Presi le palline e le leccai lentamente, scendendo poi verso di lei. Le aprii leggermente le gambe e la guardai per un secondo cercando il suo consenso, poi passai alla sua intimità che gustai con piacere. Rebecca sembrava rilassata e si abbandonò in breve alla mia lingua, mentre ansimava e si dimenava. Una volta soddisfatta del mio operato, inserii delicatamente prima una pallina, che subito fu seguita dall'altra, mentre Rebecca inarcava la schiena sotto la mia mano. Le diedi un bacio per concludere il mio capolavoro e poi le misi il pannolino. Rebecca era allo stesso tempo rossa per quello che avevo fatto inaspettatamente, ma allo stesso tempo soddisfatta. Quando ebbi finito di vestirla con il suo pigiamino, la feci sedere. La sua espressione diceva tutto; le palline stavano già facendo il loro lavoro. "Bene tesoro bello, adesso sarai tu ad implorarmi di aiutarti." dissi con un sorriso soddisfatto. "Questa è la giusta punizione per non aver ascoltato la mamma. Come tu non hai dato retta a me prima, così adesso io non ascolterò te." Rebecca aveva il broncio stampato sul viso, con le braccia incrociate. "Andiamo a vedere un film?" le chiesi mentre uscivo da bagno e la guardavo dalla porta. "Non mi va tanto..." sussurrò un po' arrabbiata. "Peccato, mi sarebbe piaciuto vedere Mulan, ma se proprio non vuoi..." dissi provocandola. "No no, vengo." gridò correndo verso il divano, bloccandosi proprio sulla porta. "Tutto ok bimba?" le dissi ridendo mentre mi sedevo. "Shi..." Aveva l'espressione di chi stava godendo e allo stesso tempo soffrendo. "Forza vieni qui." le dissi picchiando con la mano, la parte di divano vicina a me. Si avvicinò piano per evitare che le palline sfregassero troppo, ma era abbastanza inevitabile. Poi si sedette vicino a me, accoccolandosi con le spalle sullo schienale comodo del divano. Una manina fredda cercò subito la mia per accarezzarla e giocarci un po', mentre con l'altra prendevo la coperta poco distante e la mettevo sulle nostre gambe per tenerci al caldo. Le sue gambine si muovevano spesso, segno che le palline continuavano a darle il tormento, anche se cercava di stare ferma in tutte le maniere. Quando poi arrivò la sua canzone preferita, mi domandai se non si sarebbe messa a cantare o magari agitarsi per l'emozione è un brivido mi pervase. Come avevo immaginato pochi istanti prima, Rebecca si alzò in piedi di scatto, mettendosi a cantare quasi senza rendersi conto della mia presenza, talmente era presa dal film. Si agitava tutta contenta, ma le palline la stavano torturando e poco dopo cadde di nuovo sul divano guardandomi. "Mamma, ti prego..." mi diceva implorandomi. "Non ti sento tesoro, il volume della televisione è troppo alto." Si mise così con la testa sulla mia spalla sussurrandomi all'orecchio "Per piacere mamy." Rabbrividii quando il suo respiro caldo sfiorò il mio collo e l'orecchio sinistro. "No no." le dissi molto tentata, mentre lei ancora più infuriata si mise in piedi davanti a me, con le mani sui fianchi. "Mamma!" ma continuai imperterrita a guardare la tv, spostando la testa di lato. Così, non avendo altre soluzioni si mise a cavalcioni su di me, mettendo la testa sulla spalle e abbracciandomi dai fianchi. Rimasi un attimo spiazzata da quel suo gesto, ma poi le accarezzai la schiena disegnando dei cerchi immaginari, mentre lei mi teneva stretta sé. Poi ad un certo punto, per movimentare la situazione la staccai da me e le presi le mani. Rebecca non capiva cosa avessi in mente, ma solo quando le presi le mani e iniziai a muovere su e giù le gambe capì. Stavo facendo lo stesso gioco che facevano a me da piccola, quando si vuole simulare il trotto del cavallo. L'unica differenza era che io non avevo due palline che sfregavano ad ogni mio singolo movimento, facendomi eccitare e implorare la mamma di toglierle. "Basta...ti prego..." ripeteva ansimando eccitata. "Prometti alla mamma che la prossima volta farai la brava, non scapperai mai più e la ascolterai sempre?" le chiesi continuando. "Si...lo prometto..." disse mentre ormai era sul punto di raggiungere l'eccitazione più totale. Smisi subito dopo e la lasciai tornare tra le mie braccia esausta, mentre mi potevo ritenere finalmente soddisfatta. La presi in braccio e la feci stendere sul cassettone per toglierle il pannolino ormai zuppo e le famose palline. La punzione era finita come la giornata; di lì a poche ore, infatti, avremo ripreso le nostre vite normali e quelle giornate sarebbero state solo un lontano ricordo.
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I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...