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Uscimmo di casa verso le 20, dirette all'appartamento di Emma. Cercai di prendere delle strade poco affollate per non fare sentire a disagio Beka, che già temeva per il contenuto della mia borsa. Infatti, non avevo portato con me solo il mantello e il cerchietto che avrei indossato di seguito, ma anche un pannolino extra e il suo cuccio, con un biberon da usare per bere. Se voleva così tanto essere una Baby, doveva fare quello che ci si aspetta da una Baby, no?! La casa di Emma era abbastanza vicina alla nostra sede universitaria, ma non avevo mai prestato attenzione a quel palazzo color crema. Entrammo silenziose e salimmo fino al secondo pianerottolo, dal quale proveniva musica ad alto volume. Aprii la borsa e mi misi il costume, togliendo il vestito a Rebecca e mettendole il ciuccio in bocca. "Bene siamo pronte." dissi mentre suonavo il campanello. Venne ad aprirci proprio Emma, bella come sempre, nel suo abito rosa da principessa. Nemmeno farlo apposta aveva scelto quello della bella addormentata, ed io vestita da Malefica ero alquanto perfetta per lei. Mi diede un bacio sulla guancia e subito dopo si accorse di Rebecca e del suo abbigliamento, poiché rimasta nascosta dietro di me per non farsi vedere. "Rebe ma sei carinissima." disse sorridendole e dandole un bacio sulla guancia. Rebecca era abbastanza a disagio, ma un po' di alcol l'avrebbe subito fatta sentire meglio. Mi diressi così verso il tavolo del buffet e riempii il suo biberon, mentre gli altri invitati le si avvicinano per farle i complimenti. Si era seduta sul divano, incrociando le gambe per farsi più piccola possibile; mi avvicinai a lei silenziosa e la presi in braccio, mettendola sulle mie ginocchia. Le diedi da bere, tenendola per un fianco, così che si sentisse al sicuro e non appena vidi le sue guance arrossire leggermente, la lasciai libera di divertirsi e mangiare. Così, mi alzai e mi buttai in mezzo alla folla, alla ricerca di qualcosa da sgranocchiare per me, perché stavo letteralmente morendo di fame. Nemmeno a farlo apposta, andai a sbattere contro Emma, che mi rovesciò un bicchiere di vodka addosso. "Oddio, scusami." disse lei cercando di rimediare con un tovagliolo. "Vieni, ti presto una delle mie magliette." mi sussurrò all'orecchio perché potessi sentirla, prendendomi poi per mano. Guardai un secondo indietro per vedere dove fosse Rebecca; notandola in braccio ad alcune ragazze vestite da fate, seguii Emma immediatamente e un po' imbarazzata. Mi portò in camera sua, dove tirò fuori dall'armadio una canotta nera che sembrava proprio della taglia giusta. Mi tolsi il mantello e la maglia che avevo addosso, restando solo con il reggiseno di pizzo nero e prima ancora che potessi rendermene conto le sue labbra erano sulle mie. Era scattato qualcosa già da come mi aveva guardata appena arrivate e ora mi ritrovavo in camera sua, con le sue mani sulla schiena e i brividi a farmi sentire viva. Caddi sul letto, mentre lei mi slacciava il reggiseno e disegnava un percorso immaginario lungo il mio corpo con le labbra sottili e rosee, fino a scendere sempre più in basso tra le mie gambe. Mi sfilò gonna e slip iniziando a giocare con la lingua piano e poi sempre più velocemente e insistentemente. Potevo sentire l'eccitazione farsi spazio nel mio animo, tanto che le tenni la testa pur di non farla smettere. Era una dolce tortura dalla quale non mi sarei sottratta e che sarebbe culminata dapprima con una e poi con cinque esili dita, che mi fecero gemere e gridare il suo nome. Stavo amando tutto ciò, mi sentivo così libera, che non mi resi nemmeno conto del tempo che stava passando. Poi, non contenta, mi sfamai assaporando ogni angolo del suo corpo, facendo lenti e circolari movimenti con la lingua, che la fecero impazzire, a tal punto da chiedermi di smettere. Continuai finché il suo corpo me lo concesse e mi ripagò del lavoro fatto con la sua eccitazione. Il nostro divertimento si interruppe però quando sentimmo bussare alla porta. "Giulia..." era la voce di Rebe. "Sei qui?" Cazzo. "Arrivo Rebecca, un attimo che mi sistemo la maglia." dissi rivestendomi alla svelta.
Uscii di corsa ma non la trovai, quindi ritornai alla festa, dove nessuno sembrava però averla vista. Andai in bagno e sentii un impercettibile lamento, come un pianto appena sussurrato. "Rebecca sei tu?" chiesi bussando alla porta. "Vai via...vattene!" Mi sentivo così in colpa. "Cosa c'è che non va adesso?" chiesi piano. Non poteva essere gelosa di Emma; lo aveva messo in chiaro che eravamo solo due amiche, non poteva certo essere quello. "Mi hai lasciata da sola per tutto questo tempo..." Sentivo salire un nodo alla gola. "Rebecca apri questa cazzo di porta e parliamone." dissi continuando a bussare. "Lasciami sola." Rimasi davanti al bagno immobile, con le lacrime che mi segnavano il viso. Restai lì finché non sentii la porta aprirsi leggermente e una piccola Rebe uscire con gli occhi lucidi e rossi. "Piccola..." cercai di dire abbracciandola. Non ricambiò, limitandosi a subire in silenzio il mio affetto. "Vorrei tornare di là se non è un problema." disse alzando appena lo sguardo. "Sei sicura?" le chiesi guardandola attentamente. "Si." rispose fermamente, quasi come se nulla fosse successo. "È tutto ok?" Annuì abbassando di nuovo lo sguardo, così la presi per mano e la riportai in salone. Sapevo che non stava bene e quella a cui stavo assistendo era tutta una finta, ma non volevo insistere. Tornammo alla festa, dove Emma ci aspettava per fare un gioco di società tutti insieme. Rebecca si riprese quasi immediatamente; me ne resi conto appena mi lanciò il suo solito sguardo di sfida. Amava i giochi di società, che la facevano diventare super competitiva e determinata. Restammo fino alla fine della festa e quando tutti se ne furono andati, lasciammo anche noi l'appartamento. Salutai frettolosamente Emma con un abbraccio, mentre lei diede un bacio sulla guancia a Rebecca. Tornammo a casa mano nella mano, pensierose e silenziose.
Era stata una strana serata, che difficilmente avrei dimenticato.

I want to be your babyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora