Quando la luce calda e bianca del sole invase la mia stanza, capii che era mattina e che probabilmente, a breve, mi sarei dovuta alzare dal letto. Avrei potuto tranquillamente aspettare che Rebe venisse a svegliarmi e quindi dormire un altro po', ma sinceramente non mi andava. Avevo bisogno di coccole e chi meglio della Mamy poteva darmele? Emma era brava, sì, ma non le volevo da lei in quel momento; mi serviva la mia mamma con le sue mani fredde e i suoi capelli profumati. Cercando di fare meno rumore possibile per non svegliare l'altra Baby, mi trascinai, ancora addormentata, assieme al mio cuscino giallognolo, fino alla stanza di Rebe, proprio in fondo al corridoio. Fortunatamente per me, ancora dormiva, rannicchiata nel suo grande letto matrimoniale; non avevo nemmeno considerato che erano le 5 del mattino e che a quell'ora non si sarebbe mai sognata di alzarsi o di venirci a svegliare. Mi avvicinai silenziosa accarezzandole appena il braccio che aveva sotto il viso. "Mmmh...che c'è?" disse piano, strofinandosi gli occhi per mettere a fuoco. "Stai male stellina?" mi chiese alzando appena il viso, un po' allarmata. "No...volevo stare con la Mamy nel lettone..." dissi abbassando il viso. "Vieni qui, dai." mi sussurrò spostandosi per farmi spazio. Certo non si sarebbe messa a discutere a quell'ora e prendermi accanto a sé era la scelta più saggia per entrambe. Mi mise il braccio destro su fianchi e pancia, mentre il mio respiro si faceva sempre più regolare. La sveglia, però, iniziò a suonare dopo non molto e così, nonostante i diversi rinvii, io e la Mamy fummo obbligate ad alzarci dal lettone. "Forza Giulia, è ora." disse Rebe scuotendomi dalle spalle. "Uffa..." risposi girandomi verso di lei. "Andiamo a prendere Emma, dai." mi sussurrò allungando una mano verso di me per aiutarmi a scendere dal letto. Svegliata anche lei, dopo aver fatto le scale, la mamma ci fece sedere a tavola per la colazione, con una scodella di yogurt fresco, cereali e frutta secca. "Quando avete finito ci andiamo a cambiare, perché ho in mente una bella attività da fare tutte quante insieme." ci disse Rebecca sorridendo, mentre ripuliva i nostri biberon. Quando arrivammo in camera sua, trovammo su degli appendini di legno chiaro, due camicette a scacchi: una rossa e bianca e una blu e bianca, con dei pantaloncini corti marroni. A me la mamma fece indossare un pannolino con delle fragole rosse, abbinato ovviamente alla camicetta e alla fascia che avrebbe usato, poi, per legarmi i capelli. Ad Emma mise invece la camicetta blu, con un pannolino ricoperto da mirtilli. La fascia per i capelli, con il fiocchetto sulla parte superiore, era certo uno dei miei accessori preferiti. Anche la Mamy mise una camicetta bianca con degli inserti in pizzo e la cosa mi fece sorridere teneramente: mi piaceva vestirmi come lei. "Ora che ho preparato le mie belle contadinelle, direi che possiamo andare a raccogliere le more e i frutti di bosco. Pronte?" chiese mettendosi di fronte a noi. Sarebbe stato un passo indietro di qualche anno, un tuffo nella mia infanzia e solo l'idea mi metteva di buon umore. Presi i cestini di vimini, ci avviammo per il sentiero roccioso tra i boschi, trovando cespugli e rovi di tutti i tipi. La Mamy ci aiutò a recuperare i frutti che si trovavano più in alto, anche se non tutti finirono proprio nei cestini. La maggior parte stava nella pancia di Rebe, che aveva la bocca e le dita tutte sporche di viola. "Mamma basta, se no ti verrà mal di pancia." la rimproverai, beccandomi subito una pacca sul pannolino. "Bimba impicciona." mi disse, mentre continuavamo la raccolta. Camminavamo tranquille, ammirando le tracce di qualche animale selvatico, respirando a pieni polmoni l'aria pura di montagna; la mamma trovò anche dei funghi porcini, che decise di raccogliere per farci un gustoso sughetto. La nostra passeggiata era stata più fruttuosa di quanto avremo potuto pensare e con tutte quelle prelibatezze Rebecca decise di farci preparare il pranzo con lei, perché una mano in più le sarebbe proprio servita. "Ora le mie bimbe belle mi aiuteranno a preparare la pappa." disse mentre ci rimboccava le maniche per farci lavare le manine. "Mettete un uovo alla volta nella farina e poi io giro bene bene." disse mentre la aiutavamo incantate e concentrate. "La nostra pallina gialla e liscia la mettiamo a riposare, così intanto possiamo preparare il sugo." disse piano, mentre puliva i funghi da cuocere in padella. "Adesso facciamo delle palline, così possiamo stendere meglio la pasta e farci le tagliatelle." disse mentre una alla volta giravano la manovella della nonna papera. Quando anche la pasta fu pronta, la mamma ci diede due ciotoline colorate: una verde e una viola, con dentro farina, burro, zucchero e uova. "Cosa dobbiamo fare Mamy?" chiese Emma piegando la testa di lato. "La pasta frolla per la crostata ai frutti di bosco." rispose Beka, mentre sistemava la frutta fresca in un pentolino, con dello zucchero e del limone. I nostri due impasti vennero poi stesi per ricoprire la teglia tonda da crostata, che la mamma aveva già imburrato in precedenza; la torta, dal colore violaceo e rossastro, venne poi decorata con dei fiorellini, ricavati dalla pasta in eccesso. "Siete state proprio brave. Andate in soggiorno a colorare, così io sistemo la cucina e poi pranziamo insieme." disse Rebe mentre, a mano con Emma, raggiungevo il tavolino davanti al camino. "Io voglio fare un bel disegno per la mamma." dissi prendendo il pastello nero. "Perché usi quello?" mi chiese Emma, confusa. "Perché la mamma veste sempre di nero, la rende felice. È il suo colore preferito." dissi iniziando a dare una forma più definita a quelle linee casuali. Finii appena in tempo, giusto un attimo prima che Rebecca venisse in salotto per comunicarci che era pronto a tavola. "Questo è per te Mamy." dissi tutta contenta, mostrandole il mio disegno, fiera e orgogliosa di come era venuto. "È davvero bellissimo stellina. Grazie." disse dandomi un bacio sulla testa. Raggiunta la cucina Rebe ci mise le nostre bavaglie a tema montagna, la mia tutta gialla con un'ape e quella di Emma verde con una mucca pezzata. La mamma ci tagliò la pasta, così che non facessimo dei bocconi troppo grossi, servendocela poi in due piattini colorati abbinati alle posate. Dopo quella scorpacciata, una fetta di torta e un bel bicchiere di latte erano proprio l'ideale per condurci, in breve tempo, nel mondo dei sogni. "Ora che le mie Baby hanno la pancia piena, direi che possiamo salire in camera a guardare un po' il bosco." disse la mamma andando per prima verso camera sua. Mi stesi accanto ad Emma, fissando il paesaggio che si estendeva a perdita d'occhio, sentendo la mano di Rebe accarezzarmi la testa. Iniziai giocare con una ciocca dei miei capelli, ritrovandomi poi con il pollice in bocca, senza neanche rendermene conto. "No no, metti questo." sussurrò Beka, dandomi un ciuccio rosa pieno di glitter, per svegliare Emma che già dormiva.
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I want to be your baby
RandomGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...