Appena uscii dall'appartamento, una leggera brezza mi accarezzò il viso e mi fece stringere nella mia giacchetta jeans.
Svoltai l'angolo, presi il mio Ipod e mi incamminai.
Il bello del loft di James era che stava in pieno centro e arrivai in pochi minuti da Honey.
Susan era già lì che mi aspettava e aveva ordinato per me i miei soliti pancakes, more e mirtilli.
"Ciao splendore " esordì vedendomi arrivare.
"Salve a lei signora" le dissi, prendendola in giro.
"Non mi sembra di avere ancora anelli al dito, quindi direi che puoi smetterla di prendermi in giro" mi rispose ironica.
Susan e Josh ormai si frequentavano assiduamente e le cose andavano ogni giorno meglio, sarei stata contenta di vederla in un futuro, sposata con Josh.
Era veramente l'uomo perfetto per lei. Sapeva tenerle testa e questo era fondamentale, per lei. Eravamo spesso usciti insieme, io e James, con loro due e passavamo sempre delle splendide serate.
Eravamo in sintonia tutti e quattro tra di noi ed ero felice anche nel vedere quanto Susan e James andassero d'accordo.
Erano le mie dolci metà e vederli insieme, parlare e ridere mi dava un gran senso di pace.
Ogni tassello del puzzle sembrava voler andare al suo posto e ne ebbi la conferma quando Susan mi disse una frase.
"Sai ripensavo al tuo discorso sul voler vivere al campus, in una confraternita, e tralasciando il fatto che io la reputi una follia, mi sono ricordata di conoscere una persona che forse potrebbe aiutarti".
Un sorriso apparve sul mio volto e le risposi :" Veramente, chi farebbe questo per me ?"
"Mia madre " mi rispose Susan, cogliendomi alla sprovvista.
La madre di Susan, la signora Mc Dougal era una signora sulla sessantina, sempre molto elegante e posata.
Indossava spesso dei tailleur color avana e si dedicava anima e corpo nell'organizzazione di eventi di beneficienza, come aste e cene benefiche ma sopratutto era famosa per l'organizzazione del ballo delle debuttanti.
Aveva sempre frequentato l'alta società, essendo la moglie di un ricchio banchiere e non l'aveva mai abbandonata.
La sua vita era sempre stata agiata, sopratutto dopo la morte del padre di Susan e il suo lascito testamentario.
Era una donna forte, autoritaria, severa e credeva di aiutare la carriera di sua figlia, allontanandola dall'eredità paterna.
Pensava che senza il suo patrimonio si sarebbe sforzata di più nel realizzarsi come giornalista.
Susan amava sua madre e la trattava con rispetto, capì le sue ragioni e le sue severe decisioni e infatti decise, fin da subito, di andare a vivere da sola, per crearsi una sua vita indipendente.
La madre, comunque, fiera di aver cresciuto una figlia forte e indipendente quanto lei, non mancava nel farle preziosi regali appena ne aveva l'occasione.
" E pensi che mi aiuterebbe, non la considererebbe una frivolezza ?" chiesi a Susan titubante.
" Certo, ne ho già parlato con lei e per quanto anche lei pensi sia una idea folle, ha detto che la confraternita è stata una delle migliori esperienze della sua vita e quindi vuole aiutarti, per lo meno a capire se ne valga la pena. Ti presenterà al prossimo incontro che avrà con le Senior e vedrà di fare qualcosa, magari ti ammetteranno per un semestre.".
"Soltanto un semestre ?" chiesi amareggiata.
"Non lo so Susan, però ancora non capisco questa tua idea. Non hai più vent'anni e stai con un meraviglioso uomo che abita in un meraviglioso attico.Potresti vivere con lui, anche se non subito o forse credi che lui non voglia?".
"Hai ragione e James la pensa come te però mi sembra di non aver mai avuto venti anni e quella spensieratezza e ora è come se qualcosa mi dicesse che è giusto così. Voglio vivere finchè posso con un po' di leggerezza, farmi nuovi amici, vivere quella gioventù che mi è stata negata."
Il trasferimento a Londra, a ventidue anni mi aveva derubato dell'allegria giovanile costringendomi ad affrontare la dura realtà: la ricerca di una casa e di un lavoro, in una città che conoscevo a malapena e dove non avevo nessun amico.
Avevo sempre vissuto sotto una campana di vetro e all'inizio, infatti, mi ero sentita vulnerabile ed immatura.
Susan fece uno sguardo serio e mi disse :" Va bene Sara ma ricordati che tutti gli adolescenti mirano all'età adulta".
Non presi male le sue parole e le risposi che all'università era pieno di persone di tutte le età e poi mi faceva sentire come se fossi un'anziana signora.
Io e Susan continuammo per un po' a discutere ed ero dispiaciuta che non mi appoggiasse, come James, nelle mie scelte. Che male c'era a voler ritrovare un po' di spensieratezza? Se James l'aveva riavuta con me, io la volevo rivivere con la mia vita universitaria.
Dopo colazione andammo come consuetudine al nostro corso di Yoga settimanale e anche se avrei potuto invitare Susan per pranzo, decisi di non farlo.
Volevo essere sola con i miei pensieri e con i miei soliti clienti.
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Bitter Cinnamon 2- Ritorno alle origini
ChickLitSecondo capitolo dell'avvolgente storia tra Sara e James. Finalmente li troviamo insieme, nella vita vera , a scontrarsi tra nuovi sogni e desideri, tra diversità e un passato che lentamente si insinua nel presente. Riusciranno ad affrontare la vita...