Tornammo a casa a notte fonda. Rebecca si reggeva a malapena in piedi, poggiandosi alle mie spalle per non crollare a terra. Avrei tanto voluto tirarle una pedata nel sedere: quella somara, non mi dava mai retta! Rientrammo a casa, mentre blaterava parole a caso e senza alcun senso, con il terrore che le sue grida potessero svegliare l'intero palazzo. "Rebecca ti prego smettila." le dissi piano sperando che stesse zitta. "Perché mamma? Non ti stai divertendo?" Da morire Rebecca, da morire. "Cammina e stai zitta." le dissi dandole una pacca sul culo. Quando vidi finalmente il nostro salotto, tirai un sospiro di sollievo. "Ora signorina io e te facciamo i conti. Non ti avevo forse detto di bere un solo drink? Perché mi hai disubbidito?" le domandai con le mani sui fianchi, mentre lei si sedeva sul divano con Ironman in mano. "Perché uno solo era poco...sapevo di poterne bere ancora." La guardai malissimo. "Vedo proprio come ti sai regolare e gestire da sola. Sono molto delusa. Ora vai in bagno, così posso metterti in ordine per la notte." le dissi. "Ma non mi punisci?" mi chiese piano. "Non ora." Andò così verso il bagno, dove la cambiai mettendole il pannolino e un pigiama pulito con delle rane. Poi le raccolsi i capelli in una treccia e la spedii a letto, senza coccole o bacini. "Mamy...mi dai il bacino della buona notte?" mi domandò mentre spegnevo la luce. "No..." era davvero difficile per me "Non sei stata una brava bimba, quindi per ora niente coccole per te." dissi socchiudendo la porta. Mi venne da piangere, perché era impossibile per me non dimostrarle il mio affetto, ma dovevo farlo. Mi infilai nel letto con solamente una canotta adosso e mi addormentai poco dopo, pensando se quella non fosse, in realtà, una punizione per me. La mattina seguente mi svegliai sentendo uno strano peso sulla spalla. Aprii leggermente gli occhi e vidi un braccio poggiato sul mio fianco e un'ammasso informe di capelli sulla mia spalla sinistra. Mi rigirai, ritrovandomi così il viso di Beka a pochi centimetri dal naso. "Cosa ci fai tu qui?" sussurrai, vedendo che si stava svegliando. "Mmmh...volevo fare la nanna con te." disse ancora inebriata dall'alcool e mezza addormentata. Si strinse ancor di più a me, mettendo la testa nell'incavo della mia spalla. "Non avevamo detto niente coccoline?" domandai non potendo sottrarmi. "Solo altri cinque minuti." Le accarezzai dolcemente i capelli nonostante non avrei dovuto farlo. Mi alzai poco dopo, quando il suo respiro si fece di nuovo regolare e andai in soggiorno per bere una tazza di thè caldo. Poi mi misi al computer nella vana speranza di studiare un po', ma dopo nemmeno un'ora vidi Rebecca raggiungermi al tavolo, con in mano il suo peluche. "Mamy..." disse lei piano di fronte a me. "Che c'è?" domandai guardandola. "Mi prendi in braccio?" L'alcool non le faceva molto bene, la rendeva più bimba del solito. "Perché dovrei?" Aveva messo di fuori il labbro inferiore. "Ti prego..." disse piano avvicinandosi sempre di più, dondolandosi un po' di qua e un po' di là. Aprii appena le braccia e lei si fiondò sulle mie gambe, attaccandosi come un koala ad un albero. Potevo accarezzarle la schiena o i capelli, ma non avevo intenzione di farlo. Mi stringeva forte, ma non volevo cedere, non ora che ero sveglia. "Sei ancora arrabbiata?" mi chiese non ricevendo affetto. Quello era il suo modo di corrompermi e farmi cedere. "Certo che sì." le dissi alzando gli occhi al cielo. "Ora signor koala potrebbe staccarsi? Dovrei prendere la sua colazione." le dissi, ma sembrava non volermi lasciare libera. La presi così dalle coscie e la portai in cucina, dove avevo preparato un biberon di latte. La sua punzione sarebbe stata proprio quella. Non volevo sculacciarla, le piaceva fin troppo, ma l'intolleranza al latte intero, quella non la compativa davvero. Tornammo in soggiorno, dove Rebecca decise di bere il suo biberon restando in braccio alla sottoscritta. Dopo aver finito, la abbandonai sul divano, mentre me ne tornavo alle lezioni. "Mamma...perché non giochi con me?" mi domandò imbronciata. "Lo sai perché." dissi guardando l'orologio. Tempo quindici minuti e il latte avrebbe dato gli effetti che pensavo. Così fu. "Mamy! Mi fa male la pancia." disse lei stringendosi lo stomaco. Mi girai verso di lei e la guardai sofferente. "Scusa tesoro. Devo aver confuso il latte intero con quello parzialmente scremato." Quest'ultimo, infatti, non le dava gli stessi problemi e aveva ricominciato a berlo quasi ogni giorno senza grosse difficoltà. "Mi spiace, forse non ti ho ascoltata quando me lo dicevi." dissi enfatizzando il verbo ascoltare. Come lei non aveva dato ascolto alle mie parole, così io avevo rigirato la situazione a suo svantaggio. "Però non si fa così mamma..." disse piano, piegandosi per i crampi. "Non è finita qui." le dissi ancora, proseguendo "Quando avrai finito di usare il pannolino dovrai sistemarti da sola. Non ho più intenzione di farti da Mamy se continuerai così."
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I want to be your baby
De TodoGiulia e Rebecca sono due ragazze ventunenni, conosciutesi per caso quando si sono trasferite a Firenze per frequentare la facoltà di lettere. Hanno affittato due camere nello stesso appartamento e nonostante all'inizio non potessero compatirsi, ora...