Il mio Lui

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Era stata una giornata complicata, più che altro emotivamente, e molto intensa.

Sapere che Victor provava un affetto così grande mi aveva fatto capire come dovesse sentirsi una figlia.

Dovevo farlo, prendere uno zaino e partire. Tornare a casa e provare a riallacciare i rapporti con la mia famiglia.

Lo avrei fatto per lui, per riconoscenza sarei andata dal mio vero padre e dargli una seconda chance.

Era il momento perfetto: l'università ancora non era iniziata, il Bitter avrebbe potuto cavarsela da solo per qualche settimana e così anche tutto il resto.

Era un viaggio che probabilmente avrei dovuto affrontare da sola ma non ne avevo il coraggio.

Volevo tornare a casa per parlarne con James. Gli avevo già accennato della lettera per telefono ma ancora non ci eravamo visti.

Avevo cenato al Bitter con lo staff e poi Maurice era passato a prendermi.

"Grazie Maurice, mi dispiace per il disturbo, James sa benissimo che posso prendere un autobus."

"Signorina, a quest'ora di sera non si sognerebbe mai di lasciarla da sola."mi rispose gentile.

"Sì, lo so, ormai dovrei essere abituata a queste accortezze." risposi contenta.

"Dove la porto signorina ?"  mi chiese Maurice.

"A casa del signor James, mi ha scritto che a breve tornerà anche lui." gli risposi.

"Perfetto, signorina ".

Io e James arrivammo in sintonia all'appartamento e ci baciammo calorosamente.

Mi feci una lunga e calda doccia e mi infilai nel letto.

" Sei stanca ?" mi chiese James amorevolmente.

"Sì abbastanza, sono successe tante cose in questi giorni ."

"Sei stanca anche per una sorpresa ?"

"Per quello mai " risposi euforica.

Portò in camera un meraviglioso trolley Louis vitton che mai nella mia vita mi sarei sognata di avere. 

"James ma è meraviglioso, quando sono arrivata qui avevo solo un vecchio zaino." gli dissi sorridente ed estasiata.

"Solo il meglio per la mia signora ." mi sorrise dolcemente.

"Oh James, mi stai facendo venire sempre più voglia di venire a vivere da te."

"Era semplice allora, bastava un bel regalo " mi rispose ironico.

" Non è per quello, lo sai, è che mi fai sentire veramente la tua signora, come dici te, anche se il termine mi suona strano." gli dissi sinceramente.

"Se ci sposassimo diventeresti la mia signora." mi disse con nonchalance, mentre il mio cuore aveva avuto un sussulto.

Forse capì il mio imbarazzo e cambiò discorso.

"Perché non la apri?" mi disse indicando la valigia.

"Un'altra sorpresa?" chiesi eccitata aprendo il trolley. 

"Forse" mi rispose.

Trovai all'interno una busta con due biglietti aerei per l'Italia, per me e per un ospite.

"James" dissi commossa e senza parole.

"Mi sembrava di aver capito che ti servisse una piccola spinta per partire" mi disse.

Avevo bisogno di una spinta e lui lo avevo capito e mi aveva aiutata e con discrezione mi aveva anche regalato un secondo biglietto, senza nominativo.

Voleva farmi scegliere il mio accompagnatore ma era ovvio che in mente avevo soltanto lui.

" Ti piacerebbe essere il mio compagno di viaggio James?" gli chiesi con il cuore in mano.

"Certo che mi piacerebbe, preferisci che io ti chiami la mia compagna ?" mi disse riferendosi al discorso di prima.

"Chiamami come vuoi James, l'importante è che tu sia nella mia vita." gli dissi prendendolo per mano.

" Sempre" mi disse e mi baciò calorosamente la mano tenendomi stretta al suo petto.

Mai nella vita mi ero sentita così completa, finalmente mi sentivo pronta  a partire e a mettere in discussione la mia famiglia.

Ero agitata, le date dei biglietti erano per il week end successivo, avevo giusto il tempo di organizzarmi.

Cercai di addormentarmi  dopo una bella tisana rilassante, abbracciata al mio Lui.

Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle originiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora