano una figura professionale come la mia ma sono comunque un raccomandato e questo mi ha sempre pesato.Volevo staccarmi dal nome di mio padre ma mi sono legato  al nome di mio suocero."

Continuava a parlarmi, a cuore aperto, delle sue scelte e dei suoi rammarichi.

" Forse avrei dovuto fare altre scelte ma d'altronde il passato è passato e ora mi sento finalmente libero. Inoltre, se non avessi fatto quello che ho fatto, sbagli compresi, non sarei mai arrivato da te."

Carino, dolce, romantico.Era un uomo perfetto ed io ero sempre di più al settimo cielo.

" Mai facesti cosa più giusta a dimenticarti un'agenda" gli dissi, ricordando il nostro primo incontro.

Detta quella frase si staccò da me come se gli avessi fatto tornare in mente qualcosa. Si alzò e andò nella sua camera, tornando con un pacchetto in mano.

"Questo è per te, una piccola cosa per ricordarci quanto può essere meraviglioso il destino."

Presi il pacchetto e lo scartai emozionata. Era la sua agenda rossa, o meglio, una nuova ma uguale alla sua, quella che ci aveva fatto incontrare.

"Aprila, stavolta" mi disse.

Era un'agenda rilegata in pelle e nell'ultima pagina c'era l'incisione con la data del nostro incontro e la scritta: "Ogni giorno è una scoperta meravigliosa, insieme a te".

Ero troppo contenta, il mio primo regalo, nulla di eccessivo, nulla di plateale. Un vero regalo, specchio delle sue vere emozioni.

" E' per la tua futura carriera universitaria, sperando ti porti fortuna, come ha fatto con me ".

Eravamo sul suo divano, mi sedetti sulle sue gambe e baciandolo gli mostrai tutta la mia gratitudine .

Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora